martedì 3 maggio 2011

maternità

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DAI, VEDIAMOCI SUL SITO

di Carlo Gregori


Pensare a internet come allo strumento globale per eccellenza – da un posto dimenticato spingi un tasto e lanci i tuoi messaggi all’umanità – è solo un’abitudine mentale. L’ho capito da un sito nato a Formigine che fa proprio l’opposto. E sulle tracce di questa esperienza riuscita, a Modena sta per nascere un magazine on-line.


“Formìzine Tv” (http://www.formizine.it ) si rivolge a gruppi di persone dello stesso paese senza scadere nel sito condominiale o in effetti paesani. Come mi spiega uno dei sei creatori, Linda Petracca (giornalista non più in erba, laureanda in antropologia, ballerina, ginnasta e tanto altro a soli 23 anni), “è un video blog che serve a chi vuole conoscere persone vicine. Perché, se da un lato trascuriamo chi ci sta vicino, dall’altro, che ci piaccia o no, la mente umana non è abbastanza capiente per abbracciare il mondo”.
In un’epoca in cui comunichiamo con Facebook e i cellulari ma evitiamo accuratamente di suonare un campanello di casa nella scala accanto, capita di trovarsi ogni volta a passeggiare in centro e considerare malinconicamente quanto poco ci si frequenta”. Racconta Linda: “Io e Laura Spaggiari eravamo stanche di sentirci chiedere: Cosa fai questa sera?; e di rispondere: Boh, tanto non c’è niente. Abitiamo a Formigine; ci sono tanti gruppi di giovani che vivono isolati e che hanno in realtà interessi e attività che magari non conosciamo. Insomma, io e Laura abbiamo capito che viviamo in una comunità senza una rete”.
Vivere in una comunità senza rete… Sapere che ci sei e sei anche vicino a me, siamo simili ma non ci parliamo…

afform


Succede a Formigine, una cittadina di 33mila abitanti piena di associazioni giovanili e sportive, circoli, club. Possibile? Laura e Linda trovano la spinta verso una soluzione da Mario Agati, loro insegnante di multimedia al liceo Sigonio, poi amico e infine assessore alle politiche giovanili a Formigine. Agati aveva introdotto le ragazze al mondo dei giornali on-line e ai primi blog: “Al Sigonio facevamo un giornalino internet che ci ha insegnato i primi passi”, ricorda divertita.

Nel settembre 2009, il salto. Le due ragazze con Agati iniziano a girare i primi video. Creano una pagina su Facebook. Linkano, taggano e postano i loro video. Riprendono racconti e storie di giovani del paese, occupazioni scolastiche, vicende di lavoro e disoccupazione.
In poche settimane raggiungono qualche centinaio di amici. Lo staff si allarga: ora li aiutano il videomaker Riccardo Cavani; il montaggista Francesco Boni e la fotografa Alessia Pedroni. Si aggiunge a pieno titolo Emilio Corradini, 26anni, neolaureato in scienze della comunicazione. E’ l’ora del salto.
“A quel punto – racconta Linda – il sito era diventato un esigenza. Ci serviva innanzitutto per creare un database, un archivio storico di quello che pubblicavamo su Facebook e che rischiava di andare perso. Così abbiamo creato un sito per la comunità intera partendo da Formigine”.
Il sito debutta con le prime pubblicazioni nell’autunno 2010. Ha un’unica spesa: 25 euro per la registrazione del dominio. “Non abbiamo dovuto investire altri soldi e questo è fantastico”, dice Linda, che è pur sempre un’appartenente (suo malgrado) alla sfortunata generazione dei giovani di oggi stritolati tra crisi, precariato e sfruttamento. Eppure (e loro trovo sorprendente) vedono le cose all’opposto rovesciando la più brutale realtà di sopraffazione in una base per partire: “Se noi e le attrezzature non costiamo niente per un datore di lavoro, allora per noi stessi tutto ciò diventa una risorsa. Senza un soldo in tasca, possiamo partire da zero, senza capitali e pubblicità, e fare tutto e al meglio”. Addio autocommiserazione: questi sì che sono ragionamenti elettrizzanti.
“Formìzine” inizia così a nutrirsi di video, servizi scritti e fotografici creati da questa redazione a sei ma anche inviati da tanti amici e formiginesi. Il sito video blog riscuote successo e molti vorrebbero copiarlo. L’espansione procede verso Modena e arriva a toccare l’estero. “E’ successo col concorso fotografico ‘Mostra dal basso’. Ha avuto un tale successo che ci mandavano foto dall’Irlanda e dalla Gran Bretagna”. Lo scopo primo resta però creare una rete formiginese. Il Comune ha intravvisto il potenziale e con lo staff di “Formìzine” si è impegnato a cercare fondi della Ue.


Ciò che colpisce nel racconto di Linda è la versatilità nel far leva sul “costo zero”. Questa capacità di padroneggiare attrezzature e mezzi digitali difficili da utilizzare senza spesa. “Non vogliamo metterci soldi. Abbiamo già strumenti e conoscenze per fare informazione in modo diverso”.
E poi colpisce questa comunità che si lega al sito per avere notizie, parlarsi, incontrarsi. “Non siamo chiusi nel sito. ‘Fomìzine’ usa Facebook, Twitter, Youtube, Videome: tutti i mezzi del web possibili per espandersi oltre alla cerchia ristretta della comunità e arrivare ad altri”, spiega Linda convinta.


“Tanti si stanno interessando a questo nostro sito – spiega – e ci chiedono come si fa”.
Non solo: traendo spunto da questa esperienza nuova, a Modena sta per venire alla luce un magazine on-line molto simile. Sarà fatto da una redazione fluida di giornalisti di buon livello ventenni e trentenni, tutti precari. E’ la nuova leva modenese bloccata dalla mancanza di contratti e assunzioni ma che pratica il mestiere da anni (Linda compresa). Sono fuori anche dall’orbita dell’idea editoriale della free press americana: prevedono poca narrazione, poche foto, tanti video.

Siamo a un punto di svolta per il giornalismo, non solo locale. Sta nascendo qualcosa di nuovo a Modena. Vedremo i risultati. Ciò che mi colpisce, dopo 22 anni di professione, è vedere quanta strada è stata bruciata ad alta velocità dai siti locali. Penso alle prime esperienze di “Stradanove” con Stefano Aurighi più di 12 anni fa o il “Nuovo Giornale” che Gianni Galeotti manda avanti da più di dieci anni con la tenacia di un antico cronista che fa tutto da solo (o quasi). Ricordo “Il Sassolino”, un’esperienza notevole condotta da una fucina di creativi, scrittori e giornalisti rimasti bloccati dalla mancanza di finanziamenti. Bisogna prendere atto che sta avanzando una nuova generazione di professionisti multimediali intesa in senso totale: per loro, ogni mezzo comporta una tecnica diversa anche se il linguaggio (e, per i migliori di loro, lo stile) resta uguale. In questi anni cupi è sicuramente un fenomeno entusiasmante. Eppure – solo per una mia congenita propensione alla diffidenza – mi resta qualche dubbio di fondo a favore della carta stampata. Ne riparleremo più avanti.

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