Il discorso del 1 gennaio 2011 del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto consensi a palate grazie all'uso della leva retorica che accomuna oramai tutte le forze politiche in campo: i giovani e la loro condanna a scegliere tra espatriare alla ricerca del futuro o sperare che il futuro venga loro incontro grazie a chissà quale miracoloso cambiamento del sistema politico-economico italiano.
è evidente che l'attenzione ai giovani va di moda...
sarà perchè c'è aria di campagne elettorali...
tutte le forze politiche gridano: "largo ai giovani!" che è poi la traduzione di ciò che pensano intimamente: "voti e menti manipolabili da formare!"
sarà perchè i giovani di tutta europa sono disperatamente incazzati...
anche se spesso la stampa americana è proprio all'italia che dedica commenti increduli. un recente articolo del New York Times la chiama "anomalia italiana": un paese che oltre a invecchiare velocemente condanna le sue nuove generazioni a scappare all'estero per lavorare. (NYT: http://www.nytimes.com/2011/01/02/world/europe/02youth.html?_r=2&ref=europe )
vero.
il problema, in italia, è che dal silenzio totale di un paio di mesi fa, si è passati a parlare ininterrottamente (e per giustificare qualsiasi tipo di impianto ideologico nella grande testa della massa umana italica) di questi poveri giovani senza futuro, senza stipendio, senza famiglia, senza casa, senza speranze.
sembra un tormentone. ho paura che, come tutti i tormentoni, anche questo sia destinato ad essere rigettato per indigestione... senza che nel frattempo si sia intrapresa un'azione (addirittura azione? mi accontenterei di un'idea...) per andare nella direzione della soluzione del problema.
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