lunedì 20 aprile 2009

presidente anpas in abruzzo

MODENA. “I modenesi che si trovano in Abruzzo stanno rappresentando molto bene il mondo del volontariato di questa città, che nel settore della pubblica assistenza conta 5000 volontari”, testimonia il modenese Fausto Casini al suo ritorno dai campi di soccorso dei territori terremotati. Fausto Casini è presidente nazionale dell’ANPAS (associazione nazionale pubbliche assistenze) e coordinatore della consulta nazionale del volontariato presso il forum del terzo settore: due rappresentanze impegnative, tali da farci dimenticare che Casini lavora a Modena, presso il Comune, allo sportello unico delle imprese. Anche lui è stato in Abruzzo per mettere a disposizione degli sfollati e delle associazioni operanti sul luogo, le proprie competenze organizzative. Ha alloggiato nel campo gestito da ANPAS Nazionale, che occupa un campo da rugby in località Acquasanta, in centro a L’Aquila. Lì sono 700 le persone ospitate, ma i pasti erogati sono molti di più, circa 1200. “Molte persone, infatti, nonostante la paura, vogliono rimanere nel loro paese, - ci spiega il presidente dell’ANPAS, - E usufruiscono dei servizi che possiamo garantirgli, come il vitto e l’acqua per lavarsi”. Poi ci sono i campi montati dalle regioni, in cui le Pubbliche Assistenze sono presenti in modo massiccio, organizzate nei loro coordinamenti provinciali. Quello dell’Emilia Romagna è a Villa Sant’angelo, dove si trovano una ventina di modenesi, tra cui molti giovani con alti livelli di formazione assistenziale, sanitaria, di protezione civile, maturata presso associazioni o durante il servizio civile. Ci sono anche volontari “anziani”, come quelli dell’associazione Croce Blu di Castefranco, Nonantola, San Cesario, che gestiscono un pullman trasformato in cucina da campo, ormai ben collaudato e considerato celebre dai volontari dell’associazione perché è stato utilizzato duranti interventi che tutti ricordiamo, come l’emergenza Umbria e l’emergenza dello sbarco degli Albanesi.
“È straordinario vedere con quanta efficienza sia organizzata la macchina del volontariato, soprattutto se si tiene conto che molti punti di riferimento come l’ospedale e la prefettura sono anch’essi distrutti”, spiega Casini, che prosegue raccontando le sue impressioni: “La percezione più amara è che le operazioni di soccorso e aiuto soffrono di un rallentamento causato dalle continue scosse sismiche. Un assestamento che sembra infinito. Anche dalle postazioni di rilevazione dei dipartimenti di geofisica non arrivano messaggi d’allarme né di fiducia. Nel frattempo, sperando che lo stato d’emergenza si stia concludendo, si comincia a intervenire per un ritorno graduale alla “normalità”. Si progetta di creare degli spazi per i bambini per permettere ai genitori di tornare a lavorare. Verranno montate delle grandi tende pneumatiche, in cui animare degli asili con le maestre del posto ed i volontari delle associazioni con cui siamo in rete. Una delle più grandi emozioni è vedere la vita delle persone che gradualmente riprende, l’allarme lascia il posto ai problemi del vivere quotidiano in un paese violentato”. Conclude Fausto Casini, che martedì prossimo vedremo apparire, alle 21.10, su rai 1 nella trasmissione “Fa’ la cosa giusta”.

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