lunedì 12 gennaio 2009

la mia prima PRIMA PAGINA

MAGRETA. Ennesimo agguato notturno in via Marzaglia, al civico 157/ b. Come in un gioco di società, questi banditi sembrano procedere a salti, dopo aver tirato il dado, e colpire a sorte una casa dopo l’altra. Questa volta è toccato alla famiglia Bosco: marito, moglie e figlio piccolo. È successo la notte scorsa in uno degli appartamenti che guardano sull’oasi naturale del Colombarone. E sembra siano arrivati proprio da lì, i ladri. Infatti, la rete che divide l’oasi dalla zona residenziale è stata trovata in pessime condizioni e sulla neve circostante c’erano le impronte di più persone. "Non potevano essere meno di tre o quattro persone, a giudicare dalle manovre che hanno fatto per accedere all’appartamento, che si trova al primo piano", spiega indignato Giuseppe Bosco. I ladri si sono arrampicati fino al balcone ed hanno silenziosamente forzato la finestra. Dopo aver rovistato in alcuni cassetti del soggiorno senza trovare niente, si sono serviti dalla borsetta della signora: 500 euro appena prelevati dalla banca e tutte le chiavi. Così, senza disturbare chi dormiva al piano superiore, si sono diretti al garage, per scappare con l’automobile che vi si trovava dentro. "Siamo stati svegliati da un vicino che, tornato stamattina presto, ci ha avvisati del garage aperto - racconta la moglie - In casa non manca nulla. Hanno lasciato i cellulari e la televisione. La zona notte, che si trova di sopra, non l’hanno neanche considerata, per fortuna". Per fortuna, perché l’ultimo furto, compiuto solamente dieci giorni fa a Magreta, sempre in via Marzaglia, è degenerato in una rapina violenta che non ha risparmiato nessuno. I vicini sono dell’opinione che si tratti dello stesso gruppo. "Ma perché proprio noi? - si chiede la signora Bosco, - Abitando in un condominio pensavamo di essere più al sicuro di altri. E poi non siamo ricchi…". I carabinieri di Sassuolo, seguiti da quelli di Formigine, sono sopraggiunti tempestivamente per fare tutti i rilevamenti del caso. La signora: "aspettiamo di sapere qualcosa di più. Ci hanno dato motivo di sperare nel ritrovamento della macchina". Il quartiere tremerà per qualche giorno, prima di tornare alla normalità. "Siamo costretti a munirci di inferriate e sistema di allarme" - fa sapere Giuseppe Bosco - eccoci al paradosso: noi cittadini dobbiamo chiuderci in gabbia e loro sono fuori, liberi di andare di casa in casa".

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