sabato 17 novembre 2007

L'altra geografia

di linda petracca

-Quello che la scuola vi ha raccontato sulla geografia non è vero.-

Comincia così, presso MEMO (multicentro educativo Modena “Sergio Neri”), il primo dei sei convegni del professor Franco Farinelli, uno dei più importanti geografi italiani. E il contenuto di ogni suo intervento sembra voler ribadire il concetto.

Insegnante di Geografia umana, direttore del dipartimento di Scienze della Comunicazione e presidente del corso di laurea in geografia e processi territoriali dell’ateneo di Bologna, Franco Farinelli è autore di molte pubblicazioni, l’ultima delle quali: Geografia. Un’introduzione ai modelli del mondo (Torino, 2003).

Bisogna ammettere che le affermazioni del professore, che tende a riconoscere nella carta geografica una vera e propria agenzia di pensiero, sono innovative e un po’ destabilizzanti se si pensa al modo in cui siamo abituati a ragionare la geografia.

Come non cogliere al volo l’occasione di un colloquio informale con questo illustre professore?

Signor Farinelli lei ripete spesso che, mentre la tradizione scolastica ha sempre presentato la mappa come copia della terra, nell’età moderna è la terra ad essere copia della rappresentazione cartografica. In questo discorso che ruolo gioca la globalizzazione?

La globalizzazione è il frutto di questo processo. La mappa ad un certo punto non riesce più a tradurre quello che è la terra. Cosa può farlo? Il globo. Che però impone di pensare in modo diverso. Impone di pensare ad un ritorno all’arcaico. Noi siamo abituati a pensare in termini di progresso come qualcosa che va avanti, come la logica della carta. Ma se noi pensiamo secondo la logica di un globo.. ecco, ad un certo punto, procedendo su una superficie come quella del globo, è inevitabile il ritorno all’arcaico.

E mentre dice questa frase simula l’esistenza di un globo che, fra le sue dita, compie un giro completo su se stesso e fino a tornare al punto di partenza.

Lei sa di comparire su Wikipedia come saggista e filosofo italiano? Si sente più rappresentante del sapere scientifico o del sapere umanistico?

No, non sapevo di comparire come saggista e filosofo. Davvero è così? Si può risalire a chi è stato?

Comunque, ecco… io credo che non sia possibile fare una distinzione netta. Anzi, credo che in fondo non ci sia differenza. Si può essere matematici e insieme poeti.

In che modo rientrano le nuove tecnologie come “Google Earth” e il navigatore satellitare nel suo discorso? Se rientrano..

Sì, rientrano, certo, ma pongono altri problemi. Sono prodotti tipici della cultura occidentale, si basano sull’illusione, sul trucco. Le immagini che ci presentano sembrano familiari, ma lo sono?

Dobbiamo chiederci: qual è il punto di vista da cui osserviamo?

Professore, lei sa che Einstein è stato rimandato in matematica, e Pavarotti in musica. Lei ricorda spesso di essere stato rimandato in disegno. Questo cosa significa?

Che anche lei è un genio; che la scuola fa pena… o entrambe le cose?

Ahaha… Beh, in effetti penso che la scuola sia mortificante. O meglio, che a volte sappia mortificare le capacità degli studenti.

La nostra conversazione finisce qui, alle 14.55 perché alle 15.00 comincia la sua conferenza. Il ciclo di appuntamenti col professor Farinelli che è rivolto agli insegnanti del comune di Modena e rientra nel progetto “la mappa, la terra, la copia”, è pensato per venire incontro alla crisi della geografia e limitare il divario crescente tra la cultura dei giovani e la realtà in cui vivono.

Scopo fondamentale del corso è quello di orientare i docenti all’uso dei dati e degli strumenti cartografici per il loro uso didattico. Il prossimo appuntamento col professore sarà venerdì 30 presso Memo.

Memo è un centro del Settore Istruzione del Comune di Modena che raccoglie e rilancia il patrimonio di esperienze e di lavoro realizzati dal Centro Documentazione Educativa, dal Centro Documentazione Handicap, dagli Itinerari scuola-città, dal Centro Interculturale.

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