domenica 21 marzo 2010

inscritto nel nucleo

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si può essere senza parole e nello stesso avere solo voglia di scrivere?

ho così tante energie nelle cellule che non so gestirle. c'è qualcosa di più vivo del solito nel mio corpo... e nello stesso tempo una pace. che non conoscevo.

questa pace è iniziata con un libro. era così ovvio il legame tra le pagine che leggevo e la serenità che appropriava del mio respiro... che ad un certo punto mi è venuto il panico: quando finirò di leggerlo, la pace lentamente si esaurirà?

no. ecco. quando ho finito il libro (e una storia d'amore frustrato dal futuro)è iniziato un viaggio minuscolo nel mio nucleo.

l'ho trovato abbastanza intatto, il mio nucleo. solo un po' impolverato... non lo visitavo da tanto che c'erano ancora i fili d'erba e i mucchietti di fango che avevo "cucinato per la mamma" un pomeriggio di vent'anni anni fa, al parco. c'era il bianco latte del gheriglio della noce fresca. una figurina che mi aveva regalato mattia quando lo amavo teneramente.. in quarta elementare. e le fatine che profumavano di incenso.

ho trovato un centro compatto, piccolissimo. sembra una zigulì.
lì dentro c'è l'essenza di una saggezza ignorante e spensierata. è l'inconsapevolezza perfetta e aderente alle emozioni, di quando ero bambina. non so come abbia fatto a mantenersi dopo che mi sono persa tante volte, rincorrendo gli adulti e il tempo. dopo che ho chiuso occhi davanti alle miserie dell'amore e mi sono cercata nella voglia di maternità.

cercavo solo la bambina che avevo dimenticato, forse.
è dentro alla zigulì lei, e sa cosa vuole senza chiederselo. è piccola, scema e inquieta. è energia.

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