martedì 26 gennaio 2010

dialogo tra un numero e uno pseudonimo

otto: "e a quel punto sua madre le ha detto: -ad una certa età, tipo tra i 21 ed i 23 anni, se una ha il ragazzo... o si sposa o lo lascia e si emancipa-. cosa vorrà dire? che quelle che si sposano non si emanciperanno mai? o che sono già emancipate e possono così andare incontro alla vita di coppia senza frammentazioni psicopedagogiche!?".

dalin: "mi fai morire quando usi quella parola, "psicopedagogiche", come se volesse dire qualcosa psicopedagiche".

otto: "infatti le parole strane usate a casaccio sono belle per quello. puoi metterle dove vuoi e inventartene una sfumatura di senso di volta in volta. ma non cambiare discorso! ora lei ha intrapreso una vera missione conoscitiva del genere maschile e ne parla con nonchalance. come se fosse normale partire per la slovenia da un giorno all'altro, e poi col freddo che fa, per osservare un istruttore di acrobatica al lavoro; o andare ad un aperitivo a roma solo per conoscere il giornalista che sentì parlare ad una conferenza nonricordodavverodove. adesso credo che sia impegnata a stipulare un contratto d'affitto con uno che aspetta la fidanzata francese residente in australia. d'altra parte la sua migliore amica sta intrattenendo una relazione amicale maliziosissima con un mormone, anche quello romano, e con un romantico anonimo che le scrive lettere in francese. le donne oggi hanno manie di potenza assolutamente disordinate. ma forse lo sanno. stanno solo giocando.

2 commenti:

Giovanna ha detto...

A volte le donne sanno usare parole ammalianti per emanciparsi, come ipogeo, ipertrofico, frattalico e psicopedagogico. E sono vittime di quel senso di incompletezza, quel retaggio inespugnabile di una società che le vuole signore di due mondi che misteriosamente non fanno che escludersi a vicenda: il focolare e/o l'emancipazione.Forse è un altro caso di sdoppiamento dell'identità, un'etnografia della schizofrenia femminile. Oppure è un gioco di cui ancora nessuno sa le regole. La femminilità viene costruita attraverso questo senso di devozione alla vita matrimoniale che presuppone una scelta ed una rinuncia. Nessuno ti dirà mai che una donna in carriera è dolce ed attraente, ma che è aspra e rude e sterile.La fertilità viene subdolamente associata alla sottomissione. Ma forse sto generalizzando.

8 ha detto...

è esattamente la riflessione che volevo stimolare, cara giò, il fatto che tu l'abbia colta mi stampa un sorriso sulla faccia che porterò a spasso per tutta la giornata. tenkiu ciccia! :*