venerdì 15 aprile 2011

CACCIA AL TESORO. cap 2

Se il tesoro è la cultura solo i cittadini possono sapere dov'è nascosto!


di Linda Petracca


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(Cecilia, del bar "Dal 5 al 6" mi ha consigliato di parlare con Colby, di Libera, per indagare assieme a lui un'altra tappa della mia "caccia alla Cultura")




Ore 22.30, via del Tirassegno, periferia modenese. A “Officina Libera” c’è un concerto. Bancarelle di frutta e verdura e di gioielli fatti in casa.


Chiedo di Colby, eccolo. Troviamo un angolo tranquillo.


Mi ha mandato qui una persona che ti considera “la sua cultura”. Che ne pensi?


“Sembra una responsabilità importante! Partiamo da questo luogo. Qui si fa molta cultura, secondo la mia concezione. La cultura è la necessità di dare un senso a ciò che facciamo. Credo ci siano due macro tipi di cultura, quella istituzionale, legata a doppio filo con la dimensione economica, e quella con la C maiuscola che nasce nelle relazioni fra le persone che danno un senso all’esistere. La cultura intesa in questo senso è quella che può aiutarci a capire la vita senza subirla. Io sono legato alla cultura di strada e la definirei con due parole: arte e mestieri. Questo tipo di cultura nasce nelle situazioni collettive in cui non c’è separazione fra utenti e organizzatori”.


Quali sono i luoghi della cultura?


Penso che l’unico posto in cui sia stata realizzata pienamente la mia idea di cultura è la casa di Libera, a Marzaglia, sgomberata nel 2008. La gratuità e il dono erano i mezzi per far funzionare quel laboratorio sociale che ha dimostrato di poter superare la logica di mercato, che purtroppo oggi gestisce anche la cultura. Vorrei che tu parlassi con Alessandro, della Paolino Paperino Band, lui ha toccato la fama ma non ha ceduto”. Sono le 24.00. Forse in futuro parlerò anche con Alessandro, ma prima voglio visitare la gioielleria segnalata da Manuela.

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