martedì 22 dicembre 2009

LILLI, MAMMA DI SHARK, CERCA AIUTO

VIGNOLA. Una madre lacerata dal dolore per la perdita, nel 1991, del figlio diciannovenne, ora anche vedova, da anni attende gli arretrati della pensione privilegiata di reversibilità spettante al marito dopo la morte del ragazzo. Shark, 19 anni, morì in un incidente automobilistico con altri tre amici che, come lui, prestavano servizio di leva presso la brigata alpina Cadore da soli 15 giorni. Era la sera del 16 settembre 1991 e Andrea Benassi, bolognese, Vincenzo Tarozzi di Nonantola, Riccardo Fini di Marano e Shark Mermet di Vignola tornavano da una libera uscita alla Caserma “Salsa” degli alpini di Belluno, quando persero il controllo della macchina, un’Alfa 75, trovando morte immediata. "Un dolore assoluto è calato sulla mia famiglia - racconta la madre di Shark, Liliana Colombi - Dopo alcuni anni passati nella tristezza e nell’angoscia anche mio marito è morto, ha lasciato me e le nostre due figlie. Era distrutto dal cancro, con le difese immunitarie annientate. Lui aveva progetti lavorativi che includevano Shark in campo metalmeccanico, ma dopo la sua morte si era lasciato andare. Siamo rimaste sole a gestire il dolore e i problemi economici. In queste condizioni di estrema difficoltà ho scoperto che mi spettava un indennizzo. Varie volte ho esposto le mie ragioni alle autorità competenti e ho presentato tutti i documenti richiestimi, ma nessuna risposta positiva e nessuna sensibilità è stata rivolta al caso. Le mie pratiche sono state respinte. Ho capito che non c’è la volontà di aiutarmi. Ma come si può abbandonare così una madre? Come si può pensare che all’epoca dei fatti io, abbandonata al dolore profondo della mia perdita, pensassi a informarmi se avevo diritto ad una pensione? Noi, allora, pensavamo solo a sopravvivere! Avrebbero dovuto dirmelo loro: lo Stato, chi aveva chiamato mio figlio alla leva... A causa di un ritardo nell’adempimento di pratiche burocratiche o della mia non conoscenza dei tecnici e della burocrazia del ministero della Difesa, mi trovo abbandonata dallo Stato". Liliana Colombi ora ha 62 anni, da Vignola si è trasferita a Novara, cerca di mantenersi facendo i lavori più diversi e paga l’affitto con grandi difficoltà. "All’epoca della tragedia abitavamo a Vignola. Il mio Shark è seppellito lì e se non troverò una soluzione abitativa definitiva non potrò farlo trasferire vicino a me: il mio desiderio più grande. Da agosto la mia auto ha smesso di funzionare così non posso più raggiungerlo come prima. Ma anche quest’anno, farò il mio albero di Natale per lui. Durante le feste il senso di mancanza diventa così forte che io e le mie figlie finiamo per non veder l’ora che finiscano. I danni psicologici che la mia famiglia ha subìto sono grandi. Solo ora, nel vero momento del bisogno, trovo il coraggio di uscire dal mio dolore e sto cercando il modo per sollecitare la giusta liquidazione della pratica" .

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