martedì 23 dicembre 2008

stavolta scrivo

ho ancora la tremarella addosso. è come se la scossa tellurica si fosse propagata in me e dovesse ancora scaricarsi del tutto.
erano due. le seconde due.
è successo anche oggi pomeriggio, verso le 16.30.
la conclusione di una giornata sbagliata. con: fallimento della sveglia, febbre, stampante che non funziona e conseguente viaggio fino alla redazione, a modena. con la febbre che mi faceva sentire drogata di sostanze da evitare assolutamente.
cammino, nel freddo, fino alla biblioteca, per ottimizzare i tempi concentrandomi in un paio d'ore di studio. dovrei trovare il mio ragazzo, caldo e accogliente, mentre lavora alla sua tesi di laurea. non c'è. male...
m'arrendo alla cattiveria di questa giornata. mi siedo.
terremoto.

-ci è stato intimato di farvi uscire tutti e chiudere la struttura almeno fino a domani-, annuncia una bibliotecaria.

incasso il colpo pensando che chiunque stia scrivendo la storia della mia giornata si diverte un bel po'. e che questo è perfetto come finale. insistendo con altre calamità esaspererebbe la scena.
quindi, se non altro, il peggio è passato, Linda.

comunque sono trascorse una decina di ore. ed ecco altre due scosse. saranno sempre circa di grado 5 della scala richter, a giudicare da come si sono mosse le ruotine della sedia. da come ha sobbalzato la scrivania. e dal modo in cui, per un solo secondo, mi è mancato il mondo da sotto le pantofole profumate al cocco.

ecco. se vogliamo andare a caccia di simboli della nostra epoca, e ci piace sorridere in modo amaro, per farci i fighi, eccolo: non avere il pavimento sotto i piedi, precipitare, ma... con un caldo paio di pantofole profumate al cocco.

è il momento di sorridere amaramente e...
riconoscere che le mie paure si moltiplicano. passa il tempo e passano le minime sicurezze. mi aggrappo a quelle di salvataggio: la famiglia, l'amore.
non funziona. la paura di perderle mi avvilisce e mi svela nuove paure terribili.

no, non sto passando quel benedetto momento che giunge prima o poi nella vita di tutti e ci svela che il cosmo va ben oltre l'appartamentino con dentro la mamma, il papà e la bambola che piange per davvero. non sto vivendo l'età critica della separazione del proprio io dal nucleo famigliare, dell'amore/terrore della libertà. insomma, non è una cazzo di crisi adolescenziale!!
lo so. perchè è diverso.

e questa scossa me l'ha detto, stasera.
è arrivata ad esasperare un'inquietudine diffusa che mi tormentava in questi giorni, fino a farmi ammettere: io ho paura.

mi sento l'eroe stanco di un videogioco d'avventura. ci sono trabocchetti e predatori dappertutto. sto sempre allerta e sono sfinito.

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