lunedì 29 dicembre 2008

per quanto si possa essere cinici e disillusi. per quando il proprio dio sia cerebralmente morto, praticamente un vegetale. per quanto tutto, l'anno nuovo fa un certo effetto.
è nuovo. ed è un anno.
cioè... festeggiando il capodanno ti ritrovi a pensare all'anno avvenire come un tutto, non pensi che l'"anno nuovo" è un'entità inesistente. che si tratta del continuo, esauribile, trascorrere di giorni. vedi, senza volerlo, un avvenire concretizzato in un lasso di tempo concentrato. un futuro in scatola. non tanto diverso da tutte le altre scatole che giacevano sotto l'albero di natale fino a qualche giorno fa. erano i soliti regali comprati all'ultimo momento. ok, dai... qualcuno era azzeccato. ma erano cose comuni, insomma!
eppure, incartate, quelle cose comuni lì sono gravide di una tiepida fantasia di mistero. anche se sei cinico. anche se il tuo dio è moribondo. dai, per un attimo non vedi l'ora di sapere cosa c'è dentro!

ecco. la stessa cosa è l'anno nuovo. è una serie di giornate in fila indiana... cosa vuoi che sia, l'anno nuovo! eppure per un attimo ci credi, che l'augurio di "felice anno nuovo: che ti porti tanta felicità e spensieratezza" si possa avverare.

io sono cinica. e il mio dio è cinico come me. ma ogni gennaio dell'anno nuovo vado a scompigliare il mio aspetto dalla parrucchiera. mi faccio tagliare e tingere i capelli, per essere nuova.

1 commento:

Unknown ha detto...

carino... un abbraccio da nonno natalino...