giovedì 19 novembre 2009

i lavoratori lar: una crisi annunciata

FORMIGINE. Ieri mattina l’ingresso della Lar era presidiato dai 54 lavoratori in sciopero. Dopo 39 mesi di cassa integrazione ora i dipendenti si trovano faccia a faccia con il licenziamento. L’angoscia è palpabile ma la situazione è in costante evoluzione. I sindacati attendono che il proprietario dia garanzia di non procedere unilateralmente con l’avvio della procedura di mobilità, in questo caso gli operai sospenderanno lo sciopero fino al prossimo tavolo di trattativa che si terrà la prossima settimana. I lavoratori e i sindacati sono da anni consapevoli delle evidenti difficoltà dell’azienda, non competitiva sul mercato e penalizzata dall’arretratezza dei suoi macchinari: “Da quando lavoro qui, 2002, - spiega Renè Gogo, - la Lar ha sempre proceduto al ridimensionamento. Noi abbiamo cominciato a stare male ben prima che cominciasse a sentirsi la crisi economica in tutta Italia. Penso che, se il proprietario avesse mai avuto intenzione di far sopravvivere l’azienda avrebbe messo in campo degli investimenti. Invece, complice l’età avanzata, ha favorito un processo di regressione che ci ha portato a questa situazione”. Anche Dario Finotello, impiegato alla Lar da 15 anni, accusa la proprietà di aver messo in campo strategie sbagliate nel corso degli anni: “Basti pensare che solo nel 2006 eravamo in 170, adesso siamo meno di 60 dipendenti. E non solo: macchinari e metodi di lavorazione non sono al passo con i tempi”. Interviene Emanuela Merli, 35 anni, due figli, separata: “Se perdo il lavoro ho davanti un futuro piuttosto buio. Vorrei che l’azienda cercasse alternative alla chiusura, ma la mia paura è che si intenda chiudere ora per poi riaprire domani, con l’azienda ridimensionata sotto altro nome”. Quasi nessuno fra i dipendenti mobilitati, al freddo, davanti alla Lar, crede nella prospettiva di mantenere il posto di lavoro. L’unica speranza riguarda gli ammortizzatori sociali: “Come gli operai della Sitcar. Loro hanno avuto quello che chiedevano: cassa integrazione straordinaria e incentivo all’esodo di mobilità. Meglio che niente e se serve salire sul tetto per garantirsi quei risultati noi siamo pronti a farlo”, dichiarano. “Quando trovare un altro posto è difficile come in questi tempi gli ammortizzatori sociali diventano una prospettiva più che rosea, - spiega Cristian Cottafava, 40 anni - Ci sono ragazzi molto più giovani di me che continuano a non trovare lavoro. La preoccupazione è tanta”. Adani Mafalda, 57 anni, da 22 lavora in azienda. Ora rischia il licenziamento e deve combattere per gli ammortizzatori sociali che l’accompagnerebbero alla pensione. Manuel Kwame vive a Formigine da 11 anni e da dieci lavora presso la Lar. Ha tre figli di cui due in età scolare ed uno disoccupato. Da mesi Manuel sta facendo domanda di lavoro anche altrove, senza risultati: “Non riesco a pagare l’affitto da quasi un anno, cioè da quando siamo in cassa integrazione”. Luisa Toschi, della Femca Cisl e Antonino Carlo della Filctem Cgil annunciano che un incontro con l’azienda è previsto per la prossima settimana. - Linda Petracca

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