martedì 7 ottobre 2008

festival filosofia: cassano

Il festival della filosofia è un atto d’amore per le nostre città-, dichiara l’assessore alla Cultura di Modena, Grandi, introducendo, ieri mattina a Sassuolo, la lezione magistrale del professor Franco Cassano: “immaginare il futuro; l’utopia dei beni comuni”.
L’intervento del sociologo e teorico delle società sembra una lezione avanzata di educazione civica che parte dal concetto di utopia per invitarci alla progettualità. La fantasia è necessaria al prodursi di quella “immacolata innovazione” che caratterizza la società contemporanea. La fantasia dell’utopia, poi, ha caratteristiche proprie, come una costante dimensione normativa, in quanto si propone come modello idealizzato di una società. Nello specifico, l’utopia dei beni comuni ci dice qualcosa della coesistenza che ignoriamo nella maggior parte dei nostri comportamenti. Pone, infatti, un problema su cui già i classici si interrogavano: quello dell’antagonismo fra bene privato e bene collettivo. Ovvero: ognuno pensa che altri si occuperanno del bene comune e così nessuno se ne occupa!- La medesima dinamica sopravvive oggi con effetti più rilevanti e a lungo termine, a causa delle caratteristiche e dei mezzi della contemporaneità. Inoltre dal fordismo al post-fordismo si consolida un processo di individualizzazione che oggi tocca tutti noi. L’individuo, come l’eroe di un film, agisce qui ed ora, staccato dal passato, in un contesto in cui il futuro non è progettabile: “life is now”. È una condizione disumana e repressiva.
-e cosa accade quando l’individuo è costretto a non essere più individuo? Accade che i beni collettivi si deteriorano, perché l’unica strategia attuata da tutti, nel rapportarsi ad essi, è quella individuale. Dunque non si possono costruire forme di esperienza in grado di trascendere il “qui ed ora”? -Aristotele consigliava di incoraggiare le occasioni in cui gli uomini condividono i pasti-. Oggi ci prova la Chiesa, raccogliendo la forza perduta dalla cultura laica, la quale trascura i doveri dell’uomo. -Sono i doveri che fanno vivere i beni comuni! Il limite del pensiero utopico è stato concepire l’uomo come qualcosa da liberare, come insegnava Rousseau. Ora c’è bisogno di uno sforzo di immaginazione nel nostro senso comune per guardare la terra da molto lontano e percepire che siamo “un piccolo sputo nella periferia del mondo”. Solo così potremo vedere alcune connessioni che ci sfuggono, come quella fra le montagne di rifiuti e l’”immacolata innovazione” che mitizziamo. Dobbiamo costruire un patrimonio universale, libero da ogni fondamentalismo-. Ed ecco il più grande bene comune: la cultura dell’umanità

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