lunedì 5 gennaio 2009

sintomi di crisi a modena

decido di postare un articolo mai pubblicato. l'ho scritto quando, questa primavera, cominciavano a farsi sentire i primi sintomi di collasso del sinsema economico "all'occidentale".

mi dispiaceva affidare il pezzo alla memoria fallace del mio vecchio computer e quindi... eccolo alla luce.

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La nostra bella cittadina, come sappiamo, non è risparmiata dalla crisi economica. Vediamo calare produzione e domanda ed aumentare i prezzi dei beni di consumo. È “solo” la naturale conseguenza del rincaro d’una fonte d’energia che comincia ad esaurirsi a livello mondiale?
"La corsa dei prezzi del petrolio ha indotto l'accelerazione della componente energetica, mentre gli alimentari riflettono le forti sollecitazioni provenienti dalla filiera cerealicola". Non bisogna però allarmarsi troppo, raccomanda l’Assessore alle Politiche Economiche del Comune di Modena: "l'economia funziona a cicli, vi sono momenti di espansione e fasi di contrazione. Ora stiamo assistendo ad una fase di contrazione in cui l'inflazione sta aumentando, trascinata dall'ascesa del prezzo del petrolio, ma possiamo evitare quello che abbiamo sperimentato negli anni settanta investendo di più in quelle tecnologie che ci permettono di risparmiare sulla domanda di materie prime e di aumentare l'offerta di energia rinnovabile". Inoltre l'inflazione a Modena risulta essere nel complesso di due punti percentuali, e addirittura di cinque nel comparto alimentare, più bassa rispetto alla media nazionale".

Non gridiamo al lupo, dunque. Indubbiamente, però, il fenomeno non deve essere sottovalutato. L’importanza di ridurre la dipendenza dal petrolio la conoscevamo anche prima che il panico da “esaurimento scorte” fosse all’ordine del giorno, almeno da quando sappiamo che il suo utilizzo produce inquinamento. A questo punto, forse, è il momento di chiedersi se non è il caso di considerare l'aumento del prezzo del greggio come un'“occasione”: l'occasione di non aver altra scelta, se non quella di investire sulla diversificazione delle fonti d’energia, sul risparmio energetico, sulla ricerca e sull'innovazione di fonti alternative rinnovabili. Per quanto riguarda la cosiddetta “energia del futuro” la Provincia di Modena dimostra una certa apertura mentale. Inoltre "il Comune di Modena" rivela l’Assessore Prampolini, "è da tempo attivo nella riduzione dei consumi energetici e leader in progetti nazionali ed europei sulla sostenibilità, ha promosso progetti di investimento su opere pubbliche ed attivato finanziamenti pubblici. Modena nel 2007 ha approvato un Piano Energetico Comunale con una parte consistente dedicata ad azioni per il risparmio energetico, per l’uso delle rinnovabili, per la sostenibilità urbana e per la promozione dell’edilizia biocompatibile e della certificazione energetica nelle costruzioni". Il numero di progetti già realizzati, tra scuole e strutture sportive, che utilizzano energia solare termica e fotovoltaica, è considerevole. Anche tra le aziende c’è grande fermento per quanto riguarda il tema dell’energia alternativa. "Prendiamo il fotovoltaico: molte aziende lo usano e lo useranno, ma solo finché sarà sovvenzionato, in quanto il suo costo è ancora superiore a quello degli idrocarburi", afferma Dino Piacentini, presidente dell’Apmi Modena, la quale, con il servizio SicurApi, dà consulenza alle imprese anche in materia di normative ambientali. Nell’ultimo anno, inoltre, il Comune di Modena ha attivato convenzioni/protocolli per la sperimentazione di progetti con utilizzo di energia geotermica e sta sviluppando progetti sperimentali per l’utilizzo di energie alternative quali l’eolico sull’Appennino. Tutto questo lascia ben sperare, ma lo si può considerare poco più di un buon inizio alla luce dell’ambizioso obiettivo di raggiungere, entro il 2010, una riduzione dell’1% nelle emissioni di gas serra rispetto al 1990. Considerato che nel decennio 1990-2000 le emissioni di gas climalteranti sono, invece, aumentate dell’8,8%, "c’è bisogno di scelte drastiche in termini di cambiamento dei modelli di vita della società modenese". È ancora l’Assessore del Comune di Modena a suggerire due linee principali di intervento: " un attento risparmio energetico e la diminuzione delle emissioni di CO2 da parte del sistema, a parità di funzione/servizio messo a disposizione, grazie alla produzione di energia e servizi con sistemi a minore impatto sull’ambiente". Per quanto riguarda il settore secondario, permane lo spettro dei costi industriali. "Le industrie sono interessate a cercare energia al più basso costo possibile ed a costare meno per il processo industriale sono ancora gli idrocarburi. Bisogna prendere atto che l’energia a basso costo non esisterà più, quindi è prioritario limitarne le perdite". In qualche modo, insomma, energia fa rima con responsabilità ed anche con risparmio e sostenibilità: le parole che devono guidare la condotta delle aziende e dei cittadini, per onorare un nuovo patto con l’ambiente in cui viviamo. (l.p.)

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