lunedì 23 febbraio 2009

CHI MI AIUTA A SCEGLIERE IL MIO ARTICOLO MIGLIORE PER PARTECIPARE AD UN CONCORSO?

quello che considero il mio pezzo migliore è stato pubblicato nel 2009, su Note Modenesi, ma per partecipare al concorso devo per forza presentarne uno pubblicato nel 2008!.

dopo una gara spietata, avvenuta a sprazzi nella mia testa, fra tutti gli articoli di cui conservo memoria... abbiamo 5 finalisti.

li pubblicherò qui sotto, sperando che qualche conoscente mi indichi il suo preferito.

chissà se funzionerà!

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21 novembre 2008
sezione cronaca
gazzetta di modena

Università vince 800mila euro. In arrivo tecnologie e posti letto

In tempi di ansie e contestazioni relative al futuro della scuola italiana, Modena e Reggio Emilia si dichiarano “Città amiche degli studenti”! Non è un atto di simbolica compassione verso i giovani ma il nome di un progetto serio e articolato: “MoRe for students’’, nato nell’ambito del tavolo tematico sull’Università e l’alta Formazione, all’interno degli Stati Generali della Cultura. Il piano, presentato dal Comune di Modena in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, Er.go, Azienda regionale per il diritto agli studi superiori dell’Emilia Romagna, Università di Modena e Reggio Emilia e Acer di Reggio Emilia ha vinto il bando “Città universitarie’’ promosso dal Ministero delle Politiche Giovanili e dall’Anci. Il premio consiste in un finanziamento da collocare in servizi agli studenti che ammonta a 400 mila euro, e altrettanti saranno stanziati dai 5 partner. 800 mila euro saranno, dunque, investiti, entro la fine del 2009, in: 30 nuovi posti letto per gli studenti rimasti fuori dai bandi regionali Er.go, 150 ore in più d apertura annua per le biblioteche, totale copertura wi-fi delle residenze universitarie dell’Ateneo, esperienze di coabitazione tra studenti e anziani soli, lavagne interattive ad alta tecnologia per studenti diversamente abili, progetti di domotica in alloggi Er.go, servizio di baby sitting a tariffe calmierate per studentesse madri, servizio di accoglienza per matricole. Tra i risultati attesi, anche alcuni nuovi strumenti informativi, tra cui un portale pensato per gli degli studenti stranieri. «Trovo che il progetto sia strategico per l’Università -comunica Sergio Paba, prorettore dell’università di Modena e Reggio Emilia - infatti il nostro Ateneo, seppur riconosciuto tra le migliori università italiane, risulta esercitare una bassa capacità d’attrazione». Concorde il collega Luigi Grasselli, che auspica una «maggior internazionalizzazione dell’Ateneo, ancora non sufficientemente aperto agli studenti che vengono dall’esterno». Pieno accordo anche fra i primi cittadini Giorgio Pighi e Graziano Delrio nel riconoscere l’esigenza profonda di sfondare i confini territoriali, fare rete, creare sinergie per fornire quei servizi di qualità che fanno tanto bene allo sviluppo dell’intera società.

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21 settembre 2008
sezione altre
gazzetta di modena

Immaginazione, forza creativa

Splendeva il sole ieri mattina a Sassuolo alle 11.30 quando Salvatore Natoli, voce autorevole della filosofia teoretica contemporanea, cominciava la sua lezione magistrale: «io nel pensier mi fingo: apparenza, realtà, invenzione». Ad attenderlo una platea quanto mai affollata. Non era apparente il raccoglimento di centinaia di persone in ascolto nel suggestivo Piazzale Delle Rose. C’era anche chi, appoggiato al muro o seduto per terra, ascoltava ad occhi chiusi, come se così potesse meglio cogliere le nuance delle varie declinazioni della parola fantasia, di cui il professore invitava a spostare significati e valenze. «Finzione, ad esempio, è ricca di sfumature, richiama il concetto di inganno, nel senso di non-conforme alla realtà, il ché non significa che l’inganno sia irreale! Se sortisce una riuscita evidentemente è una realtà». Anche la menzogna ha un rapporto stretto con la realtà perché «per essere credibile deve somigliarle molto, come ogni mentitore sa. Il sistema della finzione è imparentato in modo singolare con la verità. Il pensiero strategico usa infatti la finzione per sondare la realtà, districando apparenze, che sono tutte reali». Un concetto comune anche alla scienza: cos’è l’ipotesi scientifica se non una finzione che anticipa la scoperta? Per il professore non c’è molta differenza fra le realizzazioni di poeti, architetti e scienziati. L’architetto deve trasferire ciò che immagina in un processo organizzativo, ed è possibile solo se trova nella natura gli elementi che glielo permettono: i materiali. Per il poeta quegli elementi sono la metrica e le sonorità: forme. Così, l’opera del poeta e quella dell’architetto dipendono entrambe dal fatto che è stato immaginato il diverso: «è la voglia di mondo che ci fa immaginare altri mondi. Certo, non tutte le possibilità diventano mondo, alcune restano rappresentazioni». L’infinito leopardiano rappresenta questa pura rappresentazione dell’oltre. Ma nel suo non essere realizzabile essa comprende tutto il possibile, e ci porta al concetto di Dio. «Dio come pensabilità dell’infinito. L’infinito che ci fa sentire parte di un tutto sovrabbondante». La lectio si chiude e rimbalza nella mente l’ultima frase di Natoli: «l’immaginazione è creativa ed infinitamente generosa»

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22 settembre 2008
sezione: PRIMO PIANO

gazzetta di modena

«La cultura dell'umanità il bene comune più grande»

Sala gremita ieri a Sassuolo per il professor Franco Cassano. “Immaginare il futuro; l’utopia dei beni comuni” è stato il tema trattato dal sociologo e teorico delle società. Una lezione avanzata di educazione civica. «La fantasia è necessaria al prodursi di quella “immacolata innovazione” che caratterizza la società contemporanea. La fantasia dell’utopia, poi, ha caratteristiche proprie, in quanto si propone come modello idealizzato di una società. L’utopia dei beni comuni ci dice qualcosa della coesistenza che ignoriamo nella maggior parte dei nostri comportamenti. Pone, infatti, un problema antico: quello dell’antagonismo fra bene privato e collettivo. Ovvero: ognuno pensa che altri si occuperanno del bene comune e così nessuno se ne occupa». La medesima dinamica c’è oggi con effetti più rilevanti e a lungo termine, a causa delle caratteristiche e dei mezzi della contemporaneità. Inoltre dal fordismo al post-fordismo si consolida un processo di individualizzazione che tocca tutti noi. L’individuo, come l’eroe di un film, agisce qui ed ora, staccato dal passato, in un contesto in cui il futuro non è progettabile: “life is now”. Una condizione disumana e repressiva. «E cosa accade quando l’individuo è costretto a non essere più individuo?» Accade che i beni collettivi si deteriorano, perché l’unica strategia di tutti è quella individuale. Dunque non si possono costruire forme di esperienza in grado di trascendere il “qui ed ora”? «Aristotele consigliava di incoraggiare le occasioni in cui gli uomini condividono i pasti». Oggi ci prova la Chiesa, raccogliendo la forza perduta dalla cultura laica, la quale trascura i doveri dell’uomo. «Sono i doveri che fanno vivere i beni comuni. Il limite del pensiero utopico è stato concepire l’uomo come qualcosa da liberare, come insegnava Rousseau. Ora c’è bisogno di uno sforzo di immaginazione nel nostro senso comune per guardare la terra da molto lontano e percepire che siamo “un piccolo sputo nella periferia del mondo”. Solo così potremo vedere alcune connessioni che ci sfuggono, come quella fra le montagne di rifiuti e l’“immacolata innovazione” che mitizziamo. Dobbiamo costruire un patrimonio universale, libero da ogni fondamentalismo». Ed ecco il più grande bene comune: la cultura dell’umanità.
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27 novembre 2008
sezione: CRONACA

gazzetta di modena

Mister «Zucchini» che odia-ama gli Usa

«Mr Zucchini e la frittata più veloce del mondo» non è il titolo di un libro per bambini, ma uno dei tanti luoghi dell’ironia che Vittorio Zucconi, martedì ospite della Cna di Modena, attraversa presentando il libro: «L’aquila e il pollo fritto, perché amiamo e odiamo l’America». L’ironia del saggio, nasce dalle continue “false partenze” verso critiche questioni economiche e politiche e dagli spassosi ritorni all’esperienza personale: un andirivieni che caratterizza anche la vita di “Mr. Zucchini”, come spesso sbagliano a chiamarlo gli americani meno italiani di lui, che ha doppia cittadinanza ed ha posseduto una Ferrari gialla: la frittata più veloce del mondo. Zucconi nasce a Bastiglia nel 1944, giornalista e scrittore, è da anni corrispondente dagli Usa per Repubblica. Chi, meglio di un giornalista «appeso fra due nazioni come un panno steso in un vicolo» saprebbe spiegarci perché in Italia non accade che i due contendenti alla presidenza del consiglio si legittimino nel post-elezione? «Perché negli Usa c’è una fede di fondo che qui manca: la nazione deve sopravvivere, mentre i politicanti, si sa, passano. Inoltre, il merito della vittoria, va conquistato». Questo è un punto a favore dell’America; un motivo per cui odiarla è «il sistema sanitario. L’omero rotto di mia moglie costerebbe, senza assicurazione, 25 mila dollari. Ora Obama promette l’assistenza minima». Ma c’è una cosa da amare: «le “mani pulite” vengono sbattute in galera». Perché là sì e in Italia no? «Perché in una nazione in cui ci sono molti farabutti, bisogna dare degli esempi». Gli americani, come vedono l’Italia? «Con un cannocchiale alla rovescia!».

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13 settembre 2008
sezione: CULTURA E SPETTACOLI

gazzetta di modena

Nell'oratorio di Gesù Redentore percorsi pittorici di Bert Van Zelm

MODENA. Un incontro tra il punto di vista di un prete e la prospettiva laica di un artista contemporaneo. Succede nei locali della parrocchia di Gesù Redentore. Bert Van Zelm, pittore di fama internazionale e già autore di quattro opere presenti nella chiesa, torna a Modena per inaugurare, questo fine settimana, una mostra di 25 opere che suggeriscono un percorso profondo, fatto di intuizioni, storia dell’arte, simboli e tecniche pittoriche. Un artista a tutto tondo, insomma, l’olandese Bert Van Zelm, che ci tiene a dire, in un italiano impeccabile «Le mie opere devono dire qualcosa alla testa ed anche alla pancia». Testa e pancia, storia e intuizione: il soffio vitale che anima gli ambienti della Chiesa è l’esito dello scambio improbabile e difficile tra l’arte contemporanea e la liturgia, fattasi matrice di pensiero per l’artista. Mentre le 25 tele della mostra saranno visitabili, nel salone dell’oratorio, solo fino a domenica 21 settembre; le quattro grandi opere che Bert Van Zelm ha prodotto per la Chiesa di Gesù Redentore e per Modena, resteranno a ricordare che una riflessione sull’età contemporanea della religione è possibile. Il dipinto di Maria comunica questa possibilità in modo esplicito, l’artista ha infatti incorniciato la figura femminile con ritratti di modenesi dalle storie di vita problematiche. «Non deve rimanere inosservato il contributo di questo grande artista contemporaneo alla nostra città», si augura don Marco, con un chiaro riferimento alla discussa opera che avvolge la Ghirlandina.
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28 settembre 2008
sezione: CULTURA E SPETTACOLI

Beat: «Il concetto sacro del saper andare oltre»

CATELNUOVO. Non ha nulla della sterile rievocazione la “Serata Beat Generation” di venerdì a Levizzano. Sul palco si anima un frammento di spirito beat, accessibile a chiunque abbia occhi e orecchie per riceverlo. Introduce Alberto Ronchi, assessore alla Cultura della Regione che, nel rispondere al quesito che titola il suo intervento: “Perchè mi piace la Beat Generation”, apre «una scatola magica da cui ognuno di noi può pescare una propria passione e seguirne il filo, tanti sono i percorsi che questo movimento del secondo dopoguerra americano ha sviluppato». Ciò che esce dalla scatola è «la passione per la vita» di cui Antonio Bertoli, poeta, scrittore, performer, denuncia la mancanza nella politica italiana per indurci a riflettere sul fatto che «quello beat non fu un movimento politico, ma seppe fare della libertà di linguaggio il mezzo per affermare che è possibile vivere in un mondo diverso». Bertoli decide di omettere la sua proiezione, tratta da “The beat generation”, per lasciare spazio agli spettacoli di due miti della beat generation: Ed Sanders e John Giorno. La reading di Sanders è ritmo e dialogo con un pubblico che accoglie i suoi inviti insoliti, come ripetere il verso di una poesia ispirata da un’immaginaria condanna al Presidente degli Stati Uniti: “mettiamo George Bush in prigione!”. «Andare oltre è un concetto sacro, che non può essere sconfitto», questo è uno dei messaggi per cui Sanders è grato alla Beat Generation. Va “oltre” anche John Giorno, definito da William Burroughs il più grande poeta pop, con la sua reading fatta di contaminazioni e attriti tra poesia, musica, canti tibetani. Fra droghe come sacre sostanze, fondamentalisti religiosi come virus e ringraziamenti che non ringraziano nessuno, emerge un mix di provocazioni tra il fastidioso e l’illuminante. Cosa ci aspettavamo? Due storici della Generazione Beat? Invece sul palco si esibivano due anime profondamente Beat. A chiudere Andrea Gibellini, con “The western side of words” che richiude la scatola della poesia americana contemporanea con le sue circostanze storiche.

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vi prego di indicare nello spazio dei commenti il titolo dell'articolo che preferite.
per tecnica. per ironia. per contenuti o perchè il titolo vi piaceva, visto che non avete avuto il tempo di leggerli.
si acettano anche insulti e critiche. :)

grazie!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

a sentire la giulia: i due del festival della filosofia e quello sul festival della poesia.
allora viva i festival.

Anonimo ha detto...

io direi 1) quello sui beat (al festival della poesia, vero?) 2) la cultura dell'umanità a pari merito con l'artista olandese al Redentore ........complimenti cmq x tt gli articoli e in bocca al lupo!!!!

vale

Anonimo ha detto...

Ciao! Io non ho nessuna esperienza però ho letto i tuiu articoli, e secondo me i più belli anche per l'argomento trattato, forza creativa e la cultura dell'umanità e forse quest'ultimo è quello che più mi è piaciuto... interessante anche quello sull'aquila e il pollo fritto! Spero di esserti stata di aiuto...
a prestissimo!! baci
Robbi

Anonimo ha detto...

sarà un clichè ma a me è piaciuto più di tutti "immaginazione, forza creativa", è quello che ho letto più volentieri, sia per com'è scritto sia per l'argomento.
brava PIMPI!!!