giovedì 26 novembre 2009
seminario di disorientamento !
presso la comunità capodarco di fermo. ad orientarmi sui disorientamenti giornalistici. te lo spiego meglio quando torno!
mercoledì 25 novembre 2009
il segno occulto.
credo che nessuno dei post appoggiati su questo blog abbia mai ricevuto tante visite quanto, e ci stupiamo?, quello nel cui titolo figurava la parola sesso.
ah, "sesso", che parola tremenda. attraente e fastidiosa. come se sotto i suoi infiniti strati di significato promettesse qualcosa di occulto.
ebbene, vado avanti e arrivo di corsa al dunque.
dunque: in così tanti l'hanno letta. solo una persona ha inteso commentare il post in mia presenza, ma lo ha fatto mediando attraverso un giudizio su tutto il blog ("mi piace proprio tanto questo blog"); un seconda persona ha fatto più o meno lo stesso percorso ma si è fermata un attimo prima, senza esprimere un vero giudizio sul blog ("lo leggo sempre"), una terza persona mi ha solo comunicato di averlo letto, ("hai scritto un post porno!") e non lo ha commentato anche se invitato a farlo ma compenserà il silenzio giudicando un contributo successivo.
bene.
la prima persona che ho citato è una donna matura. con un'identità femminile stabile. madre, nonna, moglie, amante. non solo ha, a mio parere, colto il messaggio ma lo ha accolto.
la seconda persona è una ragazza che ha elaborato il contenuto incasellandolo, probabilmente, in quella libreria di riflessioni sul tema che, in quanto giovane donna lavoratrice, studentessa (femmina alfa?)deve avere per formarsi una identità forte.
la terza persona è un uomo adulto, piuttosto realizzato professionalmente. sicuramente ha elaborato (sta elaborando?) il tema ma il suo silenzio non mi permette di dire niente.
e adesso parliamo della quarta persona: un insieme di ragazzi che non ha capito. si è imbarazzato. qualcuno di loro ha deciso di esprimere il suo imbarazzo sui social network ("ho letto il blog di una donna (...)") dichiarando che le donne pensano a cose astruse e non si capisce il perchè. poverette! un altro, senza citare il blog, si è rivolto a me strumentalizzando un'espressione che io usavo nel blog per estorcermi informazioni (raccontami cosa fai quando...).
ah. dimenticavo: mi sono accorta di aver smosso qualcosa, ma non sembrerebbe, a giudicare dal vuoto di commenti al post incriminato!
in un esame
nel peggiore dei casi si prevede una fuga in due direzioni possibili: il baratro della depressione, con manifestazioni autistiche ed autolesioniste o un villaggio dell'africa dove ritrovare il senso della vita.
là.
un esame da niente!
restauro chiesa magreta
sabato 21 novembre 2009
l'imbarazzante silenzio nel sesso
e continuo a stupirmi, invece, ogni volta che vedo questa drammatica incomunicabilità.
cos'è? c'è troppo sesso ovunque per poterne parlare?
c'è troppa sessualità plastificata per riuscire ad accogliere quella viva?
non mi va di prendermela con gli uomini, oggi. siamo tutti vittime di questo silenzio che è imbarazzante.
capisci? non è il tema di questo silenzio a imbarazzarmi, ma che il silenzio trovi spazio in una dimensione così comunicativa come quella dell'amore fisico... questo sì. è imbarazzante e drammatico.
è drammatico.
donne, voi che siete il luogo della cura, dell'ascolto, voi che siete "casa", voi che potete parlare al corpo. donne, insegniamoci ad ascoltarci. insegniamo quante energie buone scaturiscono da corpi che si conoscono e si ascoltano.
questa educazione all'ascolto e all'amore possiamo portarla avanti soprattutto noi.
moschea al poggio?
giovedì 19 novembre 2009
i lavoratori lar: una crisi annunciata
domenica 15 novembre 2009
la calma
vivo questo strano senso di calma profonda, irreale. forse sono gravida di nuove energie ed il mio corpo si sta preparando ad una tempesta di dimensioni notevoli.
voglio lasciare questo messaggio a me stessa. una specie di "te l'avevo scritto" che capirò, forse, in futuro.
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sitcar accordo. lar chiusura attività
FORMIGINE . Intesa azienda-sindacati alla Sitcar di Casinalbo: cassa integrazione e niente licenziamenti, e gli operai dopo 3 giorni di proteste sono scesi dal tetto dello stabilimento. ma ora scoppia il caso Lar, sempre a Formigine: l’azienda, che ha 59 dipendenti, ha annunciato la chiusura. Da lunedì verrà attuato uno sciopero di 8 ore. A PAGINA 27
FORMIGINE. Si è conclusa positivamente in Prefettura - alle 20.15 di ieri sera - la trattativa sul caso Sitcar, l’azienda casinalbese che aveva messo in mobilità un intero reparto. Alle 21 i sindacalisti comunicavano ai loro assistiti il raggiungimento degli obiettivi richiesti: due anni di cassa integrazione straordinaria ed un anno di mobilità con incentivi all’esodo. Dalla Prefettura hanno espresso soddisfazione per un accordo con la proprietà e Confindustria che da tre giorni sembrava irraggiungibile e teneva i sei operai “incatenati” all’azienda. Dopo una notte di buio pesto e di gelo penetrante, con la fame che bucava lo stomaco, la mattinata di ieri si era mostrata più benevola per i sei: una calda manifestazione di solidarietà, formata da almeno 200 lavoratori, li incitava a resistere sul tetto dell’azienda. Alle 11.30 circa, il segretario di Fiom-Cgil Giordano Fiorani ha raggiunto i sei, grazie all’autoscala dei Vigili del Fuoco, per cercare un compromesso al vincolo imposto dal Prefetto Giuseppina di Rosa: scendere dal tetto per consentire un tavolo di trattativa risolutivo. Amhed, Ciro, Franco, Josafatte, Luigi e Mino decidevano così di dare un segnale di disponibilità, ma senza retrocedere dalla lotta. Questo l’accordo: per fare sì che l’incontro convocato dal Prefetto per le 15 potesse aver luogo, si sarebbero calati dal tetto. Nel caso in cui il tavolo non avesse determinato una soluzione condivisa, o le forze dell’ordine avessero mosso un passo verso di loro, sarebbero tornati alla casa-base della loro lotta pacifica: il tetto della Sitcar. Si ripartiva dalle richieste dei sindacati: cassa integrazione fino a due anni; messa in campo di percorsi formativi e di ricollocazione professionale; possibilità di scegliere la mobilità volontaria per chi la ritiene utile con incentivo all’esodo. I sei, emotivamente molto scossi, nervosi e provati, alla fine sono scesi, ma sono rimasti seduti ai piedi delle scale che portano al tetto. Non volevano rilassarsi nè toccare cibo, per timore di un’azione di forza della polizia. Intanto, alle 15, i sindacalisti della Fiom-Cgil ed il direttore del personale della Sitcar potevano dare inizio alle trattative in Prefettura. E così, dopo cinque ore di estenuanti discussioni, l’intesa era raggiunta. Intesa vissuta come una conquista per i ragazzi della Sitcar: dopo il resoconto serale dei sindacalisti sono tornati alle proprie famiglie, con qualche prospettiva in più.
sabato 14 novembre 2009
preparativi
poi oggi, dopo un mesetto di ansie immotivate particolarmente insistenti. di "prendere le misure" con le mie prospettive lavorative future. di esami psicologici sottoposti al mio ignaro moroso, senza neanche sapere io cosa cercare in lui. e altre cosucce ansiogene così...
beh, oggi. improvvisamente, mentre bevevo un tea e leggevo clifford geertz, ho capito.
HO CAPITO CHE STO PREPARANDO IL NIDO.
sos lavoro. sciopero della fame
Un ulteriore tavolo di trattativa tra sindacati e Sitcar è saltato ieri in Prefettura. Questa volta sono stati i sei operai accampati sul tetto a non scendere a patti. E a non scendere neanche dal tetto: l’unica condizione richiesta dalla Prefettura era infatti che desistessero in questa protesta. I sei hanno dichiarato di non fidarsi dell’azienda ed hanno preferito portare avanti la loro protesta secondo i piani: lo sciopero della fame dura già da un giorno. Il sindacalista Antonio Petrillo dichiara: “Mai ho incontrato una situazione simile in tanti anni di lavoro. Speriamo di poter parlare faccia a faccia con i proprietari dell’azienda. Finora il nostro unico riferimento è stato il direttore del personale Ferrari, che è stato convocato a sua volta in Prefettura”.
situazione preoccupante alla sitcar
la sinistra accusa l'azienda
venerdì 13 novembre 2009
sei operai sul tetto della sitcar
FORMIGINE. Una protesta tanto drammatica quanto spettacolare è stata inscenata da sei operai della Sitcar di Casinalbo: da ieri mattina occupano il tetto con tanto di tende. Contestano il piano aziendale che prevede la mobilità diretta per 10 di loro. Cioè il licenziamento.
giovedì 12 novembre 2009
ma dove facevano la pipì?
in realtà credo che l'intera faccenda possa riassumersi così: dieci operai, che poi erano nove e sono diventati otto, sono saliti sul tetto dell'azienda per manifestare come quelli della innse di milano perchè gli sembrava che potesse funzionare. l'impresa voleva metterli in mobilità senza ammortizzatori e loro invece volevano ammortizzare e così eccoli lassù che guardano in giù verso noi giornalisti. noi, che ogni mattina al risveglio, come prima cosa andiamo a vedere se sono ancora sul tetto e poi cominciamo a intervistare i soliti: sindaco, sindacalisti, proprietari, colleghi, mogli, prefetti, il papa e lo spirito santo. i soliti ci dicono le solite cose: andiamo a trattare in confindustria, niente. andiamo a trattare il provincia, niente alla seconda, andiamo a trattare dal prefetto, riniente. torniamo a trattare dal prefetto: e questa volta ce la fanno. gli operai tornano a casa felici contenti licenziati e anche puzzolenti, credo.
ora.
ho imparato molte cose da questa esperienza:
-- scrivere mi fa venire un gran male ai gomiti. ho proprio la nevralgia che mi sale lungo l'avambraccio fino al collo. ne ho parlato con davide e mi ha detto che lui scrive appollaiato. adesso ci provo anche io... come si fa!?
-- se d'ora in poi tutti salissero sui tetti a protestare... smetterebbe di chiamarsi "lotta estrema". e qualche creativo dovrebbe inventarsi una nuova forma di protesta più spettacolare. sono curiosa di vedere i prossimi effetti speciali...
-- c'era più meridione nei dintorni della Sitcar che nel paese salentino dove trascorro le ferie estive. tra gli operai, i giornalisti e le forze dell'ordine avremmo potuto costituire la lega dei terroni curiosi: tutto il giorno lì a vedere cosa facevano sti operai sul tetto. e sapete cosa facevano? niente. proprio come noi che li guardavamo. insomma. il grande fratello ma un po' più culturale!
-- faccio fatica a centrare la notizia. lo sapevo già ma questa volta mi sentivo una bambina acca. non so fare il riassunto dei miei pensieri.
-- se un signore che puzza di sudore ed ha un herpes sul labbro comincia a gridare "venduti" ai sindacalisti, ma nessun giornalista si interessa a lui, non è il caso di avvicinarlo. attaccherà a gridarti in faccia la storia degli operai buoni e dei sindacati cattivi senza lasciarti andare via e un carabiniere dovrà salvarti dalle sue grinfie con una scusa banale... (e sarà imbarazzante!).
-- impari a odiare i giornalisti avversari dalla firma ma impari ad apprezzarli dal loro profilo facebook.
-- impari ad avere timore dei giornalisti bravi che, dalla redazione, ti commissionano i pezzi, e poi ti addormenti serena alla sera mentre loro ti leggono la favola del tuo articolo corretto..
-- se accetti di andare a verificare che ci siano davvero sei operai su un tetto devi accettare che questa diventi la tua principale mansione per il resto della settimana, almeno.
-- il mio cognome sembra una poesia al confronto con certi altri: josafatte palermo (non ho ancora capito qual'è il nome e quale il cognome) , frattoluso, carlo (sì, carlo è il cognome. di nome si chiama antonino!).
domenica 8 novembre 2009
pane e latte
beh, ne parlavamo ieri sera al ristorante giapponese, dopo tanto tempo che non ci vedevamo. cioè, ne parlavo io, perchè Erre non ha di questi problemi. non che sia un vero problema però... sì, però questa relazione mi ammolla. mi sento diventare proprio come la mollica del pane inzuppata nel latte. non metto in discussione che la mollica possa sentirsi a suo agio nel latte. solo che dopo l'ammollo non tornerà più solida come prima, a meno che non si separi da quel liquido morbido per seccarsi un po'. e questo, si sa, è un procedimento lento e un po' innaturale.
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