sabato 27 marzo 2010

SE TUTTI AVESSERO UN GRILLO PARLANTE

Anche in una cittadina benestante come la nostra le situazioni di disagio ci sono e sono sempre di più. Famiglie con entrambi i genitori cassintegrati, centinaia di persone lasciate senza lavoro, tasse universitarie che aumentano, fondi che diminuiscono, donne che ancora fanno i conti con uno stipendio da lavoratori di serie b, stranieri trattati come persone di serie c….
Come si difendono queste categorie da un sistema prepotente e tanto più grande di loro?
Perché ad un disagio sempre più accentuato non corrispondo reazioni costruttive?

Oltre alle associazioni ecclesiali, alle cooperative e servizi sociali, ci sono nuovi osservatori di queste dinamiche. Si tratta dei Meet Up “Amici di Beppe Grillo Modena”.
I meetupper, così si chiamano, sono spesso giovani “fortunati”. Studenti o lavoratori accomunati dalla missione di allargare lo sguardo critico dei cittadini su ciò che li circonda e influenza le loro vite. Essendoci molta autonomia di pensiero e di azione, all’interno del movimento, può capitare che un attivista prenda a cuore un caso particolarmente eclatante e coinvolga altri nella soluzione del problema. È successo più volte. E questo è un modo di intendere il grillismo. Un altro modo è “fornire le armi della conoscenza affinché chi è in difficoltà reagisca autonomamente”, spiega Simone Silvestri, attivista del movimento. Giuseppe Guicciardi, assistant organizer di Amici di Beppe Grillo-Modena”, condivide lo stesso parere, tanto da interrogarsi sulla percentuale di grillismo che lo muove: “Io non ho lo spirito del buon samaritano nel senso classico, quindi non so quanto io sia grillino, ma ho una mia visione personale, naturalmente mediata dall'esperienza con questo gruppo. Sono dell'idea che la gente va preparata e informata su quanto sta accadendo, proprio perchè non sta reagendo, per nulla, e intendo anche gente che pensa di essere attivista. Queste persone, ma anche le associazioni e corporazioni varie, non capiscono che, se non cambieremo il nostro modo di vivere, di qui non riusciremo ad uscire.
Un po' come le vecchie campagne sulla fame nel mondo con i bambini del Biafra con la pancia gonfia: noi a livello di organismo vivente siamo programmati per girare la testa. Infatti le campagne di quel tipo ebbero fine”.
A proposito dell’efficacia della comunicazione fin’ora utilizzata dal movimento, Simone anticipa che c’è una riflessione in atto: “Stiamo discutendo attorno alla possibilità di mettere in atto tecniche di divulgazione alternativa al meet-up”. Il “come comunicare” è sempre un tema centrale. Ovunque e comunque. Nel bene e nel male. E infatti, interviene Giuseppe: “I media hanno un ruolo fondamentale in tutto questo e riescono ad anestetizzare gran parte della popolazione”. Aiutare la gente quindi, vuol dire renderla consapevole e informata. Metterla in condizione di pensare ad alternative concrete per migliorare il proprio stato.
Una consapevolezza che spesso manca del tutto, con risvolti drammatici. A Formigine il padre di tre figli, non riuscendo a portare a casa uno stipendio, minacciava di legarsi alle colonne del Comune e darsi fuoco, per attirare l’attenzione di qualcuno. A Maranello un altro ragazzo, senza lavoro e con famiglia a carico, si è ribellato dando fuoco a due alberi e al portone dell’Ufficio dei Servizi Sociali del Comune di Maranello,
Insomma. Qualcuno che si ribella c’è. Ma va educato a farlo in modo costruttivo. Il gruppo welfare del “Meet Up degli amici di Beppe Grillo di Modena”, coordinanto da Carlo Valmori e Domenico Rosati, va anche in questa direzione, oltre a cercare risposte all'evoluzione dei servizi ed alle loro inefficacie. “La gente va educata a reagire per educare il Governo a tarare le proprie operazioni sui bisogni dei cittadini, che altrimenti potrebbero decretarne la caduta. Oggi come oggi invece, nella maggior parte dei casi le reazioni sono o lassismo o gesti sconsiderati.”, conclude Simone Silvestri.

domenica 21 marzo 2010

inscritto nel nucleo

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si può essere senza parole e nello stesso avere solo voglia di scrivere?

ho così tante energie nelle cellule che non so gestirle. c'è qualcosa di più vivo del solito nel mio corpo... e nello stesso tempo una pace. che non conoscevo.

questa pace è iniziata con un libro. era così ovvio il legame tra le pagine che leggevo e la serenità che appropriava del mio respiro... che ad un certo punto mi è venuto il panico: quando finirò di leggerlo, la pace lentamente si esaurirà?

no. ecco. quando ho finito il libro (e una storia d'amore frustrato dal futuro)è iniziato un viaggio minuscolo nel mio nucleo.

l'ho trovato abbastanza intatto, il mio nucleo. solo un po' impolverato... non lo visitavo da tanto che c'erano ancora i fili d'erba e i mucchietti di fango che avevo "cucinato per la mamma" un pomeriggio di vent'anni anni fa, al parco. c'era il bianco latte del gheriglio della noce fresca. una figurina che mi aveva regalato mattia quando lo amavo teneramente.. in quarta elementare. e le fatine che profumavano di incenso.

ho trovato un centro compatto, piccolissimo. sembra una zigulì.
lì dentro c'è l'essenza di una saggezza ignorante e spensierata. è l'inconsapevolezza perfetta e aderente alle emozioni, di quando ero bambina. non so come abbia fatto a mantenersi dopo che mi sono persa tante volte, rincorrendo gli adulti e il tempo. dopo che ho chiuso occhi davanti alle miserie dell'amore e mi sono cercata nella voglia di maternità.

cercavo solo la bambina che avevo dimenticato, forse.
è dentro alla zigulì lei, e sa cosa vuole senza chiederselo. è piccola, scema e inquieta. è energia.

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venerdì 19 marzo 2010

via Regina Pacis, la moschea è stata smontata

Da ieri sera i musulmani che abitano nel comprensorio sassolese sono senza un luogo di culto: la moschea di via Regina Pacis è stata smantellata. La questione moschee è ritornata l’altra sera in consiglio comunale con l’interrogazione di Sandro Morini, Pd, e la riposta del vicesindaco Francesco Menani, Lega. Partendo però dalla fine di questa vicenda, ieri sera si è conclusa la parentesi della moschea di via Regina Pacis: la struttura aperta dalla Giunta Pattuzzi nel febbraio 2009 è stata definitivamente smontata. Solo alcuni manufatti sono rimasti sul posto in attesa di essere spostati al più presto. Tutto il materiale del luogo sacro ora è custodito dentro il deposito comunale dell’Ex Sat. Per ora non c’è una nuova sede per gli islamici che la frequentavano, che si riconoscono nell’associazione El Huda. Anche se le trattative col Comune sono aperte e sul tavolo ci sono quattro siti diversi, da ieri non c’è più un luogo di ritrovo per pregare. E questo, a maggiore ragione dopo la chiusura della moschea di via Cavour, vale per tutti gi islamici del Comprensorio Ceramico, alcune migliaia di persone rimaste senza una sede. Anche El Huda per ora ricorrerà alla preghiera in casa o al massimo, quando farà bel tempo, nel piazzale smontato. Il tema era stato affrontato l’altra sera in Consiglio. "Una moschea - aveva esordito Morini - non può essere chiusa come un bar. Il sindaco questo lo sa, ma non lo sanno forse i cittadini imbrogliati dalla promessa elettorale di cui ora questa maggioranza è ostaggio. Assecondando quei pochi che considerano la moschea un luogo frequentato da terroristi, non si risolvono i problemi di via Cavour e nemmeno di Sassuolo, piegata dalla crisi economica. I disagi logistici che stanno alla base del contenzioso, sarebbero risolvibili con una programmazione urbanistica chiara". "La riapertura - ha risposto il vicesindaco Francesco Menani - è avvenuta dopo una comunicazione di ripristino dei lavori per controllare lo stato dei lavori. La struttura di via Regina Pacis, invece, verrà smontata (come avvenuto, ndr). Con El Huda abbiamo in ballo alcune proposte per spostarsi, tra le quali un capannone vicino a Magreta e uno in prossimità di Pontefossa". Quanto a via Cavour, ha aggiunto Menani: "Abbiamo individuato posti alternativi, tutti scartati fin’ora. E in via Cavour non ci sono problemi". "Avete un atteggiamento di mercanteggiamento elettorale - ha ribattuto Morini - e scommetto che dopo le elezioni ad El Huda sarà concesso in uso un terreno di Hera vicino a dove erano prima". - Linda Petracca

giovedì 18 marzo 2010

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nell'interno della copertina di un accademico libro di antropologia delle religioni, una volta ho scritto:

-CI SONO POETI CHE NON SANNO AVVICINARSI AL CORPO CON LO STESSO TATTO CHE HANNO PER LA PAROLA-


ma devo precisare. cisonoquellicheinveceSì


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mercoledì 17 marzo 2010

“VITE DI QUARTIERE” la nuova sfida di Artegenti

Torna Artegenti per coinvolgere gli artisti e gli abitanti della città in un nuovo progetto che ne faccia rivivere i quartieri sotto i punti di vista più insoliti.

Nel 2007 e 2008 l’evento “Spazi D’arte” aveva invaso di arte il centro storico. L’anno scorso “Direct Digital” si è caratterizzata come punto di riferimento per la cultura digitale in Italia.

Quest’anno l’associazione non profit modenese per la diffusione della cultura e dell’arte, chiama a raccolta i creativi del territorio per una nuova sfida all’insegna della contaminazione e condivisione artistica.

Il progetto “Vite di Quartiere” nasce infatti per creare gruppi di lavoro interdisciplinari che, attraverso lo studio di un quartiere, sappiano individuare un tema comune per poi svilupparlo sotto i punti di vista delle diverse forme artistiche (scrittura, fumetti, cortometraggi, musica, fotografia, attori). Per questa edizione, il quartiere individuato è la Circoscrizione n°3, in particolare i quartieri Buon Pastore e Sant'Agnese.

La vera scommessa che vedrà coinvolti gli artisti, con l’aiuto e la mediazione dell’associazione, sarà coinvolgere gli abitanti della zona, non soltanto come fonti di informazioni ma anche come soggetti attivi nella realizzazione degli elaborati artistici.

Il progetto si concretizzerà nella pubblicazione degli elaborati ritenuti più meritevoli: in un libro con racconti in prosa, fumetti, fotografie, disegni; in un DVD contenente i cortometraggi e in un CD con colonne sonore e canzoni. Tutti i gruppi partecipanti saranno poi coinvolti nella rappresentazione delle proprie produzioni artistiche nei luoghi del quartiere con il coinvolgimento degli abitanti e vedranno le proprie opere pubblicate sul sito di Artegenti in un’apposita sezione dedicata a “Vite Di Quartiere”. L’iscrizione al progetto è gratuita e avviene compilando la scheda di partecipazione reperibile sul sito www.artegenti.it, da inviare all’indirizzo info@artegenti.it entro e non oltre il 10 aprile 2010.

domenica 14 marzo 2010

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un po' di cose aveva preferito dimenticarle, a causa del bagaglio di ansia che le scatenavano nel misero petto denutrito.



e adesso,

le vecchie ansie arrivavano tutte insieme, indossando un cappotto di velluto,

non sapeva se uscirci a cena o abbandonarle in un parcheggio.

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martedì 2 marzo 2010

l'altro dentro di te

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pensavo all'empatia.

a parte il fatto che e m p a t i a ha il suono di un colore.
l'azzurro dovrebbe chiamarsi empatia, perché si chiama azzurro? ma questo è un altro discorso.

pensavo che l'empatia non è tanto capire gli altri, sapersi riconoscere in quello che provano gli altri e roba così.

mi sembra proprio che il meccanismo dell'empatia sia qualcosa che viaggia al contrario. comincia dal sè. analizzarsi. smontarsi e rimontarsi infinite volte, in infinite parti della vita, per capire perché si prova quella cosa lì e come mai si agisce colà. trascinarsi nei proprio sbrodolamenti emotivi, studiarsi allo specchio. sbatterci il naso e lasciarci qualche certezza. intervistarsi e spiegarsi. non è un'attività adatta a tutti. ci si nasce. si cresce ipercritici (intercritici non esiste? peccato!) e complessati.
il punto è che quando si ha esperienza di sè stessi si può avere un'esperienza migliore anche degli altri, nel senso che si ritrova l'altro, in sè.


insomma: capire l'altro dentro di te, è l'empatia. ed è azzurro.
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lunedì 1 marzo 2010

la solidarietà nella crisi

SPEZZANO. Terrae Novae di Spezzano, un'Associazione Culturale a tutto tondo, senza scopo di lucro, da anni raccoglie derrate alimentari da distribuire alle famiglie che si trovano in difficoltà economica. Portare avanti l’attività di raccolta e distribuzione stava diventando sempre più difficile perché il mezzo utilizzato, classificato antieuro, non poteva entrare nei centri cittadini. La generosità dell’industriale Pietro Fogliani, titolare della ceramica Serra, ha permesso all’associazione di acquistare un nuovo mezzo, confacente alle attuali disposizioni di legge in materia di circolazione sulle strade. La volontà di aiutare l’associazione è nata quando, un sabato, l’industriale si è trovato ad assistere alla distribuzione di generi alimentali a ottanta persone bisognose. A questo gesto di umanità hanno fatto seguito altre testimonianze di partecipazione attiva all’iniziativa: la Ecopam pagherà il carburante per un anno, la Sigma Realco fornirà generi alimentari, Autorama comprerà l’assistenza meccanica, la Giemme pagherà il bollo e l’assicurazione del mezzo, Confartigianato Lapam garantirà la contabilità e la Cassa di Risparmio di Vignola i possibili imprevisti.