martedì 7 ottobre 2008

festival filosofia: natoli

Splendeva il sole ieri mattina a Sassuolo alle 11.30 quando Salvatore Natoli, voce autorevole della filosofia teoretica contemporanea, cominciava la sua lezione magistrale: “io nel pensier mi fingo: apparenza, realtà, invenzione”. Non era apparente il raccoglimento di centinaia di persone in ascolto nella suggestiva location del P.zz.le Delle Rose. C’era anche chi, appoggiato al muro o seduto per terra, ascoltava ad occhi chiusi, come se così potesse meglio cogliere le nuance delle varie declinazioni della parola fantasia, di cui il professore invitava a spostare significati e valenze. -Finzione, ad esempio, è ricca di sfumature, richiama il concetto di inganno, nel senso di non-conforme alla realtà, il ché non significa che l’inganno sia irreale! Se sortisce una riuscita evidentemente è una realtà. Anche la menzogna ha un rapporto stretto con la realtà perché -per essere credibile deve somigliarle molto, come ogni mentitore sa. Il sistema della finzione è imparentato in modo singolare con la verità. Il pensiero strategico usa infatti la finzione per sondare la realtà , districando apparenze, che sono tutte reali-. Un concetto comune anche alla scienza: cos’è l’ipotesi scientifica se non una finzione che anticipa la scoperta?
Per il professore non c’è molta differenza fra le realizzazioni di poeti, architetti e scienziati. L’architetto deve trasferire ciò che immagina in un processo organizzativo, ed è possibile solo se trova nella natura gli elementi che glielo permettono: i materiali. Per il poeta quegli elementi sono la metrica e le sonorità: non materiali bensì forme. Così, l’opera del poeta e quella dell’architetto dipendono entrambe dal fatto che è stato immaginato il diverso: -è la voglia di mondo che ci fa immaginare altri mondi. Certo, non tutte le possibilità diventano mondo, alcune restano delle rappresentazioni-. L’infinito leopardiano rappresenta questa pura rappresentazione dell’oltre. Ma nel suo non essere realizzabile essa comprende tutto il possibile, e ci porta al concetto di Dio. -Dio come pensabilità dell’infinito. L’infinito che ci fa sentire parte di un tutto sovrabbondante-. La lectio si conclude e rimbalza nella mente l’ultima frase del professor Natoli: -l’immaginazione è creativa ed infinitamente generosa-.

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