martedì 30 dicembre 2008

La residenza per anziani fa il pieno

FORMIGINE. Sono trascorsi quasi tre mesi dall’inaugurazione della Residenza Sanitaria Assistita di Formigine, che trova collocazione nell’area prospiciente via Giardini dell’ex ospedale, chiuso dieci anni fa nell’apprensione generale. Per verificare l’andamento dell’ RSA, ci rivolgiamo a Emilio Mazzoli, direttore di questa nuova realtà che, assieme al centro prelievi ed ai poliambulatori, costituisce, dal punto di vista spaziale ma non gestionale, il nuovo polo socio-sanitario del paese.

In contesto gestionale l’ex ospedale di Formigine rinasce dalle ceneri come RSA, e che investimento è stato fatto?
“L’operazione per la realizzazione dell’RSA è avvenuta nell’ambito della Legge Merloni, o projet-finance, cioè una partecipazione pubblico-privato. La gestione vede in prima linea “Residenza Formigine Srl”: una società formata ad hoc, in convenzione con le Amministrazioni comunali di Formigine, Sassuolo, Maranello, Fiorano e con il Distretto dell’azienda Usl”, spiega il direttore Emilio Mazzoli. “L’investimento non è stato di poco conto, quasi 6 milioni di euro, compreso il lotto ancora in fase di costruzione, che sarà operativo dall’estate 2009”.
Che richiesta c’è e quanti ospiti può accogliere il complesso?
“Ospitiamo già 48 persone sui 50 posti fruibili, che diventeranno 86 una volta resa operativa l’area a sud, che è in fase di approntamento. Dei 50 posti attualmente disponibili, 40 sono convenzionati col servizio sanitario regionale attraverso l’azienda Usl di Modena. La graduatoria per accedere a questi posti è distrettuale, noi accogliamo gli anziani su indicazione del cosiddetto servizio anziani di Sassuolo. La richiesta per questi posti è molto superiore all’offerta disponibile. I restanti posti sono, invece, a gestione privata e possono essere fruiti dai cittadini indipendentemente dal Distretto. Naturalmente il trattamento è identico fra chi è a titolo privato e chi è in convenzione, cambia però la retta: 105 euro al giorno per i primi, 47 per chi può usufruire dei finanziamenti pubblici del servizio sanitario”.
Tra gli ospiti si registrano discontinuità di provenienza a livello di Distretto?
“La grande maggioranza degli attuali anziani residenti è di Formigine, 21, contro i 17 di Sassuolo, i 2 di Maranello e il singolo ospite di Fiorano.
Quali servizi e figure assistenziali vengono offerte all’anziano che si rivolge all’RSA?
“Accogliamo anziani con livelli di non autosufficienza medio, alto e altissimo, quindi l’assistenza sanitaria copre le 24 ore. Abbiamo una presenza di infermieri e operatori socio-assistenziali in linea con le indicazioni delle normative regionali, oltre a due geriatre, presenti dal lunedì al sabato ed una fisioterapista, per attività di riabilitazione e mantenimento. I bisogni assistenziali vengono soddisfatti nella totalità. Sono garantiti i servizi alberghieri standard ed abbiamo una cucina interna operativa tutti i giorni, anche durante le feste. La Residenza non manca di servizi collaterali quali una Cappella, dove si celebra puntualmente la messa ed una parrucchiera, per creare sostegno dal punto di vista dell’immagine, in un concetto generale di salute. Nel rispetto degli indirizzi regionali, l’organizzazione degli ospiti, e quindi del personale, rispetta i “nuclei” di non più di 20 anziani, a garanzia di un’alta qualità assistenziale e della centralità dell’ospite”. (linda petracca)
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ieri pomeriggio sono stata all'ufficio stampa del Comune di Formigine ed ho fatto una scoperta: la gente legge i miei pezzi.
ok, lo sapevo già.
ma ogni volta che ti trovi a tu per tu con qualcuno che ha letto un tuo pezzo è una prima volta.
lavorare per la pagina della provincia poi, ti sottopone molto di più a queste situazioni. il sindaco di quel paese ti legge per forza. e, con lui, amministratori e consiglieri. gli addetti stampa. il prete. lo sai che lo leggono. eppure quando te lo dicono, ti stupisci ancora. e quasi ti vergogni. (oddio e se c'era un errore di battitura?!). ogni volta mi viene da pensare: non scrivo più!
e poi: ma cosa sto dicendo, scrivo per essere letta.
e poi: parlare è meno imbarazzante di scrivere.
sì, credo che sia così.

lunedì 29 dicembre 2008

per quanto si possa essere cinici e disillusi. per quando il proprio dio sia cerebralmente morto, praticamente un vegetale. per quanto tutto, l'anno nuovo fa un certo effetto.
è nuovo. ed è un anno.
cioè... festeggiando il capodanno ti ritrovi a pensare all'anno avvenire come un tutto, non pensi che l'"anno nuovo" è un'entità inesistente. che si tratta del continuo, esauribile, trascorrere di giorni. vedi, senza volerlo, un avvenire concretizzato in un lasso di tempo concentrato. un futuro in scatola. non tanto diverso da tutte le altre scatole che giacevano sotto l'albero di natale fino a qualche giorno fa. erano i soliti regali comprati all'ultimo momento. ok, dai... qualcuno era azzeccato. ma erano cose comuni, insomma!
eppure, incartate, quelle cose comuni lì sono gravide di una tiepida fantasia di mistero. anche se sei cinico. anche se il tuo dio è moribondo. dai, per un attimo non vedi l'ora di sapere cosa c'è dentro!

ecco. la stessa cosa è l'anno nuovo. è una serie di giornate in fila indiana... cosa vuoi che sia, l'anno nuovo! eppure per un attimo ci credi, che l'augurio di "felice anno nuovo: che ti porti tanta felicità e spensieratezza" si possa avverare.

io sono cinica. e il mio dio è cinico come me. ma ogni gennaio dell'anno nuovo vado a scompigliare il mio aspetto dalla parrucchiera. mi faccio tagliare e tingere i capelli, per essere nuova.

giovedì 25 dicembre 2008

durante il pranzo di natale, le signore di tre famiglie diverse, imparentate da quando l'anno scorso mio zio s'è sposato, hanno intrapreso uno di quei discorsi un po' grotteschi che funzionano come il gioco della dama. si, insomma... uno comincia raccontando un aneddoto schifoso e gli altri presenti, a turno e per associazione, ne raccontano altri, ancora, ancora e ancora. si finisce puntualmente in qualche altro luogo discorsivo che le menti umane, giocando, hanno deciso di raggiungere senza informarne gli ospiti.
bene.
il primo aneddoto, buttato sulla tavola imbandita, riguardava un poveretto in guerra che, non avendo nulla da mangiare, s'era cucinato un topo bello cicciotto.
tra smorfie e cenni di comprensione il discorso ha preso in causa molti altri animali. i serpenti, le cavallette, i vermi che sono ricchi di proteine...

la mia cara bisnonna, che la seconda guerra mondiale l'ha vissuta tutta, salta su: a me hanno cucinato un gatto.
la carne è simile al coniglio, ma le ossa sono più bianche. beh, mi hanno cotto anche dei topi...
ma i gatti... ah, i gatti sono una cannonata!!

martedì 23 dicembre 2008

stavolta scrivo

ho ancora la tremarella addosso. è come se la scossa tellurica si fosse propagata in me e dovesse ancora scaricarsi del tutto.
erano due. le seconde due.
è successo anche oggi pomeriggio, verso le 16.30.
la conclusione di una giornata sbagliata. con: fallimento della sveglia, febbre, stampante che non funziona e conseguente viaggio fino alla redazione, a modena. con la febbre che mi faceva sentire drogata di sostanze da evitare assolutamente.
cammino, nel freddo, fino alla biblioteca, per ottimizzare i tempi concentrandomi in un paio d'ore di studio. dovrei trovare il mio ragazzo, caldo e accogliente, mentre lavora alla sua tesi di laurea. non c'è. male...
m'arrendo alla cattiveria di questa giornata. mi siedo.
terremoto.

-ci è stato intimato di farvi uscire tutti e chiudere la struttura almeno fino a domani-, annuncia una bibliotecaria.

incasso il colpo pensando che chiunque stia scrivendo la storia della mia giornata si diverte un bel po'. e che questo è perfetto come finale. insistendo con altre calamità esaspererebbe la scena.
quindi, se non altro, il peggio è passato, Linda.

comunque sono trascorse una decina di ore. ed ecco altre due scosse. saranno sempre circa di grado 5 della scala richter, a giudicare da come si sono mosse le ruotine della sedia. da come ha sobbalzato la scrivania. e dal modo in cui, per un solo secondo, mi è mancato il mondo da sotto le pantofole profumate al cocco.

ecco. se vogliamo andare a caccia di simboli della nostra epoca, e ci piace sorridere in modo amaro, per farci i fighi, eccolo: non avere il pavimento sotto i piedi, precipitare, ma... con un caldo paio di pantofole profumate al cocco.

è il momento di sorridere amaramente e...
riconoscere che le mie paure si moltiplicano. passa il tempo e passano le minime sicurezze. mi aggrappo a quelle di salvataggio: la famiglia, l'amore.
non funziona. la paura di perderle mi avvilisce e mi svela nuove paure terribili.

no, non sto passando quel benedetto momento che giunge prima o poi nella vita di tutti e ci svela che il cosmo va ben oltre l'appartamentino con dentro la mamma, il papà e la bambola che piange per davvero. non sto vivendo l'età critica della separazione del proprio io dal nucleo famigliare, dell'amore/terrore della libertà. insomma, non è una cazzo di crisi adolescenziale!!
lo so. perchè è diverso.

e questa scossa me l'ha detto, stasera.
è arrivata ad esasperare un'inquietudine diffusa che mi tormentava in questi giorni, fino a farmi ammettere: io ho paura.

mi sento l'eroe stanco di un videogioco d'avventura. ci sono trabocchetti e predatori dappertutto. sto sempre allerta e sono sfinito.

martedì 28 ottobre 2008

intervista maxmesk

Mercoledì prossimo 22 settembre si conclude a Castelnuovo “Parlando di Nuvole”: rassegna dedicata al fumetto italiano, che giunge quest’anno alla sua terza edizione.
E parlando di nuvole, appunto, con Massimiliano Meschiari, Assessore alla Cultura di Castelnuovo Rangone, si scopre che “il rapporto tra fumetto e Castelnuovo è molto lungo. Già negli anni ‘80 fu realizzata una prima rassegna di incontri dedicati al fumetto. In tempi più recenti, nel 2003, abbiamo intitolato un parco pubblico a Sandro Pertini, visto attraverso i disegni che di lui realizzò il mitico Andrea Pazienza. “Parlando di nuvole” è nata nel 2006 grazie al lavoro di Francesco Morsiani, che da anni collabora col Comune realizzando eventi culturali, Massimo Bonfatti, disegnatore, tra gli altri, di Cattivik e Leo Pulp, e Stefano Solignani, della fumetteria di Pozza”.
Come è avvenuta quest’anno la selezione dei protagonisti della rassegna?
“Ci siamo concentrati sui grandi filoni e i grandi nomi del fumetto italiano. Quest'anno ospite d'onore è stato Alfredo Castelli, il creatore di Martin Mystere. Poi l'appuntamento con le autrici, visto che la presenza femminile si sta sempre più affermando. Per finire, mercoledì 22 si parlerà di un genere nuovo ma molto interessante: il fumetto d'inchiesta. Un fumetto non d'evasione, ma anzi molto impegnato nell'approfondimento e nella divulgazione su tematiche scottanti.
Che partecipazione è stata registrata durante i primi due appuntamenti di quest’anno e cosa ci si aspetta per mercoledì?
La partecipazione è stata sempre molto buona, quest'anno come i precedenti. C’è stato il "tutto esaurito" per Alfredo Castelli e per il prologo, all'interno del poesiafestival, con la presentazione del libro a fumetti tratto da un soggetto del regista Mario Monicelli. Quasi cento persone hanno assistito alla serata "fumetto rosa shocking". Per l'ultimo appuntamento del 2008 aspettiamo tanti appassionati e tanti che, pur non conoscendo molto il fumetto, saranno attratti dai temi trattati.
Secondo lei il fumetto come è avvertito dal senso comune?
Sicuramente il fumetto è molto cresciuto nella percezione dell'opinione pubblica. È però ancora visto come un sottogenere, mentre ha la stessa capacità di comunicare, appassionare e trasmettere emozioni del cinema e della musica.
Il suo fumettista preferito?
Diversi: dalla scuola bolognese degli anni ‘70-80, soprattutto Andrea Pazienza, ai fumetti di Bunker e Magnus, Alan Ford e la Tnt. Amo molto anche Cattivik e Lupo Alberto, e sono cresciuto a pane e Paperino. Apprezzo nuovi fenomeni come Marianne Satrapi.
Se lei fosse il personaggio di un fumetto chi sarebbe?
L'omino Bufo di Castelli?” (linda petracca)

post passeggiata costituzione

Tantissime le iniziative e forte la partecipazione, a Castelnuovo Rangone, per i due giorni dedicati alla Festa della Comunità - quinta rassegna del Volontariato.
Sabato diverse centinaia di cittadini di Castelnuovo e Montale hanno percorso la “Passeggiata della Costituzione”. Come da programma sono stati proprio i cittadini di Castelnuovo a scoprire, una dopo l'altra, tredici targhe, di cui dodici con i principi fondamentali della Costituzione italiana ed una con un pensiero del presidente della Repubblica. L’assessore alla cultura Massimiliano Meschiari, in una breve introduzione, ha ricordato l'attualità e la bellezza della Costituzione, approvata in tempi di povertà materiale ma anche di grande ricchezza morale, frutto del lavoro di donne e uomini che avevano superato i venti anni di dittatura fascista. Il Sindaco Roberto Alperoli, a conclusione dell’inaugurazione, ha sottolineato che la Costituzione, il più grande libro di etica pubblica che abbiamo in Italia, è ora nel cuore ma anche nella terra dei Castelnovesi.
In omaggio all’inaugurazione del pomeriggio, il gruppo teatrale "Les Gramelot" ha portato, in Piazza Cavazzuti, l’esilarante spettacolo d’improvvisazione teatrale “articoli di scena”. Gli attori, influenzati dalle parole di un surreale padre fondatore, hanno dato vita a personaggi, situazioni e storie sempre diverse, in un gioco continuo con il pubblico, che è parso coinvolto e divertito. Alle 22.30, nella stessa piazza, anche il grande concerto jazz del "Piero Odorici Quartet", con Piero Odorici, uno tra i più stimati jazzisti italiani, Daniele Santimone alla chitarra, Paolo Benedettini al contrabbasso e Giancarlo Bianchetti alla batteria, ha raccolto il successo atteso. Il sabato di iniziative si è concluso con un insolito spuntino delle 23: the e bomboloni per tutti.

mercoledì 8 ottobre 2008

passeggiata della costituzione

A Castelnuovo Rangone si inaugura, sabato 11 ottobre, la “Passeggiata della Costituzione”: "un’iniziativa che non ha precedenti in Italia", commenta il Sindaco Roberto Alperoli. Lungo i due chilometri e mezzo della ciclopedonale che collega Castelnuovo a Montale, saranno collocati i 12 Principi Fondamentali della Costituzione Italiana, fissati su altrettante targhe. Si tratta dei primi dodici articoli, in cui sono contenuti i valori fondanti dello Stato italiano: la Repubblica, il diritto al lavoro, l’uguaglianza formale e sostanziale tra tutti i cittadini senza alcuna distinzione. L’evento prevede una passeggiata con partenza alle 16.00 in via Zenzalose e arrivo con rinfresco, offerto dall’Associazione Parco Grizzaga.
"La Costituzione" –ha spiegato il Sindaco, che terrà l’intervento conclusivo del pomeriggio –"è il più grande libro di etica pubblica del Novecento, ed abbiamo voluto darle una forma di permanenza e di leggibilità. E’ un grande testo che tiene insieme diritti e doveri di ogni cittadino ed assicura la legalità di una comunità, perché solo all’interno della legalità può esistere una comunità affettuosa". E Massimiliano Meschiari, Assessore alla Cultura, sottolinea: "Alla Costituzione, fondamento etico e civile del nostro Paese, intitoliamo la ciclopedonale, che centinaia di castelnovesi e montalesi percorrono ogni giorno" – a piedi o in bici – "in totale sicurezza. Ora il collegamento tra i due cuori del nostro Comune, Castelnuovo e Montale, è ancora più forte e ha una chiara identità civica". Le dodici targhe, alle quali se ne aggiunge una tredicesima che riporta una frase del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sull’attualità della Carta Costituzionale, verranno scoperte da dodici cittadini rappresentativi: un’operaia ed un imprenditore; la capogruppo di maggioranza ed il capogruppo di opposizione; il Luogotenente dei Carabinieri; due sacerdoti cattolici ed una donna di ispirazione buddista; uno scrittore dialettale; una rappresentante del mondo del volontariato; un partigiano; un rappresentante del Forum per la Partecipazione dei Cittadini Stranieri dell’Unione Terre di Castelli; un ricercatore universitario.
Non è soltanto uno spaccato di Castelnuovo: è una immagine – forse la più bella – del paese in cui viviamo, un Paese in cui il più importante elemento di coesione sta nella Costituzione, carta dei diritti e dei doveri.

martedì 7 ottobre 2008

serata BEAT generation

Non ha nulla della sterile rievocazione di un periodo storico la “Serata Beat Generation”, tenutasi venerdì 27 a Levizzano Rangone. Sul palco allestito presso Campo San Rocco si anima un frammento di spirito beat, accessibile a chiunque abbia occhi e orecchie per riceverlo. Introduce Alberto Ronchi, assessore alla cultura della Regione Emilia Romagna che, nel rispondere al quesito che titola il suo intervento: “Perchè mi piace la Beat Generation”, apre -una scatola magica da cui ognuno di noi può pescare una propria passione e seguirne il filo, tanti sono i percorsi che questo movimento del secondo dopoguerra americano ha sviluppato-. Ciò che esce dalla scatola è -la passione per la vita- di cui Antonio Bertoli, poeta, scrittore, performer, denuncia la mancanza nella politica italiana per indurci a riflettere sul fatto che -quello beat non fu un movimento politico, ma seppe fare della libertà di linguaggio il mezzo per affermare che è possibile vivere in un mondo diverso-. Bertoli decide di omettere la sua proiezione, tratta da “the beat generation”, per lasciare spazio agli spettacoli dal vivo di due miti viventi della beat generation: Ed Sanders e John Giorno.
La reading di Sanders è ritmo e dialogo con un pubblico che accoglie i suoi inviti insoliti, come ripetere il verso di una poesia ispirata da un’immaginaria condanna al Presidente degli Stati Uniti: -mettiamo George Bush in prigione!-. -Andare oltre è un concetto sacro, che non può essere sconfitto-, questo è uno dei messaggi per cui Sanders è grato alla Beat Generation. Va “oltre” anche John Giorno, definito da William Burroughs il più grande poeta pop che sia mai esistito, con la sua reading fatta di contaminazioni e attriti tra poesia, musica, canti tibetani. Fra droghe come sacre sostanze e “la saggezza delle streghe”, fondamentalisti religiosi come virus e ringraziamenti che non ringraziano nessuno, emerge un mix di provocazioni tra il fastidioso e l’illuminante.
Cosa ci aspettavamo? Due storici della Generazione Beat? Invece sul palco si esibivano due anime profondamente Beat.
A chiudere la serata, che oramai si fa nottata, è Andrea Gibellini, con “The western side of words” il quale richiude la scatola della poesia americana contemporanea con le sue circostanze storiche.

la domenica non si va a scuola

“La domenica non si va a scuola”, ed i bambini lo sanno bene, ma sono molte le alternative per imparare, magari anche divertendosi. L’”Emilia Romagna Teatro Fondazione” propone, per la stagione 2008/2009, una rassegna teatrale dedicata alle famiglie: sei spettacoli molto diversi accomunati da un pubblico speciale ed esigente: i bambini. Domenica 9 novembre si apre con “I tre porcellini” (Teatro Storchi, ore 16). Nella riduzione teatrale della compagnia Fortemaggiore Teatro, la storia dei fratelli Grimm diventa pretesto per ragionare su piaceri e doveri della vita attraverso le situazioni comiche vissute dai tre protagonisti. Al classico racconto inglese segue “Anima blu” (23 novembre ore 16, teatro Storchi) uno spettacolo che è anche una sperimentazione artistica, operata da Tam Teatromusica. Dalle opere del pittore Marc Chagall, le emozioni prendono vita e si muovono sul palco, sullo sfondo di videoproiezioni e musiche che evocano il sogno e il desiderio. Il ritorno ai classici avviene il 30 novembre, al Teatro delle Passioni, alle 16 e alle 17.30, con “Al gran teatro di mangiafuoco”, del Teatro Due Mondi. La rappresentazione parte dall’episodio in cui Pinocchio vende l’abbecedario per un biglietto del teatro e segue il filo di una questione irrisolta, quella del rapporto tra esso e la scuola, che Collodi considerava antitetico. “La mia valle” (18 gennaio alle 16, Teatro Storchi) è una sfida di Cà Luogo d’arte, ed un incontro tra il regista e il visionario disegnatore Claude Ponti. La valle dell’immaginazione che scaturisce dai disegni dell’illustratore è un luogo del pensiero che avvicina bambini e adulti. Domenica 15 febbraio alle 16, al Teatro Storchi, la compagnia Testoni Ragazzi, userà un espediente originale per far sì che siano i tecnici del teatro, lasciati soli sul palco, a raccontare la favola di Biancaneve. Infine, il 22 febbraio alle 16, torna la compagnia di danza Sosta Palmizi, al Teatro Comunale Luciano Pavarotti per raccontare la “Favola esplosa”, spettacolo ispirato alle favole di Italo Calvino. Le espressioni corporee hanno la meglio sulla parola e indagano l’uomo con espressioni della contemporaneità che i bambini hanno saputo ben cogliere nelle passate edizioni. Il teatro per l’infanzia, dunque, si propone come linguaggio universale e come luogo per ragionare. Le prevendite per gli spettacoli della rassegna sono disponibili dal 21 ottobre presso la Biglietteria dei Teatri, via Scudari 28, a Modena. Sono previsti abbonamenti e varie formule per le riduzioni

festival filosofia: cassano

Il festival della filosofia è un atto d’amore per le nostre città-, dichiara l’assessore alla Cultura di Modena, Grandi, introducendo, ieri mattina a Sassuolo, la lezione magistrale del professor Franco Cassano: “immaginare il futuro; l’utopia dei beni comuni”.
L’intervento del sociologo e teorico delle società sembra una lezione avanzata di educazione civica che parte dal concetto di utopia per invitarci alla progettualità. La fantasia è necessaria al prodursi di quella “immacolata innovazione” che caratterizza la società contemporanea. La fantasia dell’utopia, poi, ha caratteristiche proprie, come una costante dimensione normativa, in quanto si propone come modello idealizzato di una società. Nello specifico, l’utopia dei beni comuni ci dice qualcosa della coesistenza che ignoriamo nella maggior parte dei nostri comportamenti. Pone, infatti, un problema su cui già i classici si interrogavano: quello dell’antagonismo fra bene privato e bene collettivo. Ovvero: ognuno pensa che altri si occuperanno del bene comune e così nessuno se ne occupa!- La medesima dinamica sopravvive oggi con effetti più rilevanti e a lungo termine, a causa delle caratteristiche e dei mezzi della contemporaneità. Inoltre dal fordismo al post-fordismo si consolida un processo di individualizzazione che oggi tocca tutti noi. L’individuo, come l’eroe di un film, agisce qui ed ora, staccato dal passato, in un contesto in cui il futuro non è progettabile: “life is now”. È una condizione disumana e repressiva.
-e cosa accade quando l’individuo è costretto a non essere più individuo? Accade che i beni collettivi si deteriorano, perché l’unica strategia attuata da tutti, nel rapportarsi ad essi, è quella individuale. Dunque non si possono costruire forme di esperienza in grado di trascendere il “qui ed ora”? -Aristotele consigliava di incoraggiare le occasioni in cui gli uomini condividono i pasti-. Oggi ci prova la Chiesa, raccogliendo la forza perduta dalla cultura laica, la quale trascura i doveri dell’uomo. -Sono i doveri che fanno vivere i beni comuni! Il limite del pensiero utopico è stato concepire l’uomo come qualcosa da liberare, come insegnava Rousseau. Ora c’è bisogno di uno sforzo di immaginazione nel nostro senso comune per guardare la terra da molto lontano e percepire che siamo “un piccolo sputo nella periferia del mondo”. Solo così potremo vedere alcune connessioni che ci sfuggono, come quella fra le montagne di rifiuti e l’”immacolata innovazione” che mitizziamo. Dobbiamo costruire un patrimonio universale, libero da ogni fondamentalismo-. Ed ecco il più grande bene comune: la cultura dell’umanità

festival filosofia: natoli

Splendeva il sole ieri mattina a Sassuolo alle 11.30 quando Salvatore Natoli, voce autorevole della filosofia teoretica contemporanea, cominciava la sua lezione magistrale: “io nel pensier mi fingo: apparenza, realtà, invenzione”. Non era apparente il raccoglimento di centinaia di persone in ascolto nella suggestiva location del P.zz.le Delle Rose. C’era anche chi, appoggiato al muro o seduto per terra, ascoltava ad occhi chiusi, come se così potesse meglio cogliere le nuance delle varie declinazioni della parola fantasia, di cui il professore invitava a spostare significati e valenze. -Finzione, ad esempio, è ricca di sfumature, richiama il concetto di inganno, nel senso di non-conforme alla realtà, il ché non significa che l’inganno sia irreale! Se sortisce una riuscita evidentemente è una realtà. Anche la menzogna ha un rapporto stretto con la realtà perché -per essere credibile deve somigliarle molto, come ogni mentitore sa. Il sistema della finzione è imparentato in modo singolare con la verità. Il pensiero strategico usa infatti la finzione per sondare la realtà , districando apparenze, che sono tutte reali-. Un concetto comune anche alla scienza: cos’è l’ipotesi scientifica se non una finzione che anticipa la scoperta?
Per il professore non c’è molta differenza fra le realizzazioni di poeti, architetti e scienziati. L’architetto deve trasferire ciò che immagina in un processo organizzativo, ed è possibile solo se trova nella natura gli elementi che glielo permettono: i materiali. Per il poeta quegli elementi sono la metrica e le sonorità: non materiali bensì forme. Così, l’opera del poeta e quella dell’architetto dipendono entrambe dal fatto che è stato immaginato il diverso: -è la voglia di mondo che ci fa immaginare altri mondi. Certo, non tutte le possibilità diventano mondo, alcune restano delle rappresentazioni-. L’infinito leopardiano rappresenta questa pura rappresentazione dell’oltre. Ma nel suo non essere realizzabile essa comprende tutto il possibile, e ci porta al concetto di Dio. -Dio come pensabilità dell’infinito. L’infinito che ci fa sentire parte di un tutto sovrabbondante-. La lectio si conclude e rimbalza nella mente l’ultima frase del professor Natoli: -l’immaginazione è creativa ed infinitamente generosa-.

lehman brothers 2

La Lehman Brothers era la quarta banca d’affari degli Stati Uniti, con titoli dal rating alto (A+), definiti sicuri anche da “PattiChiari”: il consorzio promosso dall'Associazione Bancaria Italiana che fornisce ai consumatori gli strumenti per scegliere meglio in merito alle proprie manovre bancarie. Non era, dunque, prevedibile che molti risparmiatori italiani richiedessero questi titoli alle proprie banche senza esserne dissuasi dall’acquisto? E infatti nella nostra Provincia sono qualche decina gli investitori ora col fiato sospeso per il timore di perdere i loro risparmi. Qualcuno di loro sostiene d’essere stato mal consigliato dal proprio istituto di credito. Dal canto suo, la Banca Popolare Dell’Emilia Romagna, dichiara di non aver suggerito l’acquisto di titoli Lehman e precisa, infatti, in un comunicato stampa, che l'esposizione diretta della Banca nei confronti del Gruppo Lehman Brothers è pari, soltanto, ad Euro 2 milioni. Qualche investitore ritiene di essersi “salvato per caso”, acquistando, sempre sotto consiglio della propria banca, titoli Merrill Lynch, in tutto e per tutto assimilabili ai Lehman, in quanto sottoponevano l’acquirente agli stessi rischi. Mentre, però, la Merrill Lynch è stata acquistata nel settembre 2008 dalla Bank of America, per la Lehman il destino sembra più grigio. Ma è ancora presto per gridare “al lupo”, sostengono gli addetti ai lavori, la società non è ancora fallita, nonostante si parli già del più grande crac della storia. Infatti, avvalendosi del Capitolo 11, la procedura di "fallimento pilotato" prevista dalla legge statunitense, la Lehman accede al primo step di un percorso che durerà tra i sei mesi e l’anno e che, eventualmente, porterà al fallimento. Le banche modenesi, quindi, come quelle italiane, staranno a guardare ancora per un po’, prima di prendere le dovute misure nei confronti dei propri clienti. Sperando, piuttosto, che di crac, non ne vengano altri.

crac lehman brothers + modena

È rivolto a tutti i risparmiatori modenesi toccati dal crac della Banca d’affari statunitense, Lehman Brothers, l’invito di Federconsumatori a prender parte all’assemblea di un comitato messo a punto, appositamente, per tentare di recuperare i capitali investiti nei titoli Lehman. I risparmiatori devono recarsi mercoledì 24, alle ore 20.30, presso P.za Cittadella 36, con la documentazione che la banca o l’assicurazione hanno loro fornito al momento della sottoscrizione dei titoli o delle polizze. -I cittadini modenesi che si sono rivolti a noi per avere indicazioni su cosa fare sono già una ventina-, dichiara Ermanno Rossi, responsabile dell’Area Risparmio dell’Associazione, -per un valore medio nominale di 50mila euro investiti-. -Ma sappiamo che i risparmiatori coinvolti sono molti di più-, continua Mauro Zanini, presidente di Federconsumatori di Modena e Provincia. -Per ora non sono chiare dimensioni e tipologie dei titoli venduti dalle banche a migliaia di investitori italiani. Le obbligazioni sono state emesse da diverse emittenti del gruppo Lehman, le quali appartengono a varie tipologie più o meno privilegiate in caso di default. Inoltre ci sono le assicurazioni index linked, costruite con obbligazioni Lehman o garantite da essa e vendute in Italia da più compagnie assicurative come Mediolanum, Axa, Aurora, Unipol…-
Il problema non è ancora a fuoco, ecco perché Federconsumatori, come aveva già fatto per i crac di Cirio, Argentina, Parmalat ed altri, ha promosso l’assemblea di mercoledì: -è necessario avere una panoramica della situazione per poter dare istruzioni in seguito-. -Chiederemo che ci siano dei tavoli di conciliazione extragiudiziali per venire incontro ai risparmiatori, come fu fatto per il crac di Parmalatò-. Martedì 23 l’Associazione pubblicherà sul proprio sito una lettere aperta, indirizzata all’Abi e all’Ania ed alle prime dieci compagnie di assicurazione e banche italiane, per chieder loro quale sia la reale consistenza dell’esposizione sugli strumenti finanziari di Lehman Brothers. Anche i clienti potranno inviare alle rispettive banche e assicurazioni i fax simile delle lettere, per chiedere conto della situazione personale.
Il crac Lehman, e il fatto che, come sappiamo, in molti casi le obbligazioni Lehman erano consigliate dalle banche, costituisce l’ennesima prova della necessità che il sistema di regole cambi a livello globale?

venerdì 3 ottobre 2008

buttiglione apre la festa dell'amicizia

Si svolgerà a Formigine presso la Sede della Vecchia Cantina Sociale (via Pascoli 4), dopo circa vent’anni d’assenza, la Festa Provinciale dell’AMICIZIA. Pardon, "festa popolare!", sottolinea Fabio Vicenzi: coordinatore provinciale dell’UDC di Modena. La Festa, infatti, progettata in collaborazione con i Gruppi Consiliari UDC della Regione Emilia Romagna e del Comune di Modena, vuole essere a misura di cittadino, per aprirsi al confronto/incontro con la gente sulle problematiche più sentite. Si discuterà quindi di sviluppo economico, durante la serata di venerdì 19, a cui interverranno, tra gli altri, i deputati Livia Turco (PD), Gabriele Toccafondi (PDL), Gianluca Galletti (UDC) ed il presidente nazionale UDC Rocco Buttiglione. Sabato 20, sera, sarà invece affrontato il tema delle amministrative 2009, fra partiti e liste civiche. Le parole sicurezza e legalità saranno al centro del dibattito dell’ultima serata della festa, domenica 21, la quale prevede, in chiusura, un’intervista a Pierferdinando Casini. I dibattiti politici si terranno presso la sala “Alcide de Gasperi” e saranno affrontati in modo trasversale, coinvolgendo anche numerosi esponenti della politica locale. Per la parte più conviviale e di intrattenimento della Festa saranno disposti spazi appositi gestiti da volontari, come il bar “al Centro”, il ristorante “Scudocrociato”, la libreria e alcuni stand con materiale informativo politico, raccolta firme per le preferenze, gadget. A chi si stia chiedendo se questa Festa diventerà un appuntamento annuale, Fabio Vicenzi ed il commissario regionale UDC Andrea Torrenti rispondono che l’ambizione sarebbe quella, ma che le immense difficoltà di organizzazione non ne danno certezza. C’è da chiedersi se contestualizzare questa iniziativa nei medesimi giorni della festa del PD e del festival filosofia sia stata una scelta strategica e se, in quanto tale, risulterà vincente.

lunedì 15 settembre 2008

nella chiesa di Gesù redentore percorsi pittorici di un grande artista contemporaneo

Ecco come il punto di vista di un prete e la prospettiva laica di un artista contemporaneo si incontrano. Succede sotto i nostri occhi, presso i locali della Parrocchia di Gesù Redentore. Bert Van Zelm, pittore di fama internazionale e già autore di quattro opere presenti nella Chiesa, torna a Modena per inaugurare, questo fine settimana, una mostra di 25 opere che suggeriscono un percorso profondo, fatto di intuizioni, storia dell’arte, simboli e tecniche pittoriche..
Un artista a tutto tondo, insomma, l’olandese Bert Van Zelm, che ci tiene a dire, in un italiano impeccabile -le mie opere devono dire qualcosa alla testa ed anche alla pancia-. Testa e pancia, storia e intuizione: il soffio vitale che anima gli ambienti della Chiesa è l’esito dello scambio improbabile e difficile tra l’arte contemporanea e la liturgia, fattasi matrice di pensiero per l’artista. Mentre le 25 tele della mostra saranno visitabili, nel salone dell’oratorio, solo fino a domenica 21 settembre; le quattro grandi opere che Bert Van Zelm ha prodotto per la Chiesa di Gesù Redentore e per Modena, resteranno a ricordare che una riflessione sull’età contemporanea della religione è possibile.
Il dipinto di Maria comunica questa possibilità in modo esplicito, l’artista ha infatti incorniciato la figura femminile con ritratti di modenesi dalle storie di vita problematiche.
-Non deve rimanere inosservato il contributo di questo grande artista contemporaneo alla nostra città-, si augura don Marco, con un chiaro riferimento alla discussa opera che avvolge la Ghirlandina.

domenica 8 giugno 2008

e tre..

...ancora trattata male da un giornale...


ricordo quella mattina dello scorso autunno, durante una conferenza sull'-informazione fatta dai ragazzi-. rispondevo alla domanda di una studentessa di liceo. e fra le altre cose dicevo: dopotutto si sa che la professione del giornalista è spesso frustrante. o per lo meno lo è la gavetta .

ecco, ricordo l'espressione ultra-stupita del direttore della gazzetta che, continuando a squotere la testa, controbatteva: non è affatto vero! ecc....-
e poi, a fine conferenza mi prendeva da parte e mi diceva: -guarda che sei vuoi collaborare con noi, ecc....

la mattina dopo usciva il mio primo pezzo sulla gazzetta. e raccontavo cosa si era detto durante quella conferenza.

in effetti, a quel punto, collaborare con un giornale sembrava un gioco da ragazzi... e da ragazze.

ma era una finta!

scrivere il pezzo è la parte facile.
sentirsi dire che il livello della scrittura è ottimale... è facile.
vedere l'articolo sul giornale: è IMPOSSIBILE.

ed eccola la frustrazione. si inserisce esattamente fra il concetto di -scrittura ottimale- e il dato tangibile dell'inesistenza di questo tocco ottimale sulle pagine del giornale.

sabato 7 giugno 2008

il successo di NODE


Venerdì 6 e sabato 7 giugno Palazzo Santa Margherita ha attirato a sé molti giovani modenesi ammiccando con sonorità insolite e luci fluo che le donavano un’aurea di misticismo. La nostra galleria civica si è rivelata la location ideale per promuovere la virtuosa contaminazione tra arte visiva, musica e nuove tecnologie che ha animato NODE: festival internazionale di musica elettronica e live media. Il pomeriggio di venerdì ha introdotto il festival con: “NetLabels e Creative Commons”, una conferenza che ha portato all’attenzione del pubblico il tema del diritto d’autore nell’era della riproducibilità. Hanno partecipato il direttore artistico di NODE, Filippo Aldovini, il musicista, giornalista e animatore radio Fabio Battistetti, il musicista Giuseppe Cordaro e l’esperto di contenuti open sorse Andrea Zanni. Durante il pomeriggio di ieri Claudio Sinatti, artista di successo, sempre alle prese con l’interazione fra musica e video, ha incontrato il pubblico.
Ma lo spettacolo è iniziato puntuale alle 21.30 sia venerdì che sabato sera: i musicisti e performers italiani, tedeschi, francesi, giapponesi e norvegesi si sono esibiti nelle loro sperimentazioni creative, fra musica, video sound design e arti elettroniche per oltre quattro ore. La galleria civica è dunque rimasta accessibile, luminosa e vibrante fino alle 2.00 di notte. L’utilizzo degli spazi è stato determinante per il successo dell’evento. In una sala al primo piano gli artisti potevano esibirsi nelle condizioni ideali di silenzio e raccoglimento, create da un pubblico emotivamente trascinato nel dialogo intimo fra musica, colori e vibrazioni quasi viscerali. Performances come queste, in fondo, sono godibili solo così: “bisogna porsi come corpi vuoti” sostiene Luca, un ragazzo dello staff che cerca di spiegarmi il giusto approccio ad un’opera culturale che a me pare non passibile di interpretazione personale. “ La soggettività, in realtà, è decisamente compromessa - sostiene Laura, una spettatrice - proprio perchè i canali della comunicazione sono i suoni ed i colori, i linguaggi dell’anima per eccellenza “. Nel giardino interno del Palazzo chiunque poteva godere, grazie alla proiezione di ciò che avveniva al piano superiore, dello stesso spettacolo e delle stesse sonorità che, leggermente soffocate, parevano uscire dalle pareti. Il volume basso della musica consentiva di conversare liberamente e rinfrescarsi con una birra. In questo modo si è garantito il buon esito di un evento mondano dal sapore culturale ed il pieno rispetto per gli spazi e le esigenze dell’evento più prettamente artistico. “Questa edizione di NODE - si può leggere sul sito omonimo - vuole essere il primo passo di un percorso di ricerca artistica rivolto alla città, augurandoci che NODE diventi un appuntamento fisso ed un punto di riferimento nel panorama internazionale”

giovedì 5 giugno 2008

FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA ELETTRONICA E LIVE MEDIA ALLA GALLERIA CIVICA DI MODENA


node: un nodo che allaccia i suoni alle arti visive, che lega l’emotività della musica alla freddezza delle nuove tecnologie. Ancora una volta la Galleria Civica di Modena si conferma come uno dei centri di produzione culturali più autorevoli del Paese ospitando, venerdì 6 e sabato 7 giugno, un importante festival internazionale di musica elettronica e live media. Il progetto porta in Italia alcuni fra i più innovativi musicisti, performer, videoartisti e sound designer della scena mondiale. Sono artisti italiani, tedeschi, francesi, giapponesi e norvegesi che sperimentano contaminazioni sempre nuove fra musica e video con l’intento di creare nuovi spazi sonori. Le performance, previste in orario serale, saranno anticipate da conferenze e workshop pomeridiani a partecipazione libera. Venerdì (17.00-19.00) si parlerà delle prospettive del diritto d’autore con Filippo Aldovini, Fabio Battistetti, Giuseppe Cordaro e Andrea Zanni. Sabato (17.00-19.00) l’esperto in new media applicati al web, Claudio Sinatti, mostrerà il proprio lavoro.
Sarà un'occasione per approfondire tematiche legate al mondo delle arti digitali e per godere, nello stesso tempo, dei prodotti artistici scaturiti da esso.

mercoledì 26 marzo 2008

genzyme

GENZYME

di Linda Petracca

C’è una cosa che rende Genzyme un’azienda diversa dalle altre: aver scelto di focalizzarsi sui piccoli numeri e cercare una cura là dove non c’è.

Genzyme Corporation è una delle principali Società di biotecnologie applicate al farmaceutico del mondo, nata negli Stati Uniti nel 1981 e presente in più di 80 paesi, tra cui anche l’Italia.

L’unica sede di Genzyme Italia è proprio nella nostra città, è nata nel 1993 dall’idea imprenditoriale di un ricercatore italiano e oggi occupa più di 100 persone.

L’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Genzyme Srl, Riccardo Palmisano, ha gentilmente accettato di rispondere ad alcune domande in merito a quella che è oggi una importante presenza nella nostra città.

Fin dalla sua fondazione l’attività dell’azienda è incentrata sull’area terapeutica delle malattie rare. Cosa sono le malattie rare?

Si definiscono “rare” le malattie che hanno un’incidenza non superiore a 5 abitanti ogni 10.000. Secondo l’ organizzazione Mondiale della Sanità si tratta di un gruppo di 6.000 malattie di cui l’80% è di origine genetica. Il dramma di queste malattie è costituito dalla difficoltà di raggiungere una diagnosi in tempi brevi. Qualora la malattia venga riconosciuta in tempo, il paziente, spesso in età pediatrica, può trovarsi davanti ad altri aspetti critici come la mancanza di terapie specifiche o l’impossibilità di accedervi.

Su cosa è focalizzata l’attività di Genzyme nel nostro Paese?

La nostra attività si concentra sull’area terapeutica delle malattie rare da accumulo lisosomiale, patologie dovute ad un deficit metabolico ereditario. Ci occupiamo inoltre di malattie renali, di oncologia, trapianti, malattie immunitarie e biotecnologie applicate alla chirurgia in campo ortopedico, anche grazie alle recenti acquisizioni di AnorMED, società canadese, e Bioenvision, società di ricerca e sviluppo americana.

Genzyme Italia ha chiuso il 2007 con oltre 100 milioni di euro di fatturato. Un numero interessante, ce ne sono altri?

Un numero interessante che ci riguarda è che il 20% del fatturato Genzyme Corporation lo reinveste, ogni anno, in ricerca di frontiera. Poiché nel campo delle malattie rare la ricerca è vita, la nostra filosofia è: mettere il paziente al centro delle nostre attività. Non siamo interessati ad una ricerca “di inseguimento” che mira ad accaparrarsi un pezzo di economia senza produrre un farmaco davvero nuovo.

I nostri progetti di lungo termine permettono all’azienda di perseguire una “ricerca sostenibile” e, allo stesso tempo, remunerare gli investitori con una buona prospettiva di crescita dei risultati finanziari sia in Italia che nel mondo, attraverso lo sviluppo delle aree terapeutiche esistenti e tramite accordi commerciali con aziende che lavorano nella nostra stessa direzione.

Il 29 febbraio è stata celebrata la prima giornata europea delle malattie rare: una campagna per abbattere il muro di indifferenza nei confronti di queste malattie. Da cosa dipende questo muro?

Alla base dell’indifferenza sta la non-conoscenza, e la non conoscenza dipende dalla rarità. Io stesso, che mi sono laureato in medicina, ho sentito parlare di molte di queste malattie ultra rare solo da quando lavoro in questa azienda. Basta pensare che la diagnosi definitiva può arrivare anche dopo anni di terapie sbagliate!

La non-conoscenza determina anche uno scarso supporto che parte dalle istituzioni: dalle autorità legislative alle autorità sanitarie.

Il Dottor Riccardo Palmisano ci ricorda che alla Commissione Igiene e Sanità del Senato era appena cominciata la discussione dei 10 disegni di legge, proposti dal Parlamento, riguardanti la disciplina sulle Malattie Rare e i farmaci orfani.

Dopo anni di attesa, per i malati rari si apriva una speranza in più di veder regolato il loro bisogno di assistenza, ma con lo scioglimento delle Camere si riparte da zero. La sensibilizzazione dell’opinione pubblica, in questa fase, è importante. Occorre far sapere a chi governerà che qualcuno sta ancora aspettando aiuto.

1 giornata europea delle malattie rare

Domani è il 29 febbraio e non è una notizia. La notizia è che è stato scelto proprio il giorno più “raro per celebrare la 1° Giornata Europea delle Malattie Rare.

L’intento è mettere in risalto una realtà che, per definizione, non fa notizia perché riguarderebbe solo una minoranza della popolazione. La categoria “rarità” ci impone però una riflessione. Infatti, per l’Unione Europea, una malattia è rara quando il numero di malati non è superiore a 5 ogni 10.000 abitanti. Ma le malattie rare sono molte, 6.000 secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e allora ecco crescere il numero delle persone coinvolte. Solo per il nostro paese si valutano fino a un milione di pazienti “rari”. E così, un problema che sembra piccolo si rivela per quello che è: un problema globale con numerosi aspetti critici, che vanno dalla difficoltà a raggiungere una diagnosi, alla mancanza di terapie specifiche o all’impossibilità di accedere alle stesse. In questo panorama è di fondamentale importanza la presenza di aziende che investano in programmi di sperimentazione clinica in questo settore ritenuto economicamente poco attraente.

Genzyme Corporation, una delle cinque principali Società di biotecnologie farmaceutiche nel mondo, presente in Italia dal 1992 con sede a Modena, fa proprio un tipo di ricerca “ad alto rischio di fallimento”. Sostenibilità è una delle parole chiave che definiscono il modello dell’azienda, quotata in borsa nonostante si occupi di una fetta così piccola di interesse.

Genzyme Italia, mettendo a disposizione le proprie competenze mediche e scientifiche, ha inoltre partecipato alla realizzazione del libro di Margherita De Bac , appena uscito nelle librerie: “SIAMO SOLO NOI. Le malattie rare: storie di persone eccezionali”. Il libro si rivolge a tutta la popolazione perché solo una società più consapevole può costruire un futuro per i Malati Rari e ricorda che negli ultimi anni qualcosa in Italia è cambiato, ma ancora troppo poco…