lunedì 18 aprile 2011

CACCIA AL TESORO 3

Se il tesoro è la cultura, solo i cittadini possono sapere dov’è nascosto!

di Linda Petracca

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(Sono le 24.00. Forse in futuro parlerò anche con Alessandro, ma prima voglio visitare la gioielleria segnalata da Manuela.)

Ore 11.00 del giorno dopo: ritorno al centro storico. La gioielleria ha un grande portone blindato. Suono. Mi apre Roberta Magnani. Lavora col marito, sono molto inseriti nell’ambiente artistico modenese, e non solo. Organizzano mostre di scultura, fotografia e gioiello d’autore. Visionano gli artisti emergenti e cercano collaborazioni sempre nuove.

La cultura è un lavoro collettivo?

“Credo sia prima di tutto una questione di progettualità, che nasce dal confronto fra giovani e adulti, artigiani e artisti. A Modena c’è bisogno di luoghi di incontro per giungere a un progetto di cultura condiviso. È importante che l’offerta non sia frammentata e frutto della casualità. Sono a Modena da 6 anni e vedo che non c’è molta collaborazione fra gallerie d’arte e realtà affini. Ognuno si rivolge al suo bacino d’utenza e ha paura di aprirsi agli altri".

Potrebbe indicarmi un luogo per continuare la mia caccia al tesoro?

“Vai a teatro. Io amo il Teatro delle Passioni”.

Per ora interrompo il mio viaggio. Devo riflettere sui tesori che ho trovato finora e decidere da dove ripartire: un musicista che canta l’anarchia o un luogo “istituzionale” di cultura come il teatro? Chissà quali sarebbero le due tappe successive, divergerebbero ancora o s’incontrerebbero? Considererei il mio viaggio concluso se uno dei miei intervistati mi mandasse da una persona o in un luogo in cui sono già stata. Quel momento sarebbe emozionante, magico. Sarebbe la conferma che la cultura è fatta di connessioni. Che i luoghi di cultura non esistono senza le persone che danno a essi un senso, riempiendoli con i propri significati, aspettative, curiosità e relazioni.

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