giovedì 29 novembre 2007

IMMAGINE

Caro babbo natale,

non ti chiediamo di ricordarti di noi, come potresti? Ormai non siamo più bambine, o almeno così si dice.

Ma siamo sicure che se andrai a consultare il tuo archivio, se cercherai tra le cartelle con le letterine di 10-15 anni fa, ci troverai e saremo catalogate fra le ex-bambine buone.

Non è per peccare di presunzione, Babbo, ma bisogna ammettere che siamo cresciute bene. Ognuna con i suoi interessi: molte di noi lavorano, altre studiano e non abbiamo mai perso un legame speciale con qualcosa di genuino.

La ginnastica.

Ci hai conosciute da bambine e sgambettavamo già, arrampicate ad un attrezzo più grande di noi o alle prese con nastri e clavette a ritmo di musica; con un occhio all’insegnante e un altro allo specchio, per assicurarci di avere le gambe tese, il mento alto e un bel sorriso incerto da sfoderare davanti alle giudici il giorno della gara.

Siamo diventate grandi, dentro e fuori dalla palestra.

E per tutte le volte che abbiamo trascurato la ginnastica per studiare, per lavorare o per realizzare qualcosa di importante, un pizzico di nostalgia ci ha tenute aggrappate al ricordo della palestra.

Caro Babbo Natale, se nel frattempo ti sei ricordato chi siamo saprai che la nostra palestra si chiama Solaris.

Quest’anno la Solaris ci ha fatto una proposta a cui non abbiamo potuto rinunciare: costituire un Gruppo Immagine in cui far confluire le nostre competenze nel modo più creativo possibile.

Abbiamo colto l’occasione come un gioco. Il gioco sta continuando con successo e siamo sempre di più.

Ma non ti scriviamo una lettera per dirti quanto siamo brave. Insomma, non solo! Abbiamo una richiesta da farti: non è che il 25 potresti portare qualcosa anche a noi?

Un solo regalo per 15 persone non ci sembra una pretesa enorme.

Caro Babbo Natale noi desideriamo un bello specchio grande, che possa contenere tutti i nostri riflessi, per poter controllare che le gambe siano tese, i menti siano alti e il sorriso sia smagliante… e che i capelli siano a posto (concedici un po’ di vanità, siamo donne ormai).

Qualora decidessi di esaudire il nostro desiderio però, dobbiamo avvisarti che c’è stato un cambiamento, e se sei un vecchietto aggiornato saprai già, che non siamo più nella palestra in cui andavamo da piccole, ma puoi trovarci il lunedì sera alle 21.00 quando il palazzetto di Formigine, emana luce e musica in mezzo alla sera.

la scienza in piazza

di linda petracca


“Il contenuto della fisica riguarda solo i fisici, i suoi effetti riguardano tutti”

Come fa notare Giancarlo Mori, dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Modena, in queste parole di Durrenmatt si può riassumere lo spirito di “scienza partecipata” che la manifestazione itinerante “la scienza in piazza”, ideata dalla fondazione Marino Golinelli, condivide con l’iniziativa che la ospita a Modena: “la settimana della scienza e della tecnica, organizzata dall’itis F.Corni”.

Infatti da oggi, fino a domenica 2 dicembre, tutti sono invitati a fare un tuffo nella scienza “vera”, quella che non solo si studia, ma si fa. Dove? Impossibile non vedere la grande tensostruttura allestita davanti all’Istituto, in Largo A. Moro, che durante i fine settimana presenterà le sue iniziative per il pubblico di ogni età. Durante la settimana saranno numerose le attività speciali dedicate agli studenti delle scuole superiori e delle scuole medie inferiori interessate. L’obiettivo comune della fondazione Golinelli e dell’Istituto è contrastare l’analfabetismo scientifico, che minaccia i cittadini del domani, avvalendosi di didattiche attive e, perché no, di esperienze divertenti.

Il dottor Marino Golinelli, presidente dell’omonima fondazione, nel porre l’accento sulla necessità di preparare i ragazzi all’inserimento nel mondo del lavoro, loda l’ITIS Fermo Corni per l’atteggiamento positivo che dimostra al riguardo e avanza la proposta di fornire un riconoscimento, da parte della fondazione, ai migliori diplomati.

Contestualmente alla manifestazione, al palazzo dei musei è visibile la mostra itinerante “Expression of hope”, una selezione di opere d’arte realizzate in tutto il mondo da pazienti affetti da Malattie Rare. La mostra nasce negli Stati Uniti dalla collaborazione di molte Associazioni di Pazienti ed è promossa da Genzyme, importante società di biotecnologie che si occupa del trattamento delle malattie rare. “Expression of hope” è nella nostra città a dimostrare che la scienza è anche speranza.

martedì 20 novembre 2007

se l'informazione la fanno i ragazzi

di linda petracca


Ieri mattina, presso l’Itis Corni, si è tenuto il seminario “i diritti in prima pagina, riflessioni sull’informazione fatta dai ragazzi”, in occasione della giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza.

Una riflessione sul tema era d’obbligo alla luce di quanto emerso dalla ricerca condotta dall’Osservatorio sulla Stampa Locale del Cento culturale Francesco Luigi Ferrari. Alla domanda: i giovani fanno notizia? La risposta è tragica: i giovani sono in prima pagina finché si tratta di cronaca nera, ma quando si tratta di parlare di loro in altri termini, a farlo sono istituzioni che con i ragazzi hanno a poco a che fare. A rimetterci sono loro, naturalmente: che rappresentazione dei giovani esce dalle pagine dei giornali?

–Manca un rapporto stabile fra i giovani e i mass media- denuncia Giampietro Cavazza, uno dei curatori della ricerca.

Ma un dato positivo c’è: le testate locali sono più inclini a lasciare spazio ai giovani. Modena, in particolare, risulta essere una –città speciale- sostiene Adriana Querzè, assessore all’Istruzione del Comune di Modena, -in quanto i giornalini scolastici ed il riconoscimento di crediti formativi per l’attività di redazione sono realtà diffuse quasi in tutte le scuole-.

L’intervento di Luigi Guerra, prof. ordinario di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento dell’università di Bologna, è illuminante. Il professore vede il giornalismo scolastico come un ambiente compresso in cui sono presenti le basi per una buona educazione alla cittadinanza: la partecipazione, l’autonomia, la collaborazione.

“Il linguaggio dei giovani nell’italiano del 2000” è il titolo dell’analisi di Cecilia Robustelli, professore associato di Linguistica italiana dell’università di Modena e Reggio Emilia, che approfondisce il tema portando i numeri e le statistiche che provano la difficoltà di comunicazione fra media e ragazzi. Robustelli conclude il suo intervento con un invito ai ragazzi di tornare alla grammatica, che a quanto pare versa in condizioni di semi-abbandono, nell’era dei “messaggini”

Infine il momento più atteso in sala: il momento di far parlare ragazzi e… bambini. Sì, perché anche “ i bambini fanno il TG” è un’esperienza didattica importante, promossa da TRC notizie.

la presentazione delle esperienze giornalistiche fatte dai ragazzi delle scuole superiori di Modena e provincia apre inoltre un interessante confronto con i direttori Antonio Mascolo, della Gazzetta di Modena ed Eugenio Tangerini de l’Informazione: le testate locali che hanno promosso l’informazione fatta dai ragazzi.

Le presentazioni dei giornalini: voci dal branco, s.mo.o.l., la gang dei fuori classe, lafragola portano una ventata d’aria fresca nella sala e dimostrano, forse, per una volta, che i ragazzi non coincidono con la rappresentazione che spesso di loro esce dai giornali.

sabato 17 novembre 2007

L'altra geografia

di linda petracca

-Quello che la scuola vi ha raccontato sulla geografia non è vero.-

Comincia così, presso MEMO (multicentro educativo Modena “Sergio Neri”), il primo dei sei convegni del professor Franco Farinelli, uno dei più importanti geografi italiani. E il contenuto di ogni suo intervento sembra voler ribadire il concetto.

Insegnante di Geografia umana, direttore del dipartimento di Scienze della Comunicazione e presidente del corso di laurea in geografia e processi territoriali dell’ateneo di Bologna, Franco Farinelli è autore di molte pubblicazioni, l’ultima delle quali: Geografia. Un’introduzione ai modelli del mondo (Torino, 2003).

Bisogna ammettere che le affermazioni del professore, che tende a riconoscere nella carta geografica una vera e propria agenzia di pensiero, sono innovative e un po’ destabilizzanti se si pensa al modo in cui siamo abituati a ragionare la geografia.

Come non cogliere al volo l’occasione di un colloquio informale con questo illustre professore?

Signor Farinelli lei ripete spesso che, mentre la tradizione scolastica ha sempre presentato la mappa come copia della terra, nell’età moderna è la terra ad essere copia della rappresentazione cartografica. In questo discorso che ruolo gioca la globalizzazione?

La globalizzazione è il frutto di questo processo. La mappa ad un certo punto non riesce più a tradurre quello che è la terra. Cosa può farlo? Il globo. Che però impone di pensare in modo diverso. Impone di pensare ad un ritorno all’arcaico. Noi siamo abituati a pensare in termini di progresso come qualcosa che va avanti, come la logica della carta. Ma se noi pensiamo secondo la logica di un globo.. ecco, ad un certo punto, procedendo su una superficie come quella del globo, è inevitabile il ritorno all’arcaico.

E mentre dice questa frase simula l’esistenza di un globo che, fra le sue dita, compie un giro completo su se stesso e fino a tornare al punto di partenza.

Lei sa di comparire su Wikipedia come saggista e filosofo italiano? Si sente più rappresentante del sapere scientifico o del sapere umanistico?

No, non sapevo di comparire come saggista e filosofo. Davvero è così? Si può risalire a chi è stato?

Comunque, ecco… io credo che non sia possibile fare una distinzione netta. Anzi, credo che in fondo non ci sia differenza. Si può essere matematici e insieme poeti.

In che modo rientrano le nuove tecnologie come “Google Earth” e il navigatore satellitare nel suo discorso? Se rientrano..

Sì, rientrano, certo, ma pongono altri problemi. Sono prodotti tipici della cultura occidentale, si basano sull’illusione, sul trucco. Le immagini che ci presentano sembrano familiari, ma lo sono?

Dobbiamo chiederci: qual è il punto di vista da cui osserviamo?

Professore, lei sa che Einstein è stato rimandato in matematica, e Pavarotti in musica. Lei ricorda spesso di essere stato rimandato in disegno. Questo cosa significa?

Che anche lei è un genio; che la scuola fa pena… o entrambe le cose?

Ahaha… Beh, in effetti penso che la scuola sia mortificante. O meglio, che a volte sappia mortificare le capacità degli studenti.

La nostra conversazione finisce qui, alle 14.55 perché alle 15.00 comincia la sua conferenza. Il ciclo di appuntamenti col professor Farinelli che è rivolto agli insegnanti del comune di Modena e rientra nel progetto “la mappa, la terra, la copia”, è pensato per venire incontro alla crisi della geografia e limitare il divario crescente tra la cultura dei giovani e la realtà in cui vivono.

Scopo fondamentale del corso è quello di orientare i docenti all’uso dei dati e degli strumenti cartografici per il loro uso didattico. Il prossimo appuntamento col professore sarà venerdì 30 presso Memo.

Memo è un centro del Settore Istruzione del Comune di Modena che raccoglie e rilancia il patrimonio di esperienze e di lavoro realizzati dal Centro Documentazione Educativa, dal Centro Documentazione Handicap, dagli Itinerari scuola-città, dal Centro Interculturale.