lunedì 30 marzo 2009

la mia prima PRIMA PAGINA interegionale

è nata quasi per caso, questa idea di proporre un pezzo al resto del carlino di bologna.
il 27 marzo ho conosciuto una ragazza del mio stesso corso di studi ed ho passato molte ore con lei.
siamo state ad una lezione che non c'era. e poi abbiamo aderito all'azione illegale di un gruppo studentesco, che si è rivelata non essere tanto illegale, nè tanto studendesca.
abbiamo quindi deciso di andare a studiare per dare un senso alla giornata.

peccato che un oggetto lurido si sia trovato nel posto più improbabile.
la corsa in ospedale e l'idea di raccontare l'avvenimento...

e BAM! prima pagina a Bologna e ad Ancona!
qui sotto pubblico la versione integrale.

ragazza punta da siringa in piazza nettuno.
"voglio fare una class action contro il comune"

d
i Linda Petracca

BOLOGNA. Una studentessa ventunenne, dopo un pranzo veloce con gli amici decide di andare a studiare in Sala Borsa. Pedala fino a piazza Nettuno e fa per posteggiare la bicicletta negli appositi spazi, quando avverte un dolore pungente al piede sinistro. Mezz’ora dopo è al Pronto Soccorso del Sant’Orsola. La diagnosi riporta le parole: "Ferita da punta con ago contaminato da materiale siero-ematico potenzialmente infetto".

È successo ieri pomeriggio a Giovanna Capponi, anconetana laureanda in Scienze etno-antropologiche presso l’università di Bologna. “ Ho sentito qualcosa conficcarmisi nel piede, - ricorda Giovanna, - Quando ho visto la siringa sporgere dalla scarpa l'ho estratta istintivamente, ma mi sono resa conto che era troppo tardi: dovevo andare al pronto soccorso”. E commenta: “É una cosa che fa parte di quel tipo di episodi che pensiamo capitino sempre agli altri ma mai a noi stessi”.
La corsa al pronto soccorso. Codice verde. Dopo la disinfezione della ferita, Giovanna viene sottoposta ai richiami dei vaccini anti-epatite b e anti-tetanica, per scongiurare le infezioni più plausibilmente portate da una siringa abbandonata.

Ora puoi ritenerti fuori pericolo?

“Purtroppo no: nonostante il virus dell'hiv resista pochi minuti all'aria aperta e la siringa avesse l'aria di starsene lì da parecchie ore, i dottori mi hanno spiegato che in medicina non esiste lo zero assoluto. Potrò dunque ritenermi fuori pericolo solo fra due mesi, quando sarà trascorso il periodo di tempo in cui l’hiv si manifesta. Paradossalmente c'é anche la beffa, visto che anche in questi casi l'impegnativa del pronto soccorso scade in 15 giorni, quindi gli esami di sieropositività dovrò pagarli di tasca mia”.

Cosa diresti a chi ha abbandonato lì quella siringa?
“Non c’è molto da dire ad un eroinomane che abbandona una siringa in pieno centro, dal momento che non ha rispetto neanche per sé stesso. Quel che è peggio è che ha potuto farlo in tutta tranquillità, perché Bologna, di notte, offre numerosi angoli bui e poco illuminati dove agire indisturbati. Stupisce, inoltre, che sia successo a pochi metri dalla questura e che nessun passante abbia tolto di mezzo un oggetto così pericoloso!”.

La famiglia di Giovanna sta raccogliendo, fra i residenti di Bologna, racconti di storie simili alla sua, per dar voce al malcontento relativo all’evidente degrado in cui versa la città.

“Vorrei creare una class action di persone che hanno vissuto episodi analoghi per sporgere denuncia al Comune tutti insieme”, dichiara amareggiata Giovanna Capponi”.

Ti aggiungerai al coro favorevole alle ronde notturne di cittadini privati?

“No, non voglio essere strumentalizzata politicamente anche perché il fatto che nessuno si sia curato di spostare la siringa che stava lì da ore denota una scarsissima partecipazione civica e un'indifferenza spiccata. Quindi, perché affidare la mia sicurezza al pensionato che fa il giro del quartiere? Forse perché con la pettorina e il walkie talkie sembra più professionale?”

venerdì 27 marzo 2009

http://www.e-tv.it/addon/detailmedia.php?1445

...e che ti venga la febbre... in tv!
su tele tricolore, verso la fine del tg di reggio emilia.
son contenta. sembriamo quasi bravi per davvero.
e poi si vede la mia tela-viaggiatrice, che ormai ho portato in giro per buona parte dell'emilia.
spero che qualcuno prima o poi la acquisti perchè non ne sopporto più la vista.
ma vederla in tv fa sempre un certo effetto!

http://www.e-tv.it/addon/detailmedia.php?1445

lunedì 23 marzo 2009

la fine del mondo

tlin tlinnn n n n n

la porta, spinta dall'esterno, batte contro un campanello dalla voce bianca e annuncia il nostro ingresso in una ferita tra i negozi.
una ferita piccola e calda e intima, che è un'erboristeria.

un'occhiata all'interno, e penso che alla minima scossa di terremoto bottigliette e vasi, vasetti e bottiglie, scatoline e candele e quadri di santi non ufficiali, sbatacchierebbero dapprima fra loro, in un applauso fremente, per lasciarsi andare ad un concerto di rumori strillanti, cadendo a terra.
immagino la musica.
la tendina scura di fronte a noi si sposta.
appare un ometto pallido e bruttino. non ci osserva neanche, ha già inquadrato il nostro copricapo e allunga la mano grigia per far cenno che... "no! io non vi do niente. non voglio niente e non ho tempo da perdere in chiacchiere".
fa per sparire da dove è venuto, piccolo e con pochi capelli afflosciati.

il mio compagno ricorda, ad alta voce, di quali storie affascinanti si narrava, in quell'erboristeria...

l'ometto ricompare. è più alto. ha gli occhi stretti di uno che sa tante cose e che conosce la verità.
porta gesti ampi e scocca qualche domanda per verificare la sincerità del mio amico. si convince. sembra quasi che stia per sorridere... no, no... lui non sorride.

non adesso che sta per iniziare il lungo racconto della fine del mondo.
tra sacro e profano, magia e religione, spiriti, citazioni di chissachieraquellolàchelodisse. e fra corpi santi e malati e marciti quasi, e foglie che non si posano. l'erborista grigio e molle che viveva in una ferita tra i muri bolognesi, si rivela l'alchimista-re di una verità nata dall'incrocio di tutte le altre verità, di tutti gli uomini, di tutti i mondi. "il mondo finirà il 21 dicembre 2012, lo sapeva gesù, lo sapevano svariati popoli del sud america, lo sapeva nostradamus. i sintomi ci sono già. l'acqua sarà imbevibile. l'apocalisse. l'onestà sarà l'unico contrappasso. la bontà di cuore l'unica salvezza. la morte l'unico risveglio nella vita".
mentre parla ad occhi stretti, con atteggiamento da profeta...le bottigliette e i vasetti che lo circondano sono eterni e potenti e i quadri di santi non ufficiali sono vivi. parlano. a volte mi sorridono impietositi dalla prigione in cui credo di vivere.

sorrido a quel re.
mi sento piccola.
poi grande.
poi piccola.
e adesso stanca e accaldata.
il re narra le sue verità da troppo tempo. non ha più le forze sufficienti a mantenere stabile ed eterno il suo intreccio di racconti. e così l'ambiente rischia di tornare lentamente a rivelarsi ferita umida.
se ne accorge in tempo e salva il suo regno dalla distruzione del suo disvelamento in erboristeria periferica.
come un vecchio re-che-fu, assume un sorriso benevolo.
è grato a noi perchè siamo grati a lui delle sue storie diverse e "vere".
prima che la magia finisca per sempre ci porge dieci euro.

proviamo a spiegargli che serviranno per sostenere le spese di una festa che organizziamo per lui e la città.
finge di capire mentre torna l'ometto bianchiccio di prima.

secondo me ha capito.
che anche noi abbiamo fatto una magia.

scompare dietro la tendina scura. ha ancora la corona sul capo.

giovedì 19 marzo 2009

ci vedo strano

vedo i contorcimenti di viscere buie e non vedo il sole.
ho spalancato tutte le finestre, stamattina
so che il sole c'è.
ma è come se mi battesse sempre sulle spalle ed io non potessi girarmi a guardarlo.
vedo l'arrotolarsi scuro dei miei interni.

scuro e lento e umido contorcersi di non-pensieri, orfani si senso.
mi si chiudono gli occhi
e le spalle s'addormentano.
due goccioline e basta.

mi risveglierò?

martedì 10 marzo 2009

PARLANDO CON LE NONNE

dev'essere successo negli ultimi giorni...
dev'esser successo che sono cresciuta abbastanza, agli occhi delle donne della mia famiglia, per meritare le loro confessioni, ormai liberate da qualsiasi ipocrisia di segretezza.

ora non posso raccontare niente.
non ho tempo. devo studiare ma...
lascio i titoli che potrebbero avere alcuni dei racconti che ho ricevuto in regalo durante questa settimana:

. lo zio in più
. figlio di chi?
. anche le nonne fingevano
. colei che non ha più niente nella pancia (o: il tacchino vuoto che si poteva tradire)
. maschi e femmine e ingiustizie
. se vuoi picchiarlo, prima devi picchiare me
. ce n'è rimasto un pezzettino
. tornare madri

mamma mia. è tutto un mondo. e se non scriverò un libro su queste storie... sarà stato un peccato. buona serata a tutti.

lunedì 9 marzo 2009

... E CHE TI VENGA LA FEBBRE.


si parte con una nuova mostra.

SI TIENE A GUASTALLA (RE) NELLA CHIESA SCONSACRATA DI SAN FRANCESCO, DAL 22 AL 29 MARZO.

è una mostra collettiva itinerante, che ha toccato la sua prima tappa al nuomero 38 di via zamboni, a bologna.
pare che abbia registrato un certo successo, ma io non lo saprò mai perchè in quel periodo lavoravo e non ho assistito neanche all'inaugurazione.
questa volta forse vi assisterò, ma non ho alcuna voglia.

partecipo alla mostra con la mia piccola febbre, partorita un anno fa.
partorita in un lasso di tempo disturbato, disturbante, tormentato da visioni di libertà che ho assaggiate e poi mezze ripudiate.
avevo lasciato il mio ragazzo perchè, nel mezzo di una crisi irrisolvibile, m'ero fatta prendere da una cotta impalpabile per un affascianante giovane della mia età, dei miei interessi e anche dei miei capelli, ora che ci penso...
eh sì, ci assomigliamo un bel po'!

la poesia di lui, che s'accompagna con il mio febbrile dipinto, ricordano vibrazioni e passioni che mi sembrano lontanissime e quasi immaginarie.
infatti di visioni si tratta, in fondo. visioni e poesia.

...E CHE TI VENGA LA FEBBRE.

sabato 7 marzo 2009

perversa

aspetto che una persona risponda ad un mio invito, come si aspettano le rivelazioni di una indovina.
aspetto.

è solo un amico che non vedo mai.
ma in una eccezione del mai, l'altra sera, in un istante fuggente che non esiste più, è successo che parlare con lui, mi ha fatto sperare qualcosa. qualcosa di così ridicolo che merita di essere scritto.
mi ha fatto sperare, come solo in certi periodi della vita si può, di potergli parlare liberamente di tantissime cose. ma soprattutto: di poter avere risposte nude. libere.
ma libere da cosa?
libere da un tema, da un interesse, da secondi, terzi e quarti fini.

ho una fantasia, quindi, che lo riguarda e che mi tormenta. che esige soddisfazione al più presto: parlare.

non penso ad altro, eh!?
anche ieri mentre facevo un'intervista, e mentre ero al cinema... non pensavo proprio ad altro!
è un desiderio bruciante, che si butta di peso sui miei strati di ansie non sfogate e non si lascia ammansire. è come una perversione che può essere estinta solo realizzandola.

la mia perversione è parlare con un amico. discutere, arrabbiarsi, farsi capire e magari ridere. non ce la faccio più ad aspettare.

lunedì 2 marzo 2009

ZAMOC SI è LAUREATO!




UNA PARETE BELLISSIMA E, A DETTA DELL'AUTORE (MA CHI CI CREDE??), DEDICATA A ME.

CONCORSANDO

fatto.
ho inviato il pezzo, candidato da tutti (4) i miei gentilissimi amici, per partecipare al concorso "guglielmo zucconi", dedicato ai giovani che fanno attività giornalistica.
se va bene mi ci pago un viaggio studio, un computer e una macchina fotografica.
se va male ci rimango male e mi faccio il viaggio studio senza finanziamenti speciali.
mi sono già iscritta!

andrò a londra dal 10 agosto a quando deciderò di conoscere sufficientemente la grammatica inglese.
questo viaggio studio, però, sarà qualcosa di più di un viaggio studio.
sarà una prova di convivenza col mio amico, amante e fratellino, elle.

chissà quale sarà la conclusione di questa convivenza oltreconfine. andremo definitivamente a condividere quattro mura nella nostra italia (quasi sicuramente a formigine) o decideremo una volta per tutte che si sta proprio bene ognuno a casa propria?

credo più nella prima eventalità, ma me ne stupisco molto.

ma, sforzandomi di vivere il presente, adesso la smetto di pensare alla prossima estate per concentrarmi sull'esito di questo caspita di concorso... e mi mangio tutte le unghie!