sabato 27 giugno 2009

salvavita


ne basta una, di giornate così, per capire che sono più propensa a fare
, che a studiare.
nel leggere il libro di storia dell'africa, infatti: mi sono mangiata tutte le unghie. poi tutte le pellicine. poi ho torturato i capelli. qualcuno è anche caduto. ho controllato la casella mail infinite volte. ho mangiato cose che non volevo mangiare. mi sono sentita una cicciona paurosa. ho girato per casa specchiandomi in ogni vetro. ho deciso che ero brutta. ho deciso di andare a correre, non appena avessi finito di leggere le mie solite 10 pagine. ho rimangiato. mi sono ritorturata. non c'ho capito un cazzo del libro.

fino a pochi giorni fa ero convinta che, da grande, avrei fatto la studiosa-scrittrice-donna di pensiero.

ma l'altro giorno, ho vissuto un attimo di panico illuminante: quando studio io sto male. ma davvero male.
mi debilito in tutti i sensi e le direzioni. senza scampo.
gli esami, per me, sono momenti bellissimi. e dopo averne superato uno, non posso fare a meno di prendermi un periodo di "ferie" dai libri, per lavorare come una matta.
rinasco. non c'è dubbio. sembrerà banale detto così ma... apro gli occhi. sugli amici di cui mi ero nel frattempo dimenticata, sulle piccole cose belle e brutte del vivere, sulla natura. anche sulla natura, sì. vedi?
quando studio mi chiudo tutta. è come se non vedessi, non udissi, non sentissi gli odori...
non mi godo niente!
mi sono fatta prendere dal panico quando ho fatto questa scoperta.
all'improvviso non sapevo più quale fosse la mega-aspirazione della mia vita (quella che ognuno ha, tipo: diventare un astronauta, mangiare carne di serpente, andare a vivere a new york, diventare un artista famoso...).
ma ora, ci ripenso. mi sa che ho scoperto qual'è e qual'è stata la causa principale delle mie depressioni.
una scoperta importante. per una medicina salvavita.

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