giovedì 12 novembre 2009

ma dove facevano la pipì?

da tre giorni scrivo a proposito di una storia di licenziamenti, comignoli e ammortizzatori sociali negati. da tre giorni!! in tutto credo di aver scritto... otto articoli? nove?

in realtà credo che l'intera faccenda possa riassumersi così: dieci operai, che poi erano nove e sono diventati otto, sono saliti sul tetto dell'azienda per manifestare come quelli della innse di milano perchè gli sembrava che potesse funzionare. l'impresa voleva metterli in mobilità senza ammortizzatori e loro invece volevano ammortizzare e così eccoli lassù che guardano in giù verso noi giornalisti. noi, che ogni mattina al risveglio, come prima cosa andiamo a vedere se sono ancora sul tetto e poi cominciamo a intervistare i soliti: sindaco, sindacalisti, proprietari, colleghi, mogli, prefetti, il papa e lo spirito santo. i soliti ci dicono le solite cose: andiamo a trattare in confindustria, niente. andiamo a trattare il provincia, niente alla seconda, andiamo a trattare dal prefetto, riniente. torniamo a trattare dal prefetto: e questa volta ce la fanno. gli operai tornano a casa felici contenti licenziati e anche puzzolenti, credo.

ora.
ho imparato molte cose da questa esperienza:

-- scrivere mi fa venire un gran male ai gomiti. ho proprio la nevralgia che mi sale lungo l'avambraccio fino al collo. ne ho parlato con davide e mi ha detto che lui scrive appollaiato. adesso ci provo anche io... come si fa!?

-- se d'ora in poi tutti salissero sui tetti a protestare... smetterebbe di chiamarsi "lotta estrema". e qualche creativo dovrebbe inventarsi una nuova forma di protesta più spettacolare. sono curiosa di vedere i prossimi effetti speciali...

-- c'era più meridione nei dintorni della Sitcar che nel paese salentino dove trascorro le ferie estive. tra gli operai, i giornalisti e le forze dell'ordine avremmo potuto costituire la lega dei terroni curiosi: tutto il giorno lì a vedere cosa facevano sti operai sul tetto. e sapete cosa facevano? niente. proprio come noi che li guardavamo. insomma. il grande fratello ma un po' più culturale!

-- faccio fatica a centrare la notizia. lo sapevo già ma questa volta mi sentivo una bambina acca. non so fare il riassunto dei miei pensieri.

-- se un signore che puzza di sudore ed ha un herpes sul labbro comincia a gridare "venduti" ai sindacalisti, ma nessun giornalista si interessa a lui, non è il caso di avvicinarlo. attaccherà a gridarti in faccia la storia degli operai buoni e dei sindacati cattivi senza lasciarti andare via e un carabiniere dovrà salvarti dalle sue grinfie con una scusa banale... (e sarà imbarazzante!).

-- impari a odiare i giornalisti avversari dalla firma ma impari ad apprezzarli dal loro profilo facebook.

-- impari ad avere timore dei giornalisti bravi che, dalla redazione, ti commissionano i pezzi, e poi ti addormenti serena alla sera mentre loro ti leggono la favola del tuo articolo corretto..

-- se accetti di andare a verificare che ci siano davvero sei operai su un tetto devi accettare che questa diventi la tua principale mansione per il resto della settimana, almeno.

-- il mio cognome sembra una poesia al confronto con certi altri: josafatte palermo (non ho ancora capito qual'è il nome e quale il cognome) , frattoluso, carlo (sì, carlo è il cognome. di nome si chiama antonino!).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo al 400%

La gente che è su quel tetto (e li conosco uno per uno) non in grado di muovere un dito autonomamente. Sono parassiti, hanno sempre e solo bisogno di qualcuno che gli dia un lavoro, di uno stato che gli dia ammortizzatori sociali a gogo, di assistenza perenne insomma.
Se tutti i politici che hanno parlato a sproposito li conoscessero, se quelli fossero i dipendenti delle loro aziende, più che con un'ammortizzatore sociale li avrebbero convinti a scendere con l'aiuto di un kalashnikov...

Da tutta questa vicenda ho capito che se c'è una cosa con attendibilità zero in questo paese... Beh... Si chiama Mass Media.

Anonimo ha detto...

...who knows what's funny laugh ????