mercoledì 23 dicembre 2009

martedì 22 dicembre 2009

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MA IO STO MAAAAAAALE!





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LILLI, MAMMA DI SHARK, CERCA AIUTO

VIGNOLA. Una madre lacerata dal dolore per la perdita, nel 1991, del figlio diciannovenne, ora anche vedova, da anni attende gli arretrati della pensione privilegiata di reversibilità spettante al marito dopo la morte del ragazzo. Shark, 19 anni, morì in un incidente automobilistico con altri tre amici che, come lui, prestavano servizio di leva presso la brigata alpina Cadore da soli 15 giorni. Era la sera del 16 settembre 1991 e Andrea Benassi, bolognese, Vincenzo Tarozzi di Nonantola, Riccardo Fini di Marano e Shark Mermet di Vignola tornavano da una libera uscita alla Caserma “Salsa” degli alpini di Belluno, quando persero il controllo della macchina, un’Alfa 75, trovando morte immediata. "Un dolore assoluto è calato sulla mia famiglia - racconta la madre di Shark, Liliana Colombi - Dopo alcuni anni passati nella tristezza e nell’angoscia anche mio marito è morto, ha lasciato me e le nostre due figlie. Era distrutto dal cancro, con le difese immunitarie annientate. Lui aveva progetti lavorativi che includevano Shark in campo metalmeccanico, ma dopo la sua morte si era lasciato andare. Siamo rimaste sole a gestire il dolore e i problemi economici. In queste condizioni di estrema difficoltà ho scoperto che mi spettava un indennizzo. Varie volte ho esposto le mie ragioni alle autorità competenti e ho presentato tutti i documenti richiestimi, ma nessuna risposta positiva e nessuna sensibilità è stata rivolta al caso. Le mie pratiche sono state respinte. Ho capito che non c’è la volontà di aiutarmi. Ma come si può abbandonare così una madre? Come si può pensare che all’epoca dei fatti io, abbandonata al dolore profondo della mia perdita, pensassi a informarmi se avevo diritto ad una pensione? Noi, allora, pensavamo solo a sopravvivere! Avrebbero dovuto dirmelo loro: lo Stato, chi aveva chiamato mio figlio alla leva... A causa di un ritardo nell’adempimento di pratiche burocratiche o della mia non conoscenza dei tecnici e della burocrazia del ministero della Difesa, mi trovo abbandonata dallo Stato". Liliana Colombi ora ha 62 anni, da Vignola si è trasferita a Novara, cerca di mantenersi facendo i lavori più diversi e paga l’affitto con grandi difficoltà. "All’epoca della tragedia abitavamo a Vignola. Il mio Shark è seppellito lì e se non troverò una soluzione abitativa definitiva non potrò farlo trasferire vicino a me: il mio desiderio più grande. Da agosto la mia auto ha smesso di funzionare così non posso più raggiungerlo come prima. Ma anche quest’anno, farò il mio albero di Natale per lui. Durante le feste il senso di mancanza diventa così forte che io e le mie figlie finiamo per non veder l’ora che finiscano. I danni psicologici che la mia famiglia ha subìto sono grandi. Solo ora, nel vero momento del bisogno, trovo il coraggio di uscire dal mio dolore e sto cercando il modo per sollecitare la giusta liquidazione della pratica" .

lunedì 21 dicembre 2009

Ahmed, finalmente italiano con la colletta degli amici

Ahmed Abbal 18 anni, studente del Corni professionale, ieri pomeriggio ha completato il percorso per ottenere la cittadinanza italiana. Sono almeno trenta all’anno i diciottenni, a Modena, che per raggiungere questo scopo devono dimostrare di avere sempre risieduto in Italia. Ahmed ha dovuto anche versare 200 euro, come previsto dal “pacchetto sicurezza” del luglio scorso. Ahmed Abbal è figlio di genitori marocchini, di Casablanca, ma è nato ad Agrigento e si è trasferito a Modena nel 1998, dopo la morte del padre. La storia dei suoi genitori è quella di molti immigrati della loro generazione: il signor Abbal fa un lungo viaggio per fare il venditore ambulante, mentre la moglie rimane nel paese d’origine. Dopo alcuni anni avviene il ricongiungimento famigliare, nascono tre figli, tra cui Ahmed. L’inserimento a scuola non è traumatico: "Ho sempre avuto la fortuna di incontrare insegnanti intelligenti - racconta il ragazzo - non si può dire la stessa cosa per i miei genitori. Loro hanno conosciuto l’Italia negli anni 80, e si respirava un clima di rifiuto. Inoltre appartenevano ad un’altra cultura, mentre io conosco meglio le tradizioni italiane di quelle marocchine". Cosa cambierà adesso? "Molte cose, soprattutto a livello giuridico. Senza la cittadinanza si è molto limitati, ad esempio in ambito lavorativo e universitario, non si possiedono gli stessi diritti degli altri a prescindere da quanto ti stia a cuore la tua città e il tuo Paese. E poi adesso potrò liberarmi della sensazione di rifiuto che ricevevo da parte della società. Mi chiedevo: cosa sono io per lo Stato? Ho sempre odiato sentirmi dire che mi dovevo integrare. Io sono andato a scuola qui, ho studiato la storia italiana e faccio parte di una associazione che promuove la cittadinanza attiva. Forse ero più integrato di molti diciottenni italiani". Come sei entrato in contatto con Animatamente? "Nel 2006 ho cominciato a frequentare un centro di aggregazione vicino a Vaciglio, lì ho conosciuto l’Associazione, con la quale ho fatto un viaggio sulla legalità a Locri, in Calabria, e continuo a collaborare". I volontari di Animatamente, rete educativa territoriale del Centro di Pastorale Giovanile della diocesi di Modena-Nonantola, erano presenti numerosi ieri, nell’Ufficio del sindaco, durante l’atto ufficiale, e si son impegnati a versare 7 euro ciascuno per contribuire al tributo che Ahmed era tenuto a versare "per acquistare formalmente la cittadinanza che di già esercita appieno - hanno scritto in una lettera - Noi riteniamo il tributo vessatorio e lasciamo a carico di Ahmed l’importo di 25 euro, quale cifra simbolica della sua assunzione di impegno ad entrare ufficialmente a far parte della nostra Repubblica". "E’ molto triste scoprire che per lo Stato la cittadinanza ha un valore strettamente economico", ha commentato Ahmed in merito.

venerdì 18 dicembre 2009

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non ho fatto in tempo a lamentarmi per il fatto che il mio conto corrente è sottovuoto..

.. domani mi ritrovo sbattuta in una profumeria infiocchettata per natale. con tacchi alti e pantaloni a risucchio. da domani, e fino al 25, vendo profumi per uomo. ho trovato questo lavoretto nello spazio di un passaparola fra due amiche.

mi scappa da sorridere. chissà cosa combinerò.


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domenica 13 dicembre 2009

vaccino

mi sto informando sul vaccino dell'influenza A.
in breve quello che ho scoperto è che sono di più le cose che non si sanno di quelle che si sanno, soprattutto per quanto riguarda i possibili effetti collaterali.

un pediatra mi dice che anche ai corsi di aggiornamento non sanno dare indicazioni su quale tipo di effetto questo vaccino possa avere;

un amico ha preso l'influenza anche da vaccinato;

mentre ad una bimba di formigine si è girato un occhio;

a baggiovara girano voci sui danni che esso provocherà nel giro di alcuni anni;

c'è chi parla di malattie autoimmuni;

una ragazza della provincia di modena ha avuto un aborto spontaneo... e non è l'unica;

mio nonno è stato male;

molti anziani hanno avuto tachicardia, asma, febbre...

per adesso questo è quello che ho raccolto. voglio andare avanti. mi aiuti?

sabato 12 dicembre 2009

Ladri in una villetta, spariscono i gioielli

FORMIGINE. Sono entrati forzando la porta sul retro e si sono diretti verso la zona notte della villetta, i ladri che lunedì sera, presumibilmente verso le 19, hanno derubato la famiglia Ghini in via Barbieri, a Magreta. La camera da letto dei coniugi è stata messa sottoquadro, le altre stanze della casa non rivelano tracce di passaggio. Nemmeno la cameretta del figlio piccolo è stata toccata, anche se sarebbe stato verosimile dal momento che i ladri hanno portato via, insieme all’oro della famiglia, un grosso pacco regalo. Proprio così, Alberto Ghini ieri avrebbe regalato uno scivolo giocattolo al figlio di un collega di lavoro, ma quando è tornato a casa con la moglie lunedì sera ha trovato solo l’incarto colorato. Nessun’impronta di scarpe né altre tracce. "Per fortuna eravamo fuori a cena - racconta il capofamiglia - a trovare la porta aperta è stata mia moglie, che li avrebbe incontrati se non avesse allungato la strada per accompagnare a casa un’amica. L’ho raggiunta solo dopo aver lasciato mio figlio a dormire dalla nonna. Era molto agitato". Poi sono arrivati i carabinieri di Formigine. "Abbiamo trascorso una notte da incubo, accovacciati sul divano contro la porta, che non si chiudeva". E’ almeno la terza casa violata dai ladri in due anni, nell’angolo fra via Barbieri e via Ferraguti, senza dimenticare che pochi giorni fa è stato rubato l’incasso della tabaccheria di via Don Franchini.

sabato 5 dicembre 2009

il cannibalismo della comunicazione

Ci arrabbiamo, forse, quando di una notizia davvero importante non rimane traccia da un giorno all'altro sui giornali, i telegiornali, le radio? alcuni di noi sì, ma poi siamo distratti da altre notizie (o sono merci?) che annullano lo spazio di riflessione critica su quello che sta succedendo. Non possono esserci né visione di insieme né profondità di analisi in un presente assoluto in cui è negata la dimensione della storicità, della consequenzialità, della memoria.
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si cresce o si cambia?

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mercoledì 2 dicembre 2009

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ci sono tante cose di cui vorrei scrivere. e mai come in questi giorni vorrei abbracciarle tutte e nello stesso tempo essere in 5 posti diversi (è l'effetto che ti fa un seminario di giornalismo di qualità -sta a voi decidere se qualità si riferisce a giornalismo o a seminario-).

maadessono.

adesso non posso scrivere perchè elaboro. e mentre elaboro quello che ho vissuto e quello che sta accadendo. mentre cerco informazioni sugli effetti collaterali del vaccino contro l'influenza A. mentre tutto...

ho bisogno di dipingere. per sgrovigliare una matassa di emozioni argillose.

sono sentimentalmente nella merda.

l'hodetto.

giovedì 26 novembre 2009

seminario di disorientamento !

sono stanca e un po' in down. ma stanotte si fa la borsa e domattina si va. vado qui per tre giorni: http://www.giornalisti.redattoresociale.it/ ;
presso la comunità capodarco di fermo. ad orientarmi sui disorientamenti giornalistici. te lo spiego meglio quando torno!

mercoledì 25 novembre 2009

il segno occulto.

devo offrirvi una breve riflessione.

credo che nessuno dei post appoggiati su questo blog abbia mai ricevuto tante visite quanto, e ci stupiamo?, quello nel cui titolo figurava la parola sesso.

ah, "sesso", che parola tremenda. attraente e fastidiosa. come se sotto i suoi infiniti strati di significato promettesse qualcosa di occulto.

ebbene, vado avanti e arrivo di corsa al dunque.

dunque: in così tanti l'hanno letta. solo una persona ha inteso commentare il post in mia presenza, ma lo ha fatto mediando attraverso un giudizio su tutto il blog ("mi piace proprio tanto questo blog"); un seconda persona ha fatto più o meno lo stesso percorso ma si è fermata un attimo prima, senza esprimere un vero giudizio sul blog ("lo leggo sempre"), una terza persona mi ha solo comunicato di averlo letto, ("hai scritto un post porno!") e non lo ha commentato anche se invitato a farlo ma compenserà il silenzio giudicando un contributo successivo.

bene.

la prima persona che ho citato è una donna matura. con un'identità femminile stabile. madre, nonna, moglie, amante. non solo ha, a mio parere, colto il messaggio ma lo ha accolto.
la seconda persona è una ragazza che ha elaborato il contenuto incasellandolo, probabilmente, in quella libreria di riflessioni sul tema che, in quanto giovane donna lavoratrice, studentessa (femmina alfa?)deve avere per formarsi una identità forte.
la terza persona è un uomo adulto, piuttosto realizzato professionalmente. sicuramente ha elaborato (sta elaborando?) il tema ma il suo silenzio non mi permette di dire niente.

e adesso parliamo della quarta persona: un insieme di ragazzi che non ha capito. si è imbarazzato. qualcuno di loro ha deciso di esprimere il suo imbarazzo sui social network ("ho letto il blog di una donna (...)") dichiarando che le donne pensano a cose astruse e non si capisce il perchè. poverette! un altro, senza citare il blog, si è rivolto a me strumentalizzando un'espressione che io usavo nel blog per estorcermi informazioni (raccontami cosa fai quando...).

ah. dimenticavo: mi sono accorta di aver smosso qualcosa, ma non sembrerebbe, a giudicare dal vuoto di commenti al post incriminato!

in un esame

domani un esame che nel migliore dei casi mi solleva il cuore da un milione di idiozie relative alla mia incapacità di concludere il discorso universitario.

nel peggiore dei casi si prevede una fuga in due direzioni possibili: il baratro della depressione, con manifestazioni autistiche ed autolesioniste o un villaggio dell'africa dove ritrovare il senso della vita.

là.

un esame da niente!

restauro chiesa magreta

FORMIGINE. "Entro la fine dell’anno dovrebbe arrivare l’autorizzazione da parte della Regione e della Soprintendenza ai beni architettonici di Bologna, a cominciare i lavori di messa in sicurezza. In questo modo potremo finalmente tornare nella nostra chiesa e superare questi lunghi mesi di emergenza", rivela il parroco don Remo Pinelli, parlando della chiesa parrocchiale dedicata alla Natività di Maria Santissima di Magreta, costruita nel 1823 e chiusa al culto da un anno perché pericolante. Se le autorizzazioni rispetteranno i termini, nei primi mesi del 2010 si potranno programmare gli interventi e si potrà procedere per bloccare il continuo sprofondare dell’edificio verso la strada Don Franchini. I pavimenti lungo il perimetro interno della chiesa verranno sollevati per procedere all’impianto di “pali-mega” sotterranei, che sosterranno la struttura portante dell’edificio consolidandone le volte. La Soprintendenza ha fatto sapere di voler essere presente durante le manovre di scopertura delle pavimentazioni, nell’ipotesi di rinvenire oggetti di importanza storica al di sotto. In caso contrario e scongiurando ogni inconveniente, questa prima fase di messa in sicurezza dell’edificio durerà circa un anno. E’ un intervento che Magreta attende da dodici mesi, da quando la chiesa è stata chiusa per la sua pericolosità. Dopo questo primo intervento un altro lungo periodo di verifiche e accertamenti trascorrerà prima che l’edificio possa essere dichiarato sicuro e adatto ad ospitare le celebrazioni religiose. Fino ad allora sarà la Sala Polivalente, (ex circolo bocciofila), davanti al bar Palazzina, ad adempiere al ruolo di luogo di culto. Molto spaziosa ed è stata arredata con le panchine e le statue che prima arricchivano la chiesa. La Sala, che ospita le attività parrocchiali già da qualche settimana, verrà inaugurata ufficialmente domenica prossima, alla presenza del vescovo e dei rappresentanti dell’amministrazione comunale. La festa inaugurale vedrà un primo momento celebrativo e l’intervento della Corale di Redù di Nonantola. Per quanto riguarda la tensostruttura che fino all’estate scorsa ha adempiuto a sua volta al ruolo di luogo di culto, resterà montata sulla pista di pattinaggio, adiacente alla chiesa, a disposizione dei magretesi, per accogliere feste, sagre, ma soprattutto le attività parrocchiali dei ragazzi. - Linda Petracca

sabato 21 novembre 2009

l'imbarazzante silenzio nel sesso

io non mi posso più stupire di quante persone non sappiano dialogare con la sfera della propria sessualità. in troppi non conoscono che un riflesso di quella inscenata dal materiale pornografico. in troppe non si conoscono affatto.

e continuo a stupirmi, invece, ogni volta che vedo questa drammatica incomunicabilità.
cos'è? c'è troppo sesso ovunque per poterne parlare?
c'è troppa sessualità plastificata per riuscire ad accogliere quella viva?

non mi va di prendermela con gli uomini, oggi. siamo tutti vittime di questo silenzio che è imbarazzante.

capisci? non è il tema di questo silenzio a imbarazzarmi, ma che il silenzio trovi spazio in una dimensione così comunicativa come quella dell'amore fisico... questo sì. è imbarazzante e drammatico.

è drammatico.

donne, voi che siete il luogo della cura, dell'ascolto, voi che siete "casa", voi che potete parlare al corpo. donne, insegniamoci ad ascoltarci. insegniamo quante energie buone scaturiscono da corpi che si conoscono e si ascoltano.

questa educazione all'ascolto e all'amore possiamo portarla avanti soprattutto noi.

moschea al poggio?

Dopo una breve parentesi dall’altra parte del Secchia, la questione moschea torna ai mittenti: le associazioni islamiche e il Comune sassolese. Di ospitarla a Sant’Antonino di Casalgrande non se ne parla: a dirlo il sindaco e quasi trecento cittadini. A quale Comune toccherà ora ricevere la patata bollente? L’altra sera i cittadini della frazione di Sant’Antonino di Casalgrande si sono riuniti numerosi presso la sala mensa delle scuole elementari del paese. L’incontro era stato organizzato da un gruppo di abitanti della zona chiamata Poggio 70, dal nome del complesso, ormai fatiscente, che fino a una decina di anni fa ospitava una discoteca ed una piscina molto frequentate. Obiettivo dell’incontro, a cui era stato invitato il sindaco di Casalgrande Andrea Rossi ed i proprietari del complesso di Poggio 70, era fare chiarezza sulla presunta trattativa tra questi ultimi ed una associazione islamica di Sassuolo. L’associazione sassolese sarebbe infatti in cerca di un’area da affittare per farvi sorgere un luogo di culto che dal 15 novembre, con la chiusura della moschea di via Regina Pacis, mancherà completamente alla comunità islamica del distretto ceramico. Rossi si è presentato all’incontro con i cittadini, reduce da un acceso diverbio telefonico con il collega di Sassuolo, Luca Caselli, con l’intenzione di spegnere uno stato d’agitazione che, a parer suo, non aveva motivo d’esistere. "L’amministrazione comunale non può inserirsi in una trattativa privata, - ha puntualizzato il sindaco, - nonostante questo i cittadini devono sapere che la destinazione d’uso prevista dal piano regolatore del 2000 prevede che la zona Poggio 70 possa ospitare solo strutture sportive. Ora, è nostra intenzione prima di tutto procedere al recupero di quell’area dismessa, ingombrante e insicura. Se, col nuovo piano strutturale, si dovesse procedere alla modifica della destinazione d’uso di quell’area, questa diventerebbe residenziale. Pertanto nessun luogo di culto potrà sorgere a Poggio 70 né altrove: né il vecchio piano regolatore né il nuovo piano strutturale lo prevedono". Stop definitivo dunque alla moschea dall’altra parte del Secchia e ora riprenderà la telenovela nel distretto ceramico. - Linda Petracca

giovedì 19 novembre 2009

i lavoratori lar: una crisi annunciata

FORMIGINE. Ieri mattina l’ingresso della Lar era presidiato dai 54 lavoratori in sciopero. Dopo 39 mesi di cassa integrazione ora i dipendenti si trovano faccia a faccia con il licenziamento. L’angoscia è palpabile ma la situazione è in costante evoluzione. I sindacati attendono che il proprietario dia garanzia di non procedere unilateralmente con l’avvio della procedura di mobilità, in questo caso gli operai sospenderanno lo sciopero fino al prossimo tavolo di trattativa che si terrà la prossima settimana. I lavoratori e i sindacati sono da anni consapevoli delle evidenti difficoltà dell’azienda, non competitiva sul mercato e penalizzata dall’arretratezza dei suoi macchinari: “Da quando lavoro qui, 2002, - spiega Renè Gogo, - la Lar ha sempre proceduto al ridimensionamento. Noi abbiamo cominciato a stare male ben prima che cominciasse a sentirsi la crisi economica in tutta Italia. Penso che, se il proprietario avesse mai avuto intenzione di far sopravvivere l’azienda avrebbe messo in campo degli investimenti. Invece, complice l’età avanzata, ha favorito un processo di regressione che ci ha portato a questa situazione”. Anche Dario Finotello, impiegato alla Lar da 15 anni, accusa la proprietà di aver messo in campo strategie sbagliate nel corso degli anni: “Basti pensare che solo nel 2006 eravamo in 170, adesso siamo meno di 60 dipendenti. E non solo: macchinari e metodi di lavorazione non sono al passo con i tempi”. Interviene Emanuela Merli, 35 anni, due figli, separata: “Se perdo il lavoro ho davanti un futuro piuttosto buio. Vorrei che l’azienda cercasse alternative alla chiusura, ma la mia paura è che si intenda chiudere ora per poi riaprire domani, con l’azienda ridimensionata sotto altro nome”. Quasi nessuno fra i dipendenti mobilitati, al freddo, davanti alla Lar, crede nella prospettiva di mantenere il posto di lavoro. L’unica speranza riguarda gli ammortizzatori sociali: “Come gli operai della Sitcar. Loro hanno avuto quello che chiedevano: cassa integrazione straordinaria e incentivo all’esodo di mobilità. Meglio che niente e se serve salire sul tetto per garantirsi quei risultati noi siamo pronti a farlo”, dichiarano. “Quando trovare un altro posto è difficile come in questi tempi gli ammortizzatori sociali diventano una prospettiva più che rosea, - spiega Cristian Cottafava, 40 anni - Ci sono ragazzi molto più giovani di me che continuano a non trovare lavoro. La preoccupazione è tanta”. Adani Mafalda, 57 anni, da 22 lavora in azienda. Ora rischia il licenziamento e deve combattere per gli ammortizzatori sociali che l’accompagnerebbero alla pensione. Manuel Kwame vive a Formigine da 11 anni e da dieci lavora presso la Lar. Ha tre figli di cui due in età scolare ed uno disoccupato. Da mesi Manuel sta facendo domanda di lavoro anche altrove, senza risultati: “Non riesco a pagare l’affitto da quasi un anno, cioè da quando siamo in cassa integrazione”. Luisa Toschi, della Femca Cisl e Antonino Carlo della Filctem Cgil annunciano che un incontro con l’azienda è previsto per la prossima settimana. - Linda Petracca

domenica 15 novembre 2009

la calma

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vivo questo strano senso di calma profonda, irreale. forse sono gravida di nuove energie ed il mio corpo si sta preparando ad una tempesta di dimensioni notevoli.

voglio lasciare questo messaggio a me stessa. una specie di "te l'avevo scritto" che capirò, forse, in futuro.

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sitcar accordo. lar chiusura attività

di Linda Petracca

FORMIGINE . Intesa azienda-sindacati alla Sitcar di Casinalbo: cassa integrazione e niente licenziamenti, e gli operai dopo 3 giorni di proteste sono scesi dal tetto dello stabilimento. ma ora scoppia il caso Lar, sempre a Formigine: l’azienda, che ha 59 dipendenti, ha annunciato la chiusura. Da lunedì verrà attuato uno sciopero di 8 ore. A PAGINA 27

FORMIGINE. Si è conclusa positivamente in Prefettura - alle 20.15 di ieri sera - la trattativa sul caso Sitcar, l’azienda casinalbese che aveva messo in mobilità un intero reparto. Alle 21 i sindacalisti comunicavano ai loro assistiti il raggiungimento degli obiettivi richiesti: due anni di cassa integrazione straordinaria ed un anno di mobilità con incentivi all’esodo. Dalla Prefettura hanno espresso soddisfazione per un accordo con la proprietà e Confindustria che da tre giorni sembrava irraggiungibile e teneva i sei operai “incatenati” all’azienda. Dopo una notte di buio pesto e di gelo penetrante, con la fame che bucava lo stomaco, la mattinata di ieri si era mostrata più benevola per i sei: una calda manifestazione di solidarietà, formata da almeno 200 lavoratori, li incitava a resistere sul tetto dell’azienda. Alle 11.30 circa, il segretario di Fiom-Cgil Giordano Fiorani ha raggiunto i sei, grazie all’autoscala dei Vigili del Fuoco, per cercare un compromesso al vincolo imposto dal Prefetto Giuseppina di Rosa: scendere dal tetto per consentire un tavolo di trattativa risolutivo. Amhed, Ciro, Franco, Josafatte, Luigi e Mino decidevano così di dare un segnale di disponibilità, ma senza retrocedere dalla lotta. Questo l’accordo: per fare sì che l’incontro convocato dal Prefetto per le 15 potesse aver luogo, si sarebbero calati dal tetto. Nel caso in cui il tavolo non avesse determinato una soluzione condivisa, o le forze dell’ordine avessero mosso un passo verso di loro, sarebbero tornati alla casa-base della loro lotta pacifica: il tetto della Sitcar. Si ripartiva dalle richieste dei sindacati: cassa integrazione fino a due anni; messa in campo di percorsi formativi e di ricollocazione professionale; possibilità di scegliere la mobilità volontaria per chi la ritiene utile con incentivo all’esodo. I sei, emotivamente molto scossi, nervosi e provati, alla fine sono scesi, ma sono rimasti seduti ai piedi delle scale che portano al tetto. Non volevano rilassarsi nè toccare cibo, per timore di un’azione di forza della polizia. Intanto, alle 15, i sindacalisti della Fiom-Cgil ed il direttore del personale della Sitcar potevano dare inizio alle trattative in Prefettura. E così, dopo cinque ore di estenuanti discussioni, l’intesa era raggiunta. Intesa vissuta come una conquista per i ragazzi della Sitcar: dopo il resoconto serale dei sindacalisti sono tornati alle proprie famiglie, con qualche prospettiva in più.

sabato 14 novembre 2009

preparativi

mi hanno sempre infastidita un pochino tutte quelle generalizzazioni intorno all'istinto materno. mi sapevano comunque di stereotipi. abbasso gli stereotipi, dicevo, siamo più complesse di così.

poi oggi, dopo un mesetto di ansie immotivate particolarmente insistenti. di "prendere le misure" con le mie prospettive lavorative future. di esami psicologici sottoposti al mio ignaro moroso, senza neanche sapere io cosa cercare in lui. e altre cosucce ansiogene così...

beh, oggi. improvvisamente, mentre bevevo un tea e leggevo clifford geertz, ho capito.

HO CAPITO CHE STO PREPARANDO IL NIDO.

sos lavoro. sciopero della fame

FORMIGINE . E’ ancora alta la tensione alla Sitcar di Casinalbo dove sei operai sono saliti sul tetto e da ormai due giorni restano lì accampati per protesta contro gli annunciati licenziamenti. I sei operai, ieri, hanno anche iniziato lo sciopero della fame mentre il prefetto ribadiva che una trattativa sarebbe stata possibile solo se i sei avessero accettato di scendere a terra. Un segnale positivo è arrivato in serata dalla direzione aziendale che ha aperto su un’ipotesi di cassa integrazione per due anni. (Pag 29)

Un ulteriore tavolo di trattativa tra sindacati e Sitcar è saltato ieri in Prefettura. Questa volta sono stati i sei operai accampati sul tetto a non scendere a patti. E a non scendere neanche dal tetto: l’unica condizione richiesta dalla Prefettura era infatti che desistessero in questa protesta. I sei hanno dichiarato di non fidarsi dell’azienda ed hanno preferito portare avanti la loro protesta secondo i piani: lo sciopero della fame dura già da un giorno. Il sindacalista Antonio Petrillo dichiara: “Mai ho incontrato una situazione simile in tanti anni di lavoro. Speriamo di poter parlare faccia a faccia con i proprietari dell’azienda. Finora il nostro unico riferimento è stato il direttore del personale Ferrari, che è stato convocato a sua volta in Prefettura”.

situazione preoccupante alla sitcar

FORMIGINE. Il sindaco Franco Richeldi (una vita da sindacalista della Cisl) si è recato ieri alle 8 in via Copernico a Casinalbo. Davanti ai cancelli della Sitcar ha incontrato lavoratori e rappresentanze sindacali ed ha cercato di sensibilizzare la direzione per tutelare i lavoratori. “La giunta - ha detto Richeldi - è preoccupata per la situazione dopo la rottura del tavolo delle trattative che ha esasperato gli animi dei lavoratori. Dal momento che c’è la possibilità di risolvere la situazione in termini sindacali è inaccettabile che un’azienda decida di mettere un intero reparto in mobilità”. Con la sua mediazione il sindaco ha favorito la riapertura di un tavolo di discussione tra sindacati e impresa in Confindustria.

la sinistra accusa l'azienda

FORMIGINE. Numerosi partiti e gruppi politici hanno voluto esprimere solidarietà ai sei operai. Rifondazione Comunista parla di “politica degli sciacalli”. “Gli operai - si legge in una nota di Prc - sono consapevoli dello stato di ottima salute dell’azienda e delle logiche che intendono anche ripulirla dalla presenza del sindacato. Si ricorda infatti che tre degli operai che rischiano il licenziamento costituiscono la delegazione sindacale della Rsu al completo”. “La crisi non è un incidente di percorso senza responsabili - dichiarano Sinistra per Modena e Sinistra e Libertà - ed è nell’assenza di una prospettiva di uscita dalla recessione, con misure che non ricreino le condizioni precedenti, che i lavoratori della Sitcar sono costretti a ricorrere a forme di lotta tanto estreme quanto per loro pericolose”. Il presidente della Commissione della Cultura e del Lavoro della Regione Massimo Mezzetti si è recato a fare visita agli operai. “Rete 28 aprile”, aggregazione della sinistra Cgil, ha dichiarato di appoggiare “i 6 della Sitcar”. (l.p)

venerdì 13 novembre 2009

sei operai sul tetto della sitcar

FORMIGINE. Una protesta tanto drammatica quanto spettacolare è stata inscenata da sei operai della Sitcar di Casinalbo: da ieri mattina occupano il tetto con tanto di tende. Contestano il piano aziendale che prevede la mobilità diretta per 10 di loro. Cioè il licenziamento. La Sitcar di Casinalbo nasce negli anni ’70 per costruire carrozzerie di autobus. Oggi sul mercato internazionale fatica ad essere competitivo. Così questa estate i titolari decidono di mettere in cassa integrazione i dipendenti, poi di esternalizzare il comparto montaggio nell’Est, fino a mettere dieci operai in mobilità diretta. Scioperi. La Fiom-Cgil apre una trattativa per garantire ammortizzatori sociali e risparmiare agli altri dipendenti lo stesso destino. Poi, colpo di scena ieri mattina alle 6. Sei operai decidono di salire sul tetto portando con loro le tende. Una forma di protesta estrema, simile a quella dell’Innsi di Milano di questa estate (ricordate gli operai sulla gru?) che attira l’attenzione: in due ore tutti a Formigine ne sono al corrente. Arrivano vigili del fuoco, polizia municipale, carabinieri. “Non ce ne andremo da qua finché non vedremo riconosciuto il nostro diritto ad avere degli ammortizzatori sociali - dice uno dei 6 operai - non chiediamo niente di più e non capiamo questa determinazione a rovinarc”. Sono gli operai della linea montaggio. Protestano contro il piano aziendale presentato nei giorni scorsi che prevede per loro la mobilità diretta, anticamera del licenziamento. Non solo: tre di loro sono sindacalisti della Rsu (rappresentanza sindacale unitaria). Tutti indossano una pettorina che recita: “Fermiamoli, no ai licenziamenti. Fiom-Cgil Modena”. “Questa volta si andrà avanti a scioperare ben oltre le otto ore”, spiega Ciro Quaranta, anche lui dipendente della Sitcar nel reparto verniciatura; anche lui in sciopero, per solidarietà. E aggiunge: "Magari fra qualche mese mi troverò nella stessa situazione”. Franco Rossi, anche lui del reparto verniciatura: “Non hanno scrupoli a licenziare 10 persone, per lo più giovani e con famiglia a carico”. Davanti all’azienda si aspetta un accordo che deve uscire dal tavolo in Confindustria tra Fiom-Cgil Modena e i titolari della Sitcar. L’incontro, verso le 15, si conclude, senza progressi. Un secondo tavolo apre in Provincia. Si va avanti a parlare fino alle 20.30, ma senza successo. E così, gli operai della Sitcar rimangono sul tetto al freddo. - Linda Petracca


giovedì 12 novembre 2009

ma dove facevano la pipì?

da tre giorni scrivo a proposito di una storia di licenziamenti, comignoli e ammortizzatori sociali negati. da tre giorni!! in tutto credo di aver scritto... otto articoli? nove?

in realtà credo che l'intera faccenda possa riassumersi così: dieci operai, che poi erano nove e sono diventati otto, sono saliti sul tetto dell'azienda per manifestare come quelli della innse di milano perchè gli sembrava che potesse funzionare. l'impresa voleva metterli in mobilità senza ammortizzatori e loro invece volevano ammortizzare e così eccoli lassù che guardano in giù verso noi giornalisti. noi, che ogni mattina al risveglio, come prima cosa andiamo a vedere se sono ancora sul tetto e poi cominciamo a intervistare i soliti: sindaco, sindacalisti, proprietari, colleghi, mogli, prefetti, il papa e lo spirito santo. i soliti ci dicono le solite cose: andiamo a trattare in confindustria, niente. andiamo a trattare il provincia, niente alla seconda, andiamo a trattare dal prefetto, riniente. torniamo a trattare dal prefetto: e questa volta ce la fanno. gli operai tornano a casa felici contenti licenziati e anche puzzolenti, credo.

ora.
ho imparato molte cose da questa esperienza:

-- scrivere mi fa venire un gran male ai gomiti. ho proprio la nevralgia che mi sale lungo l'avambraccio fino al collo. ne ho parlato con davide e mi ha detto che lui scrive appollaiato. adesso ci provo anche io... come si fa!?

-- se d'ora in poi tutti salissero sui tetti a protestare... smetterebbe di chiamarsi "lotta estrema". e qualche creativo dovrebbe inventarsi una nuova forma di protesta più spettacolare. sono curiosa di vedere i prossimi effetti speciali...

-- c'era più meridione nei dintorni della Sitcar che nel paese salentino dove trascorro le ferie estive. tra gli operai, i giornalisti e le forze dell'ordine avremmo potuto costituire la lega dei terroni curiosi: tutto il giorno lì a vedere cosa facevano sti operai sul tetto. e sapete cosa facevano? niente. proprio come noi che li guardavamo. insomma. il grande fratello ma un po' più culturale!

-- faccio fatica a centrare la notizia. lo sapevo già ma questa volta mi sentivo una bambina acca. non so fare il riassunto dei miei pensieri.

-- se un signore che puzza di sudore ed ha un herpes sul labbro comincia a gridare "venduti" ai sindacalisti, ma nessun giornalista si interessa a lui, non è il caso di avvicinarlo. attaccherà a gridarti in faccia la storia degli operai buoni e dei sindacati cattivi senza lasciarti andare via e un carabiniere dovrà salvarti dalle sue grinfie con una scusa banale... (e sarà imbarazzante!).

-- impari a odiare i giornalisti avversari dalla firma ma impari ad apprezzarli dal loro profilo facebook.

-- impari ad avere timore dei giornalisti bravi che, dalla redazione, ti commissionano i pezzi, e poi ti addormenti serena alla sera mentre loro ti leggono la favola del tuo articolo corretto..

-- se accetti di andare a verificare che ci siano davvero sei operai su un tetto devi accettare che questa diventi la tua principale mansione per il resto della settimana, almeno.

-- il mio cognome sembra una poesia al confronto con certi altri: josafatte palermo (non ho ancora capito qual'è il nome e quale il cognome) , frattoluso, carlo (sì, carlo è il cognome. di nome si chiama antonino!).

domenica 8 novembre 2009

pane e latte

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beh, ne parlavamo ieri sera al ristorante giapponese, dopo tanto tempo che non ci vedevamo. cioè, ne parlavo io, perchè Erre non ha di questi problemi. non che sia un vero problema però... sì, però questa relazione mi ammolla. mi sento diventare proprio come la mollica del pane inzuppata nel latte. non metto in discussione che la mollica possa sentirsi a suo agio nel latte. solo che dopo l'ammollo non tornerà più solida come prima, a meno che non si separi da quel liquido morbido per seccarsi un po'. e questo, si sa, è un procedimento lento e un po' innaturale.

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sabato 31 ottobre 2009

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dovrà decidersi, prima o poi, ad ammettere, in questo posto o in un altro, che la sua vita è scandita dagli uomini. amati o odiati. cercati o sopraggiunti. vicini o virtuali

gesti lenti

si sentiva sola. ecco.
a tavola, con tutta la famiglia più due: il suo ragazzo e quello di sua sorella.
così sola che provava a parlare per sentire la propria voce comunicare qualcosa all'esterno. parlava alla mamma, che sedeva lì di fianco. poi provava a parlare con il suo ragazzo: magari fosse riuscita a farlo ridere! a creare uno sprizzo di vita, su quella tovaglia di silenzio.

il papà spegneva la tivù. allora lei taceva.
e lui la riaccendeva.
il messaggio era chiaro: preferiamo sentire i rumori della scatola magica piuttosto che ascoltare suoni di vita reale.

le veniva da replicare. da alzarsi in piedi e urlare che le cene in famiglia servono a conversare. a condividere. ad informarsi, anche. perchè esigete che io ceni a casa, se poi tutto quello che devo fare è fingere di non esserci per lasciare indisturbati i vostri silenzi rituali?!

ma stava zitta. sì. aveva replicato tante volte.
guardava il suo ragazzo mangiare la pizza. era lontano e ricoperto di una sostanza isolante. sapeva che non ne avrebbe sentito il calore toccandolo. era proprio sola.

il papà aveva cambiato canale su un cartone animato. sua sorella e il suo ragazzo sghignazzavano a proposito di chissacosa. la mamma cominciava a narrare il lungo racconto della ricetta di zucca ripiena di zucchine e spinaci e parmigiano e fontina, e zucca naturalmente. il cartone proseguiva senza che il papà decidesse di spegnare la tivù per punire quelle voci.

sì, si sentiva sola.
il suo ragazzo mangiava la zucca ripiena.
lei, con movimenti lenti cercava di contenere il nervoso che le cresceva in gola. era sproporzionato alla situazione, naturalmente. non poteva essere espresso. quindi se lo tenne, lì in gola, e dedicò la nottata a riassorbirlo.

venerdì 30 ottobre 2009

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guarda che ripensandoci l' angoscia non ce lò da tempo e quando non ce lò da tempo non mi ricordo mica tanto comè avercela ma questo capita poche volte ormai e capita più volte che è il contrario

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famiglia sfrattata chiede aiuto

MARANELLO. In agosto avevano già sfiorato lo sfratto per morosità. Domani l’ufficiale giudiziario si presenterà a bussare la porta della casa che occupano, in via Maradriatico 1. Si tratta dei coniugi Nicoscia, calabresi, quattro figli. La loro situazione economica è grave da quando Francesco ha perso il lavoro, a febbraio. A salvarli dalla strada, quest’estate, l’interessamento di una delegazione del Meet Up di Beppe Grillo e del consigliere di Maranello, Luca Barbolini. L’affittuaria, che da mesi non vede un soldo, sostiene che i grillini stiano aiutando le persone sbagliate. Fatto sta che a situazione della famiglia Nicoscia sta diventando un caso. Le minacce di Francesco di perdere ancora una volta il controllo delle proprie azioni si sono sopite grazie alla presenza dei grillini di Modena, che forse hanno individuato la soluzione che ripristini la pace fra gli attori in conflitto. Alessandra Macchioni, del Meet Up di Beppe grillo, spiega: “Siamo riusciti, tramite una mia amica, a trovare lavoro al capofamiglia presso una porcilaia. Il datore di lavoro ha dato loro anche una casa, a Castelnuovo, che stanno mettendo a posto. In pochi giorni dovrebbero riuscire a renderla vivibile e così si trasferiranno. Siamo riusciti ad ottenere che il Comune si facesse carico delle utenze arretrate e stiamo cercando un accordo con l’attuale padrona di casa per gli affitti”. Ma l’affittuaria ha ormai raggiunto ogni limite di sopportazione e rivendica i suoi diritti: “Dopo due sfratti, uno per finita locazione ed uno per morosità, quella famiglia è ancora in casa mia. Non pagano le bollette da mesi. La signora non lavora, nonostante i figli siano grandi, ed il marito non sa fare economia. Io intanto lavoro, e li mantengo in casa mia. Questa situazione non può andare avanti. Io sono in cassa integrazione, ed ho un mutuo da pagare. Voglio quello che mi spetta”. La proprietaria Didonna, inoltre, si preoccupa che il trattamento riservato ai Nicoscia possa diventare un cattivo esempio: “Se tutti i poveri si comportassero così, e non entro nei dettagli, sarebbe la fine della legalità”. Così domani si attuerà un altro sfratto esecutivo. E intanto i grillini cercano di scongiurare l’allontanamento dei figli dalla famiglia. - Linda Petracca

mercoledì 28 ottobre 2009

comunisti

essere richiamata alla cura del blog da un lettore è fantastico!

dunque.

pensavo una cosa:

caro silvio, ma se i pm sono comunisti, i giudici ed i magistrati sono comunisti, i giornali e le televisioni sono in mano a dei comunisti...
e se tutti i lettori dei giornali sono comunisti e tutti gli spettatori delle televisioni sono comunisti...
e se tutte le donne che firmano appelli contro il tuo uso strumentale del corpo femminile sono comuniste...

silvio. sei stato eletto al governo da dei comunisti.

anzi, forse silvio sei comunista anche tu.

mercoledì 14 ottobre 2009

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menotre, menodue, menouno. e torni a casa. principe azzurro.

e io tornerò?

sarò riassorbita dal torpore della coppia o ne ricaverò energia sostenibile?

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domenica 11 ottobre 2009

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trovare un commento, di quando in quando, sarebbe rassicurante
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e quindi tu sei a san francisco, mentre io riscopro il mio piccolo comune. prevedo di fare un bagno di fomiginesità da qui a chissà.
devo imparare a vivere a casa mia prima di poter vivere bene altrove.

venerdì 9 ottobre 2009

torno nei miei pantaloni largi bicolore: neri davanti e blue jeans dietro. ora mi riconosco.
si sono un po' ristretti. ricordo che l'anno scorso ci navigavo dentro ed era un piacere allacciarli in alto, intorno alla vita, senza difficoltà. vorrei comprare un altro paio di pantaloni così. ho la sensazione che mi valorizzino, anche se nascondono completamente le curve, o forse proprio per questo.

sabato 3 ottobre 2009

storie di donne, dall'est a formigine

FORMIGINE. Erano almeno un centinaio, le collaboratrici famigliari che ieri si sono ritrovate in Villa Benvenuti, durante la “Festa delle Badanti”. Sono circa 500 a Formigine e provengono prevalentemente dall’est Europa. Alcune di loro si conoscevano ancora prima di partire per l’Italia, si danno il cambio o si aiutano a vicenda quando sono lontane da casa; altre si incontrano al parco per condividere le proprie esperienze. In occasione della festa molte di loro hanno potuto stringere nuovi legami. Sono tutte amiche, queste badanti, legate da storie simili: di povertà, di migrazione, di madri lontane dalla famiglia. E sono simili anche le problematiche delle famiglie presso cui svolgono ogni tipo di lavoro; dalle pulizie, alla cucina, alla cura personale di persone non autosufficienti.
I loro sacrifici valgono in media 850 euro al mese, come racconta Veta Ciobanu che, paragonando il proprio stipendio a quello del figlio, in Romania, 250 euro al mese, ci da la misura di quanto sia “necessario che io lavori qui, lontana dai miei figli. Pago loro l’affitto e le tasse universitarie di mia figlia. Ma non so quanto resisterò nella casa in cui vivo ora. Non è sempre facile trovare datori di lavoro gentili”. Margherita Gatka, anche lei sposata con due figli, alterna periodi di due o tre mesi in Italia ad altrettanti in Polonia. Ha trovato il sistema per rimanere vicino ai propri cari, assentandosi solo per sostituire le colleghe connazionali durante le ferie. “Posso permettermi di lavorare così perché mio marito non è disoccupato, -racconta Margherita, - Abbiamo passato periodi più difficili. È stato allora che mi sono vista costretta a venire qui, prima con il visto da turista, ora con contratto regolare”. Queste signore hanno imparato velocemente la nostra lingua, grazie alla televisione. Mi confidano che il principale maestro, per molte di loro è stato “l’Ereditiere”, un programma molto seguito anche nell’Est Europa. Sopprimono la voglia di prendersi cura dei figli spedendo loro regali dall’Italia: vestiti, giocattoli, poco cibo. Halyna Benkalovych, ucraina, prima di lavorare a Formigine prestava servizio a Sassuolo e mi spiega che là ferma un corriere che carica i loro pacchi. Halyna fa la collaboratrice famigliare da otto anni. “ Sono felice che a Formigine sia stata organizzata questa festa. Così sentiamo di essere importanti per voi”. Fra i gruppetti di signore c’è anche Maca Pataraia, un vero fiume in piena. Racconta di essere la sola georgiana a Formigine e l’unica ragazza non ancora sposata: “Se avessi un marito non me ne andrei di certo perché non potrei controllare cosa fa a casa! Prima di venire qui ho lavorato 10 mesi a Reggio Calabria. In Italia sto bene perché le persone sono disponibili, anche se per adesso le mie uniche amiche sono altre badanti come me”.

giovedì 1 ottobre 2009

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sono così piccola nel mondo che mi vergogno.


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domenica 27 settembre 2009

Il «grazie» di Formigine a tutte le badanti

FORMIGINE. E’ stata un successo la prima festa delle badanti organizzata nel modenese che si è tenuta a Formigine. Il Comune ha tentato questo esperimento con risultati positivi, soprattutto grazie al lavoro dei volontari dell’Avis e dei Zingher dal Tabar. La festa delle badanti, inserita nel calendario del 38º Settembre Formiginese, ha avuto luogo a Villa Benvenuti, sede della Casa delle associazioni di Formigine. Qui, nell’arco di un’intera giornata, oltre cento collaboratrici famigliari, di più parti dell’est europeo, hanno potuto incontrarsi, conoscersi, ma soprattutto farsi conoscere. Infatti, come ha ricordato l’assessore all’Immigrazione-Integrazione Renza Bigliardi, "di queste donne, generalmente sposate, istruite e con una buona conoscenza della lingua italiana, troppo spesso non approfondiamo le storie personali. Storie fatte anche di enormi sacrifici, non da ultimo l’abbandono di casa e affetti". I dati dell’ufficio anagrafe del Comune informano che a Formigine ne risiedono circa 500 e la festa è divenuto il riconoscimento di una presenza importante, se non indispensabile per tante famiglie. La festa ha avuto pochi semplici ingredienti: gnocco fritto, tigelle, porchetta, vino, musica dal vivo con la cantante Milly Ferrari. A mezzogiorno la tavola era già imbandita e almeno un centinaio di signore prendevano posto, assieme ad alcuni volontari. Alle 14 anche molti italiani sono stati coinvolti nell’allegria della situazione. Poi musica e balli fino a sera. Nell’arco di tutta la giornata almeno duecento persone hanno preso parte alla festa. Un evento riuscito nonostante le nuvole minacciose che a tratti scaricavano acqua sul tendone allestito per l’occasione. Anche il sindaco Richeldi ha fatto la sua comparsa nel pomeriggio, assieme all’assessore Bigliardi. "Visti i risultati - ha detto il sindaco - cercheremo di ripetere iniziative di questo genere e di fare della festa delle badanti un appuntamento annuale". All’assessore è stata consegnata in regalo una bambola con tipici abiti russi, per ringraziare della considerazione e dell’opportunità di svago resa alle collaboratrici famigliari del comprensorio di Formigine. Grande accoglienza, poi, per don Gregorio Colosio, della parrocchia di San Pietro di Modena, colui che per primo nel Modenese ha saputo aiutare centinaia di donne in cerca di lavoro ed altrettante famiglie bisognose di assistenza per i propri cari. Tante collaboratrici famigliari, che oggi possono mantenere dignitosamente la propria famiglia a distanza, hanno fatto cerchio attorno a don Gregorio per ricordare con lui i primi, critici giorni a Modena, quando ancora non sapevano una parola di italiano e possedevano solo i vestiti che indossavano.

venerdì 25 settembre 2009

perchè è difficile

...

...perchè, secondo me, i simboli del benessere si sono spostati.
se prima a "stare bene" erano quelle famiglie che mangiavano carne anche tre volte alla settimana, adesso sta bene chi può seguire tutte le partite di calcio su sky; chi veste la bambina con gli abitini di marca; chi conclude la giornata con l'aperitivo.

avvertiamo bisogni diversi.
e lo ammetto: io sento il bisogno di una giacca di pelle e di tingermi i capelli di arancione.
io sono nella mischia. la verità è che non posso permettermi una macchina fotografica, nè un computer (strumenti importanti per il mio lavoro di giornalista). non ho neanche una casa, se è per questo. non ho un lavoro!

eppure sento che, in un momento di debolezza, sarei pronta a svuotare il conto corrente per avere una giacca di pelle ed i capelli arancioni. mi sentirei più sicura di me stessa.
perchè?
ci penso. e il motivo è, forse, che con quella giacca e quei capelli, aderirei meglio al modello di ragazza che mi piacerebbe essere. ecco perchè sarei più sicura di me stessa. mi sentirei più bella.

perchè non rosa? i capelli.
il rosa non va di moda ultimamente.
ecco. la moda. cos'è? modelli e modelli e modelli in perpetuo cambiamento, che regolano i nostri bisogni.

e quando, all'ultima riunione di redazione di note modenesi, il caporedattore ci ha rivelato la domanda che sarà il filo rosso del prossimo numero...
mi sono messa le mani nei capelli.

perchè la risposta è su tutti i cartelloni pubblicitari. è in televisione, è in mano agli agenti di marketing, è sulle riviste. tutte le riviste.

- perchè nessuno si ribella a questa crisi?

domenica 20 settembre 2009

devo farne una tragedia per forza, di questa questione dell'università. sì. non c'è altro modo per affrontarla. dovrò piangere e disperarmi e farmi prendere dall'ansia prima degli esami. magari boicottarne uno per la prima volta. poi stare male e perdere la stima per me stessa.
non ci sono mezze misure.

se solo potessi pagarmi le tasse da sola... sarebbe diverso.
sarebbe diverso?

affogo nello stress e nella s-consolazione.
per così poco.

e mi torna in mente che non so fare niente, io.
non ho attitudini particolari, abilità straordinarie, io.
anche il mio carattere non mi consente di fare chissacosa. una fifona. che non viaggerà mai da sola, nè saprà mai parlare in pubblico o imparare ad andare sui roller.

lo sento.
che sto per perdermi da qualche parte nella mia testa. a volte succede e quando è così devo prendermi una pausa da me stessa, allontanarmi. stare in mezzo alla gente. ad ogni costo.

io sono la persona che ha la peggiore influenza su me stessa. l'amica che, se fossi mia madre, mi sconsiglierei di frequentare.

luca è via.
e forse questa è una grande occasione. per affrontare i miei demoni in santa pace.
spero di non farmi del male.

venerdì 18 settembre 2009

CONFUSIONE è una parola che maffascina.

eppure
mi sembra che farima con CONFLITTO

e pure
con
FUSIONE.

sono confusa.

mercoledì 16 settembre 2009

viaggio a gliangeli

quanta pioggia.
otto non vedeva la strada e non vedeva il cielo. solo un muro di luci impazzite riflesse dall'asfalto bagnato.
alle 7.30 quella maledetta strada per Bologna rigurgitava lavoratori diretti a Modena.
otto guidava con gli occhi stretti e la mente attenta, per arrivare sana e salva all'aeroporto.

elle: -metto un po' di musica?-

8: "NO!"

elle: -posso cantare?-

8: "NO! mi distrai!"
"però puoi appoggiare la tua mano dove la tenevi prima"

il caldino della mano sinistra di elle sulla mia coscia destra era all'improvviso importante.

"EH! però stai fermo che mi distrai. fermissimo."

arrivati a bologna otto parcheggiava in divieto, pur di non doversi arrampicare con la sua vetturina per una salita che le faceva sudare freddo ogni volta, chissàperchè.

mentre guardo elle raggiungere il suo gate penso che potrei farmici la doccia con le lacrime che si stanno precipitando dalle mie guance. per fortuna ho gli occhiali e un cespuglio di capelli che mi nascondono i pensieri.
ecco che posso soffiare un bacino di rassicurazione ad elle, senza fargli sapere che le dighe hanno ceduto.

mercoledì 2 settembre 2009

RITOrNO ALLA NONNA PATRIA

e quando avrò i capelli così ricci e duri da non poterli far passare fra le dita, saprò di essere a casa di mio padre, nella mia nonna patria.

elle dice che il mare salentino è il mio elemento. non credevo di pensarlo mai. ma oggi è vero.
quel profumo di casa mia. quel sole. quella frutta, quella verdura. quello sporco di paesino di mare.

è il primo anno che manco da là... e mi ritrovo a scapparvi per una dose veloce.
sento già le lacrime della città tornare indietro.

martedì 1 settembre 2009

influenza suina

non mi sono incolonnata e non mi sono persa.
io non mi sono neanche ammalata.

il giorno otto agosto (bollato come "il giorno più trafficato del 2009 in italia") ho raggiunto l'areoporto di bologna, da modena, in mezz'ora. con un anticipo imbarazzante ho fatto il check-in e tutto il resto.
ho bevuto un ultimo espresso vero. amaro e corposo. e basso fin troppo.

sull'areo c'erano italiani e inglesi. andavamo a londra. aereo piccolo. paranoie da bar sull'influenza suina. ma nessuna crisi di stupidità.
ma due italiani avevano le mascherine. e pure i guanti di plastica.
che vergogna che imbarazzo, che imbarazzo che vergogna. le hostess affrante cercavano di spiegare, nell'unica lingua a loro disposizione (inglese) che non c'era di che preoccuparsi. ma glitagliani testoni stavano zitti e aggrottati e ansimavano sotto le loro mascherine bianchissime.

arrivata in inghilterra non ne ho più viste.

a londra, caldo misto freddo e sole misto pioggia. cibo carente di vitamine e giornate intere fuori casa, sui mezzi pubblici, nei parchi pubblici, in locali pubblici...
tutti gli ingredienti per farsi prede della grande pandemia globale.

io non mi sono ammalata. e neanche il mio ragazzo e neanche gli amici che viaggiavano con noi e neanche i teachers del corso di inglese e i barboni per strada. non si sono mai ammalati neanche tutti i grafici conosciuti là. neanche richi, che ha un appartamento davvero fichissimo, te lo giuro!

ma secondo me devono essersi ammalate, ne sono certa, quelle ragazze inglesi che di notte camminavano a piedi scalzi sul vomito di altre ragazze inglesi scalze, dentro i clubs (che sono le nostre discoteche). fuori dai clubs se ne andavano in giro ubriache e scalze, con scarpe dai tacchi altissimi appese al collo oppure strette fra le mani artigliate.

martedì 4 agosto 2009

mail a un amico




non è la prima volta che, nella frenesia del "raccontami tutta in poco spazio", condenso in una mail ad un amico, tante spiegazioni che mi si spiegano sul momento.
non sarà l'ultima volta che, nella mia ansia di genuinità, pubblico il testo di una di queste mail.

" ciao, E, scusa per tutto il tempo che è passato dall'ultima!


caro E! per rispondere alla tua domanda: non do esami da febbraio!!! quando ci penso (spesso) calo in uno stato di semi-depressione. mi sento un fallimento...
anche perchè per ben due volte ho tentato di studiare ma gli eventi della vita mi hanno sempre portato da un'altra parte! :(

io sto abbastanza bene. in realtà, abbastanza sta per "qualche crisi di ansia/identità/smarrimento. l'altro giorno mi sono risposta che tutto questo è causato dalle tante cose diverse che ho fatto quest'anno. come al solito troppe e troppo diverse. la mia identità si perde e in certi momenti. smetto di identificarmi con me stessa. sono una istruttrice di ginnastica? una sportiva? una giornalista? un politica? una studentessa? un'artista? una organizzatrice di eventi? sono giovane o sono adulta? sono adulta o sono vecchia? sono intelligente, sono immatura? sono ingenua?


per quanto possa sembrare eccitante vivere tante avventure nell'arco di un anno, la realtà è che non si riesce ad assaporare tutto. si perdono di vista gli amici. si perde del tutto il senso della direzione: dove sto andando?

l'unico punto fermo è rimasto il moroso. con tutti i pericoli del caso!

capita che casco dal pero ricordandomi che sono giovane.

il mio periodo politico è ora in ferie e credo che ne rimarrò fuori ancora per molto. c'è stato un mese (forse due) in cui frequentavo solo politici e giornalisti, non tanto per determinazione ma per i casi della vita, per il momento caldo delle elezioni. è stato il mio debutto. divertente, all'inizio, interessante poi, faticoso alla fine. anche lì mi sono accorta che ero stanca di dover essere sempre perfetta per non deludere le aspettative della ragazza giovane e bella. che fatica!

ne è seguito il periodo da studentessa, fallito miseramente a causa degli impegni in gazzetta. ed ora, ieri, è finito il periodo della sportiva, in cui ho lavorato in un centro estivo sportivo con dei giovani. ti giuro che c'ho messo due settimane per abituarmi. ormai non uscivo con dei giovani (e cmq anche questi avevano sui 30/35!) da mesi... e non sapevo più comunicare con loro...

come vedi, la schizofrenia è sempre di casa, qui nella mia testa.

sabato parto per londra per imparare l'iinglese e sono in crisi. perchè?
mah. eppure vorrei scappare al mare e dimenticarmi di esistere.
dimmi. tu cosa farai questa estate?"



in allegato qualche immagine di quest'anno. così! ;)

venerdì 31 luglio 2009

dell'orgoglio

ci sono delle persone che l'orgoglio se lo tengono in tasca. io che l'orgoglio è un neo appoggiato vicino al naso... non posso capire. il mio orgoglio è lì da quando sono nata e non posso toglierlo. sarebbe un'operazione dolorosa e non mi riconoscerei più allo specchio. invece ci sono persone che, tutt'al più lo tengono nella tasca, come luca.

elle, è l'unico che io conosca che riesca a fare a meno dell'orgoglio in modo così saggio. è commuovente. è un miracolo. lo lascia cadere, come se fosse il gingillo senza grande valore che, in effetti, è. l'orgoglio. e così. invece di darmi un out out mi dice ti amo e resta con me, scema che non sei altro.

allora io dico va bene.

domenica 26 luglio 2009

il corpo delle donne

e certe volte mi sento sola ad essere una donna.

come quando, da adolescente, mi vergognavo di essere una femmina. di avere un corpo da femmina che si muoveva da femmina e odorava di femmina.

mia sorella invece, da adolescente, lo so che prova un suo tipo di vergogna ad essere femmina, e si difende usando il suo corpo da femmina come lo userebbe un maschio.

due modi di reagire a sensazioni che non so spiegarti. come se il mondo fosse per la maggior parte maschile ed io facessi parte di una minoranza. come se il senso di colpa facesse parte di me, geneticamente. come se lo scopo fosse essere notate dal mondo maschile, per andare avanti. come se fosse un dovere odiare le donne più belle. come se avvertirsi subalterna fosse, ad ogni modo, un capriccio da femminista rompicoglioni che non sa divertirsi.

ci terrei che tu guardassi il video del link. clicca sul titolo del post. il video è stato realizzato da Lorella Zanardo. suo è l'omonimo blog: il corpo delle donne.
otto rideva in macchina, sola.
c'è una risata che le viene solo in certe occasioni. è un ridere della situazione, che la scuote a tratti esplosivi. la fa vibrare tutta e le riempi gli occhi di umidità.
è la risata del "non ci posso credere!" AHAHaha ah ah...mmhhfffahaAHAHAAA!!!!!!!".
è facile segnalare il criterio col quale la risata esplode in certi momenti e non in altri.
è la risata del "ancora una volta sarò pagata per qualcosa che non so fare!!".

l'altro giorno, ad esempio, otto rideva in macchina, sola, di ritorno da un colloquio avuto con la sua nuova datrice di lavoro. ebbene. dal 29 settembre, otto verrà pagata come una vera professionista per fare un corso di fitness di cui sarà interamente responsabile. non solo. sostituirà un'insegnante di pilates quando avrà i suoi ricorrenti problemi lavorativi.

io non so neanche cosa sia pilates. e soprattutto: non so usare lo step. spero vivamente che otto lo sappia o lo impari al più resto!

e così, dicevamo, che otto rideva in macchina. rideva di gusto. e pensava che ha trovato il modo per fare sport senza pagare: insegnarlo!

AHAHAhahaha....

video. salvini. napoli. roma. modena. e gossip politico sia...

...però a me sembra di fare informazione. speram.

MODENA. È un ventiduenne modenese l’autore del video che ha fatto il giro dell’Italia, in cui si distingue chiaramente l'europarlamentare leghista Matteo Salvini intonare un coro da stadio contro i napoletani, durante una delle serate del raduno per il giuramento della Lega Nord, a Pontida. Il ragazzo che ha girato il video, “armato di curiosità e di una macchina fotografica vicina all’esaurimento batterie!”, - ci tiene a precisare - si chiama Gabriele Casagrande ed è laureando di Scienze della Comunicazione presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Si trovava nella provincia bergamasca per concludere, con una ricerca sul campo, il suo lavoro di preparazione della tesi di Laurea sull’uso politica dei temi dell’identità e della tradizione da parte della Lega Nord. “Mi sono molto stupido di essere il solo “non legista” presente a Pontida. Non ero lì in quanto giornalista, ma in quanto studente volenteroso di sapere cosa fosse la Lega Nord. Non ero intenzionato a delegittimare l’attuale Governo, ma a documentare come si esprime e come sta cambiando la Lega Nord. Eppure sto vivendo attimi di celebrità perché la stampa ufficiale semplicemente non c’era!”. Cosa hai fatto del tuo documento audiovisivo? “Ho atteso qualche giorno e, il 18 giugno, ho deciso di pubblicarlo su you tube. Per due settimane il video non è stato considerato”. Il video è stato “scoperto” dal quotidiano La Repubblica, che lo ha portato all’attenzione del grande pubblico, ma tu non hai in alcun modo cercato le attenzioni della stampa. Perché? “Non mi sembrava il caso di fare chiasso per quello che era il risultato di una festa in cui era circolato molto alcool. Nessun partito italiano, in fondo, è estraneo a episodi simili, in cui qualche suo iscritto si lascia andare. Il video, così decontestualizzato, racconta una storia diversa da quella di cui sono stato spettatore”. Eppure ora, grazie a You Tube e Facebook il tuo documento ha fatto il giro dell’Italia. Questi strumenti di social networking hanno fatto un servizio all’informazione oppure no? “Ho potuto constatare personalmente che ci sono modi diversi di utilizzare questi strumenti. Se utilizzati con senso di responsabilità possono dare un grosso contributo all’informazione. Ad esempio: ho scatenato un dibattito politico su scala nazionale e anche certi imbarazzi all’interno del partito senza che fosse il mio scopo premeditato, ma solo facendo informazione”.

martedì 21 luglio 2009

uno di tre

cerco il grande amore, il grande sesso o la grande convivenza pacifica?

ho capito che bisogna scegliere.

lunedì 6 luglio 2009

zac!
ed ho i capelli cortucci.
e subito sembro più giovane, faccio la piùgiovane e mi prendo meno sul serio.
ieri una vecchia amicizia mi parlava di una vecchia nemicizia che adesso ha i capelli lunghi lunghi fin qui. e mi diceva: è un sintomo. se una ha bisogno di farsi crescere così tanto i capelli dev'essere profondamente insicura.
sono contenta di essermeli tagliati due giorni prima di questa conversazione.

martedì 30 giugno 2009

chepoisono4

ci sono due o tre uomini della mia vita chepoisono4 che sono importantissimi perchè quando ci parlo ritrovo unsenso unenergia che avevo perso daqualcheparte.
uno è il mio elle, che è il secondo arrivato.
il primo arrivato è emme, che mi fa da cordone ombelicale con un pezzo di infanzia e due parti di adolescenza che ultimamente non ci parliamo mai comesideve ma ci vediamo spesso sempre e comunichiamo con gli occhi.
un altro è unaltro emme che non è arrivato da molto ma quando si parla ci si dicono millemila cose che con gli altri forse non saltano fuori, nè dentro.
poi cenè uno nuovo che si chiama pi.

sabato 27 giugno 2009

salvavita


ne basta una, di giornate così, per capire che sono più propensa a fare
, che a studiare.
nel leggere il libro di storia dell'africa, infatti: mi sono mangiata tutte le unghie. poi tutte le pellicine. poi ho torturato i capelli. qualcuno è anche caduto. ho controllato la casella mail infinite volte. ho mangiato cose che non volevo mangiare. mi sono sentita una cicciona paurosa. ho girato per casa specchiandomi in ogni vetro. ho deciso che ero brutta. ho deciso di andare a correre, non appena avessi finito di leggere le mie solite 10 pagine. ho rimangiato. mi sono ritorturata. non c'ho capito un cazzo del libro.

fino a pochi giorni fa ero convinta che, da grande, avrei fatto la studiosa-scrittrice-donna di pensiero.

ma l'altro giorno, ho vissuto un attimo di panico illuminante: quando studio io sto male. ma davvero male.
mi debilito in tutti i sensi e le direzioni. senza scampo.
gli esami, per me, sono momenti bellissimi. e dopo averne superato uno, non posso fare a meno di prendermi un periodo di "ferie" dai libri, per lavorare come una matta.
rinasco. non c'è dubbio. sembrerà banale detto così ma... apro gli occhi. sugli amici di cui mi ero nel frattempo dimenticata, sulle piccole cose belle e brutte del vivere, sulla natura. anche sulla natura, sì. vedi?
quando studio mi chiudo tutta. è come se non vedessi, non udissi, non sentissi gli odori...
non mi godo niente!
mi sono fatta prendere dal panico quando ho fatto questa scoperta.
all'improvviso non sapevo più quale fosse la mega-aspirazione della mia vita (quella che ognuno ha, tipo: diventare un astronauta, mangiare carne di serpente, andare a vivere a new york, diventare un artista famoso...).
ma ora, ci ripenso. mi sa che ho scoperto qual'è e qual'è stata la causa principale delle mie depressioni.
una scoperta importante. per una medicina salvavita.

we ride

non è vero che si è concluso ieri. e non è neanche vero che è stato pubblicato questo articolo.
ma pubblichiamolo, visto che c'ho lavorato e che l'iniziativa è stata molto bella.

MODENA. Si è concluso ieri sera il fine settimana di chi ama la bicicletta e lo skate; di quelli che preferiscono l’arte urbana al degrado e che apprezzano il graffitismo; di chi desiderava vedere un bus londinese a due piani nella sua città emiliana e magari farci un giro, dopo aver visitato una mostra fotografica; di quelli che ricercano sempre forme d’arte innovative, e dei fans degli eventi firmati “ICONE”.

Si è concluso ieri il fine settimana titolato “We ride”: un maxi evento itinerante reso possibile dalla collaborazione fra diverse realtà artistiche e culturali giovanili, sparse tra Modena e Vignola e promosso dal Comune di Modena.

Venerdì 19 giugno, il giovane fotografo Luca Carta, che opera da anni nell'universo dello skateboard, ha inaugurato la sua mostra fotografica presso lo Spazio Avia Pervia, di via Paolo Ferrari 51/a. Gli utenti della mostra sono poi stati invitati a percorrere le strade di Modena a bordo di un caratteristico bus londinese a due piani. Il bus, tra fermate nei luoghi più frequentati di Modena e le due ripartenze dal via, ha ospitato almeno duecento persone, intrattenendole con musica e drink. Al Parco Amendola, capolinea della festa in bus, alcuni street artist si mettevano all’opera per decorare le pareti esterne del Red Lion estivo. Ora il bar, che ogni estate diventa luogo d’aggregazione, va ad allungare l’elenco delle tante infrastrutture di Modena interessate da interventi di arte urbana riqualificante.

Ieri, domenica 21, questo elenco ha preso le forme di una mappa dettagliata, con tanto di percorsi pedonali, ciclabili e fermate dell’autobus, per fornire alla città la geografia degli investimenti che il Comune ha fatto sulle forme d’arte innovative, concedendo spazi urbani e promuovendo bandi per valorizzare la tante ricchezze artistiche attive sul territorio.

ieri, alle 17, uno sciame di biciclette è partito dallo Spazio Avia Pervia, per raggiungere le soste indicate sulla mappa. Tra le tappe più rilevanti, alcuni luoghi decorati da artisti di richiamo internazionale: Blu, Ericailcane, Herbert Baglione, Sat One. Tra i luoghi di culto per chi ama il graffitismo: Teatro delle Passioni V.le C. Sigonio; Cavalcavia Ciro Menotti/Maserati Sottotangenziale Via Massarenti; Ex Palazzo dello Sport Viale Molza.

venerdì 26 giugno 2009

senza michael

alla fine è come se non fosse mai esistito, per me. no?
cioè... non l'ho mai visto dal vivo, nè l'ho toccato; non c'ho mai parlato, nè ho pestato superfici su cui è passato pure lui. poteva essere la creatura di un romanzo. per me non sarebbe cambiato molto.

eppure.
che colpo.
apprendere la notizia della sua morte.
ho pensato:
i miei figli cresceranno in un mondo senza michael jackson?
proverò a spiegare loro cosa rappresentava quel grande cantante. il mistero della sua vita piuttosto infelice. ma sarà quasi impossibile rendere l'idea della presenza reale e biologica e intellettiva, di quella creatura bianchissima, dai tratti somatici appuntiti e inquietanti.
oggi suo fratello annunciava alle televisioni la notizia della morte. suo fratello è nero, chiaramente. ma ormai c'avevo talmente fatto l'abitudine che non mi sono soffermata a pensarci.

eppure.
che colpo.
per qualcuno che non è cresciuto osservando i suoi cambiamenti...

a me michael stava davvero simpatico. era sofferente e solo. avrei voluto dargli un bacino.

martedì 23 giugno 2009

otto e lo yogurt

orgogliosa della sua nuova invenzione, Otto, prese lo yogurt dal freezer. lo aprì facendo un po' più forza del previsto. capovolse il vasetto ed incoraggiò il latticino congelato a sgusciarne fuori dolcemente.
nonusciva.
Otto non era, ancora, avvilita. prese un coltello e tagliò il vasetto su un lato. lo aprì come un'albicocca, a metà.
tlaNtlaNNN.
lo yogut, ingessato dal freddo, caddè nella ciotola con rumore metallico.
un bel cubetto gelato alla pesca.
ma Otto non aveva previsto il bastoncino.

domenica 21 giugno 2009

l'angoscia detta infretta:


ciò una tristezza annidata nella parte davanti della testa sesolo riuscissi a starnutirla. dov'èilpepe!?

sabato 20 giugno 2009

comincio a studiare

mi sveglio adesso, all'alba delle 23.30, da un torpore che mi ha coccolata, invadente, per tutto il giorno. certe volte proprio non capisco perchè mi prende, quel fantasma di ovatta. apro gli occhi al mattino e lui è lì, a tenermi la testa avvoltolata nel suo mantello.

è stata una giornata sbagliata. e forse è anche colpa sua.
mi sta per venire un crampo qui. in questo punto che chiamerei stomaco. ma non è proprio un crampo allo stomaco... è un dolorino speciale al senso del dovere. lo chiamerò "pianto di colpa".
il pianto di colpa è quando ti si stringono i muscoli intorno allo stomaco e per un attimo respiri un po' meno. il pianto di colpa ti viene quando sai di non aver portati a buon fine qualcosa che ti eri ripromesso di fare. io, ad esempio, volevo finire di leggere il capitolo 2 di storia dell'Africa.

venerdì 19 giugno 2009

TI

ho passato due anni a torturare questa storia. con la paura di rilassarmi sulle cuciture di un legame che avrebbe potuto slacciarsi, lasciandomi cadere in chissà quale luogo dimenticato, di me stessa.
due anni a cercarmi al di fuori di questo abbraccio. scalciando l'amore per paura di assuefarmi. mordendo la lingua per non abbandonarmi ai sensi. una ricerca perpetua che mi ha lasciato due rughe: una qui e una qui.

non so se questa lotta è servita a qualcosa.
ma adesso è finita. e adesso che mi riconosco libera da te, finisco per dirti: che sollievo, dalla paura di vivere, sapere che ci amiamo.

lunedì 8 giugno 2009

il dafare finito è fisiologicamente devastante

ebbene, adesso lo dico senza ritegno:

mi sono divertita, in fondo, questa sera. a seguire gli scrutini per le elezioni comunali a castelnuovo e san cesario.
mi sono divertita a trovare i numeri dei candidati sindaci dopo ore passate col naso nell'elenco telefonico. ad escogitare strategie da depravata: come verificare i legami di parentela tra nomi vicini sull'elenco: "ah, salve signora neri, senta, ma lei non sarà mica parente di daniele neri di san cesario? ah no? ecco, si, per favore, chieda pure a suo marito.............. ah, vede! lo sapevo che eravate cugini lontani... non avreste mica il modo di recuperare il numero di cellulare di daniele? No però sà in che via abita sua nonna! oh, ma che bella notizia, mi dia pure la via!"... ecc ecc...

mi sono divertita a rispondere, soffocando le risate, alle doppie telefonate di quel giornalista della gazzetta, che mi chiedeva se ero disponibile a lavorare su castelnuovo. " si, diponibile. faccio io". ma poi: dddrrrrrrrrrriiiin: "ciao linda, sono c. g della gazzetta, saresti disponibile a lavorare su castelnuovo per le elezioni comunali?"
....................mh....................

mi son divertita pure ad essere seguita da qualcuno della gazza. mai successo. giuro! mi piace.
driiiin: "linda, tieni duro tieni duro tien duro!"
driiiin: "linda sii tenace, i pezzi vanno bene, resisti"
driiiin: " mancano solo le preferenze. coraggio, che poi per quattro anni non se ne parla più"


è stato divertente far trattenere giacomo, l'addetto stampa di castelnuovo, (il miglior addetto stampa del mondo, forse perchè ha appena cominciato) nel suo ufficio per tutto il pomeriggio e la sera, fino alle 23.30 per avere i benedetti dati delle benedette preferenze dei maledetti candidati al consiglio comunale di castelnuovo.

e poi....

sarà il canto delle cicale che entra da questa finestrella e fa tutto nostalgico...
ma quasi quasi mi dispiace che sia finita. la campagna elettorale per richeldi, a formigine, intendo... che idealmente era per me diventata tutt'uno con le elezioni europeeprovincialicomunalimondialiuniversali, tutto in una bolla di frenesia comunicativa (per comunicare alla gente: votate come me che andate bene e io mi becco lo stipendio, vi preeeego).

sarà che ho sonno e posso finalmente andare a letto, dopo un mese di notti bianche, ma forse non è stato tutto uno spreco abbandonare silenziosamente l'università per fare questa esperienza.

domani mattina cambierò idea.
ma stasera è tutto bello. anche il fatto che pattuzzi sia andato al ballottagio a sassuolo. così i cassintegrati che gli fanno la campagna potranno lavorare ancora un po'. e la mia mostra non dovrà essere smantellata.

ecco, questo è il momento in cui attacco ferocemente con le cazzate e clicco su pubblica per limitare i danni al blog.

domenica 7 giugno 2009

austismi elettorali.

fino alle 22 di stasera, nella nostra regione ed in molte altre, si sta votando per rinnovare le amministrazioni comunali e provinciali. anche a sassuolo e a modena, naturalmente. immagino centinaia di cittadini sassolesi recarsi alle urne, in queste ore. immagino che molti di loro confermeranno graziano pattuzzi. che molti altri opteranno per il cambiamento. immagino che entrambe queste categorie di elettori avranno in mente, più o meno nitidamente, il motto della lista civica di Pattuzzi, che nell'ultimo mese si è imposto ad ogni angolo di sassuolo.
con il faccione del sindaco in tonalità di grigio su sfondo verde (sì, grigio e verde, santo cielo!), una frase chiara e d'effetto: SASSUOLO PRIMA DI TUTTO.
certo. quale altra può essere la priorità del candidato sindaco del centro sinistra, l'attuale primo cittadino di una realtà controversa come sassuolo? non i sassolesi, che sono solo una parte dei suoi abitanti, ma sassuolo. e poi sassuolo ti ha fatto, sassuolo hai governato. sassuolo ti può distruggere. SASSUOLO PRIMA DI TUTTO.
fila...

città diversa, elettori diversi, orientamento politico diverso, stesso motto: MODENA PRIMA DI TUTTO
è una lista civica provinciale, che sostiene Luca Guelfi assieme a pdl e lega nord. faccione a colori su sfondo giallo e viola. il messaggio, anche qui, è chiaro... certo: è lo stesso messaggio applicato ad un'altra città! anche l'orientamento politico è chiaro: qui ci troviamo al centro (?) destra.
anche qui una città protagonista delle idee di una intera lista civica.

e infatti MODENA PROTAGONISTA è pure il motto di chi candida Barcaiuolo al consiglio comunale di Modena, ossia: ag modena, il lato giovane del pdl.

possibile che nessuno si sia accorto dei chiari sintomi autistici di questo tipo di comunicazione politica?

lunedì 25 maggio 2009

la rivoluzione della realtà

stamattina ritrovo la mia firma in prima pagina.
ci speravo fortissimo!

ma mi viene, all'improvviso, una considerazione. mi viene come uno starnuto: ho fatto capolino sulle prime pagine della gazzetta solo per dare cattive notizie.
e starnutisco ancora: le prime pagine dei quotidiani danno solo cattive notizie!
le buone nuove che trovano spazio sul primo tovaglione quodidiano riguardano le vittorie di qualche squadra di calcio, ed anche in questo caso... l'altra metà dei tifosi ricevono, in realtà, la notizia di una sconfitta!

vorrei andare in prima pagina per annunciare la rivoluzione della realtà: - non è tutta disperazione morte e vandalismo, la vita degli italiani! e se questo vi annoia, accendete pure la televisione!-

ma non accadrà mai. temo.
perchè gli italiani accoglierebbero subito il consiglio. forse accenderei la televisione anche io, almeno ad ora di pranzo!

venerdì 22 maggio 2009

la favola della realtà

sì, il meccanismo dell'informazione è qualcosa che fa ribrezzo. giornalisti della carta stampata, fotografi, giornalisti televisivi, politici, addetti alla comunicazione: in un grande girotondo vizioso che produce... la realtà.

la realtà come un film.
e ci piace tanto guardarla, con i piedi scalzi abbandonati sul tavolino ed un sacchetto di patatine appoggiato sulla pancia. ci piace anche quando ci sono le scene di violenza, quando ci fa piangere, quando ci fa paura, quando ci fa ridere, quando non ci possiamo credere...

la realtà ci intrattiene sempre con nuove, mirabolanti avventure umane prodotte e insaporite per noi consumatori.