sabato 31 ottobre 2009

gesti lenti

si sentiva sola. ecco.
a tavola, con tutta la famiglia più due: il suo ragazzo e quello di sua sorella.
così sola che provava a parlare per sentire la propria voce comunicare qualcosa all'esterno. parlava alla mamma, che sedeva lì di fianco. poi provava a parlare con il suo ragazzo: magari fosse riuscita a farlo ridere! a creare uno sprizzo di vita, su quella tovaglia di silenzio.

il papà spegneva la tivù. allora lei taceva.
e lui la riaccendeva.
il messaggio era chiaro: preferiamo sentire i rumori della scatola magica piuttosto che ascoltare suoni di vita reale.

le veniva da replicare. da alzarsi in piedi e urlare che le cene in famiglia servono a conversare. a condividere. ad informarsi, anche. perchè esigete che io ceni a casa, se poi tutto quello che devo fare è fingere di non esserci per lasciare indisturbati i vostri silenzi rituali?!

ma stava zitta. sì. aveva replicato tante volte.
guardava il suo ragazzo mangiare la pizza. era lontano e ricoperto di una sostanza isolante. sapeva che non ne avrebbe sentito il calore toccandolo. era proprio sola.

il papà aveva cambiato canale su un cartone animato. sua sorella e il suo ragazzo sghignazzavano a proposito di chissacosa. la mamma cominciava a narrare il lungo racconto della ricetta di zucca ripiena di zucchine e spinaci e parmigiano e fontina, e zucca naturalmente. il cartone proseguiva senza che il papà decidesse di spegnare la tivù per punire quelle voci.

sì, si sentiva sola.
il suo ragazzo mangiava la zucca ripiena.
lei, con movimenti lenti cercava di contenere il nervoso che le cresceva in gola. era sproporzionato alla situazione, naturalmente. non poteva essere espresso. quindi se lo tenne, lì in gola, e dedicò la nottata a riassorbirlo.

1 commento:

Unknown ha detto...

Ma succede che adesso scrivi solo su richiesta? Eccola!